Tasse, guida alla manovra. Pace fiscale: dettagli e scadenze

Sparisce lo scontrino di carta alla cassa. Nel decreto il condono su redditi non dichiarati. Flat tax ridotta applicata anche alle imposte mai versate in passato

Il ministro dell'Economia Giovanni Tria (Ansa)

Il ministro dell'Economia Giovanni Tria (Ansa)

Roma, 7 ottobre 2018 - Sarà uno dei piatti forti della manovra e arriverà a giorni: è il decreto fiscale e sarà immediatamente operativo. Un provvedimento che conterrà tutti i meccanismi per fare pace con l’erario, dalla rottamazione ter alla chiusura agevolata delle liti pendenti, fino alla vera e propria sanatoria per i redditi non dichiarati negli ultimi 5 anni, ribattezzata "flat tax-dichiarazione integrativa".

Ma nel pacchetto, oltre alla fine del tradizionale scontrino, sarà prevista anche una più immediata e amara sorpresa per i contribuenti:l’aumento degli acconti Irpef, Ires e Irap di fine novembre fino al 100% di quanto dovuto, forse anche con qualche punto aggiuntivo. Tutto questo mentre più di un addetto ai lavori comincia ad avere perplessità sul rischio che anche gli sconti per professionisti e piccole imprese possano rivelarsi meno vantaggiosi o addirittura svantaggiosi in presenza della cancellazione di nuove forme di imposizione più favorevoli, come l’Ace e l’Iri, introdotte per il 2019 dal precedente governo. Ma partiamo dalle certezze. Nella bozza di decreto in arrivo sono previste innanzitutto due vie per chiudere i conti con il fisco.

Ci saranno sia la rottamazione ter delle cartelle, più conveniente delle due precedenti perché diluita in 5 anni e con domiciliazione bancaria dei versamenti, sia la «pace fiscale» per mettere una pietra sopra alle controversie pendenti col fisco. Per quest’ultimo caso si pagherà il debito contestato ma, se l’erario ha già perso in primo e secondo grado, ci sarà uno sconto deciso che può dimezzare o ridurre a un terzo il dovuto. La rottamazione ter delle cartelle consentirà il pagamento dei debiti fiscali pendenti da gennaio 2000, senza sanzioni e more, dilazionando i versamenti fino al 2024.

L’incasso stimato è di 11 miliardi da spalmare nel quinquennio che però dovranno tener conto anche di una minor propensione alla riscossione ordinaria che pesa – stima la relazione tecnica – per 2,1 miliardi nel 2019, 1,6 nel 2018 e 1,1 nel 2019. Il problema è che, come osservano i commercialisti, la sovrapposizione della seconda e della terza rottamazione potrebbe non far centrare gli obiettivi, perché le platee si sovrappongono e il gettito della seconda era stato già messo in bilancio. Il rischio flop sarebbe accresciuto perché al dunque la raffica di rottamazioni potrebbe aver prosciugato il pozzo delle cartelle da rottamare.

È invece tutta da scrivere la flat tax-dichiarazione integrativa: permetterà a imprese e contribuenti di integrare i versamenti di imposte per le annualità ancora soggette ad accertamento (dal 2013 al 2017) con il pagamento di un’imposta sostitutiva (di Irpef, addizionali comunali e regionali Ires e Irap) del 15 o 20%: in pratica il condono in piena regola che dovrebbe fermarsi al limite dei 500mila euro per contribuente. Veniamo agli acconti di novembre. Attualmente sono al 98% per l’Irpef e al 100% per l’Ires, e potrebbero salire, se si seguirà lo schema del governo Letta nel 2013, al 100% per l’Irpef, al 101% per l’Ires e al 110% per l’Irap, con un maggior gettito stimato a 2,6 miliardi dalla Cgia di Mestre. 

Redditi non dichiarati. Flat tax-condono al 15%

L’annunciata pace fiscale nella versione più ampia, in sostanza un condono ad ampio raggio, prenderà il nome di "flat tax-dichiarazione integrativa". I dettagli sono da definire, tanto è vero che nella bozza del decreto fiscale c’è solo il nome. In pratica, però, dovrebbe rispecchiare le anticipazioni venute principalmente dalla Lega, sponsor dell’operazione non gradita dai grillini.  Dunque, chi non ha dichiarato redditi o lo ha fatto in modo non corretto negli ultimi cinque anni (dal 2013 al 2017) potrà ravvedersi, presentando una dichiarazione integrativa. A differenza di quello che dovrebbe pagare in questi casi, l’imposta ordinaria sui redditi denunciati, pagherà circa il 15-20 per cento, l’aliquota nuova della flat tax per le partite Iva. L’operazione riguarderà tutte le imposte e, si sostiene, anche i contributi.

Sanatoria sulle liti. Ma l'incasso sarà basso

Il secondo canale per fare pace con il Fisco passa dalla possibilità di chiudere le liti tributarie pendenti. In pratica, sarà permesso chiudere le controversie fiscali di ogni grado e giudizio, per i ruoli notificati fino al 30 settembre 2019. Per risolvere la partita aperta con il Fisco, si dovrà pagare un importo pari al valore della controversia senza sanzioni o interessi oppure, se l’Agenzia delle Entrate ha perso in primo o secondo grado, un importo pari alla metà o a un terzo della contestazione. In pratica, più è basso il rischio di perdere la causa fiscale meno si dovrà pagare. Per fare pace sarà necessario fare domanda entro il 16 maggio e pagare cinque rate trimestrali: tre nel 2019 e due nel 2020. L’incasso stimato dalla relazione tecnica non è elevato: si prevede di incassare 300 milioni nel 2019 e 200 nel 2020.

Al via la rottamazione ter. Vale anche per le multe

La rottamazione ter delle cartelle consentirà il pagamento dei debiti fiscali pendenti dal gennaio 2000, senza sanzioni e more, dilazionando i versamenti fino al 2024. Potrà usufruirne anche chi ha aderito alla precedente rottamazione, ma deve aver pagato già la rata di novembre: il resto sarà ricalcolato dal Fisco. Sarà l’Agenzia della Riscossione a calcolare i debiti pendenti e il contribuente dovrà comunicare di voler aderire entro il 30 aprile. Primo versamento previsto per il 31 luglio 2019: si potrà versare anche tutto in un’unica soluzione. Chi sceglie la rateizzazione dovrà pagare per 5 anni, a luglio e novembre, con interessi dello 0,3% annuo. Si potrà scegliere la domiciliazione dei pagamenti sul conto. L’operazione vale anche per le multe stradali.

Sparisce lo scontrino di carta. E dal 2020 arriva la lotteria

Addio vecchio scontrino, l’invio elettronico manderà in soffitta il tagliando cartaceo. L’introduzione sarà graduale: riguarderà da luglio 2019 i contribuenti con volume d’affari oltre i 400mila euro l’anno e poi, da inizio 2020, tutti gli altri esercenti. Sarà accompagnata da una "lotteria dei corrispettivi" dal 2020 e da uno sconto fiscale del 50% per i negozianti, per aggiornare o acquistare un registratore di cassa elettronico.

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