Giovedì 25 Aprile 2024

L'Ue boccia la manovra, cosa succede ora

Le tappe della procedura d'infrazione. L'Italia adesso rischia una sanzione da circa 4 miliardi

Matteo Salvini e Giovanni Tria (ImagoEconomica)

Matteo Salvini e Giovanni Tria (ImagoEconomica)

Bruxelles, 22 novembre 2018 - L'Ue boccia la manovra economica dell'Italia. E Bruxelles parla chiaro: le misure previste dal governo italiano costituiscono un "non rispetto particolarmente grave" delle regole di bilancio. In particolare, vengono contestati: il rapporto deficit-Pil al 2,4%, una stima che secondo la Commissione europea è destinata a crescere ancora e che sfonda l'obiettivo dello 0,9% impostato dal precedente governo; poi l'obiettivo della crescita all'1,5%, giudicato esagerato da Bruxelles, che invece prevede per l'Italia uno stop all'1,2%. E infine, il rapporto debito-Pil al 130,8%. Un debito "troppo alto" - l'Ue non è d'accordo sulle stime di calo al 126,7% nel 2021 - che "rischia di aumentare" contravvenendo a uno dei pilastri comunitari. 

Si va dunque verso la procedura d'infrazione contro l'Italia. Moscovici ieri ha già anticipato quello che succederà adesso: "entro due settimane - ha detto il commissario Ue agli affari economici - spetta agli Stati membri" presentare la loro valutazione "sulla relazione" della Commissione. "Se saranno d'accordo" inizierà così la procedura. 

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Ma in cosa consiste la procedura d'infrazione, quali sono le tappe e le date, cosa rischia adesso l'Italia e quali saranno le conseguenze?  

LE TAPPE DELLA PROCEDURA DI INFRAZIONE a cura di Claudia Marin

INIZIO DICEMBRE - Il Comitato economico e finanziario del Consiglio europeo, che riunisce tra l’altro le Banche centrali dei Paesi membri, ha due settimane per valutare la bocciatura dell’Italia.

4 DICEMBRE - Riunione dell’Ecofin: i ministri delle Finanze dei Paesi membri voteranno a maggioranza qualificata l’avvio della procedura d’infrazione e le raccomandazioni all’Italia, che ha da tre a sei mesi per adempiere. È possibile che l’ok slitti al 22 gennaio. 

24 DICEMBRE - Entro 20 giorni dall'avvio della procedura, può scattare la prima sanzione: lo Stato che ha infranto le regole deve versare fino allo 0,2% del Pil 2017 in un deposito infruttifero (circa 3,6 miliardi).

4 MARZO 2019 - Dopo la decisione di dicembre, scadono i primi tre mesi dall’avvio della procedura: per l’Italia, se riconosciuta ‘l’inadempienza grave’, è già tempo di presentare la correzione di rotta. Altrimenti il governo avrà ulteriori tre mesi, fino a giugno.

2019-2020 - L’Italia sarà osservata speciale, le verranno imposti nuovi percorsi di aggiustamento, con ulteriori scadenze e verifiche.

DICEMBRE 2021 - Se la Commissione non riterrà sufficienti le correzioni dell’Italia, scatterà una multa fino allo 0,5% del Pil. Inoltre, verranno bloccati i finanziamenti dei fondi comunitari.

 

 

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