Manovra finanziaria, la ricetta Meloni: più incentivi a chi assume. Flat tax e sanatoria

Taglio del cuneo e reddito di cittadinanza stravolto. Dossier pensioni: si va verso una mini Quota 41, poi la riforma da realizzare nel 2023 con i sindacati

Roma, 26 ottobre 2022 - Sarà all’insegna del "non disturbare chi vuole fare impresa" e del "più assumi, meno paghi" la prima manovra economica del governo di Giorgia Meloni. Una legge di Bilancio che arriverà in tempi strettissimi – come confermano dal Mef gli uomini di Giancarlo Giorgetti – insieme con il nuovo decreto Aiuti per fronteggiare l’emergenza bollette e gas: un provvedimento basato sull’ampliamento delle misure dell’esecutivo Draghi e su una consistente moratoria-dilazione nei pagamenti che sono scaduti.

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Mentre per il pacchetto di finanza pubblica i capisaldi saranno: nel medio periodo il taglio dei cuneo di 5 punti, la flat tax basica sugli incrementi di reddito, la sanatoria per le cartelle esattoriali, la revisione degli incentivi per il recupero dell’evasione, la proroga dell’attuale sistema di flessibilità sulle pensioni con la possibile aggiunta di Quota 41 riveduta e ristretta, in attesa della riforma complessiva da realizzare con i sindacati nel 2023, fino all’abolizione o drastica riduzione del reddito di cittadinanza per chi può lavorare. Il tutto accompagnato da un non tanto velato attacco alla Bce per il ritiro degli stimoli e l’aumento dei tassi ("Un azzardo") in un momento di alta inflazione e rallentamento economico.

Decreto aiuti ampliato

Il primo atto si concentrerà sul rinnovo degli aiuti a imprese e famiglie sulle bollette e sul carburante: "Un impegno finanziario imponente che drenerà gran parte delle risorse reperibili, e ci costringerà a rinviare altri provvedimenti". E così ci si muoverà per confermare e rinforzare i crediti d’imposta al 40% per le aziende energivore e al 30% per le altre (anche piccole imprese e negozi) e il beneficio da 30 centesimi sui carburanti. Non è da escludere la possibilità di rendere automatico il bonus sociale nelle bollette, che ora passa attraverso la richiesta dell’Isee. In ballo anche una nuova edizione delle una tantum già staccate (prima 200 e poi 150 euro, per i redditi più bassi). Con l’aggiunta di fringe benefit allargati per il welfare aziendale. E allargamento della platea dei beni primari che godono dell’Iva ridotta al 5%.

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Nel lungo periodo promette "un taglio di almeno cinque punti del cuneo in favore di imprese e lavoratori". Allo studio anche incentivi all’assunzione del "più assumi, meno paghi". Nell’immediato, invece, propone un nuovo "patto fiscale" su "tre pilastri": "Riforma dell’Irpef con progressiva introduzione del quoziente familiare, estensione della tassa piatta per le partite Iva dagli attuali 65mila a 100mila euro di fatturato e sull’incremento di reddito rispetto al massimo raggiunto nel triennio precedente per tutti, una tregua fiscale con la replica del "saldo e stralcio" e una nuova rottamazione che consenta di sistemare con lo sconto (sanzioni e interessi ridotti al 5%) i debiti con il fisco più recenti. Con una "serrata lotta all’evasione fiscale con incentivi sul gettito incassato, non sulle contestazioni. Ma in ballo ci sono anche "l’aumento degli importi dell’assegno unico e universale" e l’aiuto "alle giovani coppie ad ottenere un mutuo per la prima casa".

Pensioni: rinvio al 2023 e pensione per i giovani

Nell’immediato si punta a prorogare le misure esistenti: Ape social, Opzione donna, canale per i precoci, Quota 102. Al massimo si potrà introdurre Quota 41 a partire dai 60-61 anni. In prospettiva, nel 2023 l’obiettivo è una nuova riforma che introduca la pensione di garanzia per i giovani. Che sono una "bomba sociale", se non si interviene.

Reddito di cittadinanza da smontare

Sulla misura-simbolo dei 5 Stelle, Meloni cita papa Francesco per scardinarla: "La povertà non si combatte con l’assistenzialismo, la porta della dignità di un uomo è il lavoro". Dunque, "vogliamo mantenere e, laddove possibile, aumentare il doveroso sostegno economico per i soggetti effettivamente fragili non in condizioni di lavorare. Ma per chi è in grado di lavorare, la soluzione non può essere il reddito di cittadinanza, ma il lavoro, la formazione e l’accompagnamento al lavoro".