Venerdì 19 Aprile 2024

Manovra finanziaria, Tria pensa di cancellare gli 80 euro

Si tratta sull'1,8% del Pil. Non si allenta lo scontro. Ma il premier vede i tecnici del Mef Manovra, ecco perché la Francia può 'sforare'

Il ministro dell'Economia Giovanni Tria (LaPresse)

Il ministro dell'Economia Giovanni Tria (LaPresse)

Roma, 25 settembre 2018 - Il braccio di ferro tra i 5 Stelle e il ministro dell’Economia non si allenta. Anzi, se possibile la contesa sul finanziamento del reddito di cittadinanza si fa più incandescente, con il ministro Giovanni Tria che non ha certo preso bene l’uscita di Luigi Di Maio sullo sforamento del deficit oltre il 2 per cento sul modello Macron: sono dichiarazioni che non ci giovano, si sarebbe sfogato con i suoi collaboratori. Tanto più che tra le voci da finanziare è entrata anche quella sulla cassa integrazione in scadenza per circa 190mila lavoratori di imprese in crisi. Un fronte, quest’ultimo, che ha visto lo scontro tra il vicepremier grillino ("Chi ha fatto il Jobs Act è un assassino politico") e Matteo Renzi: ("Si vergogni"). Mentre dalla Ue il governatore della Bce, Mario Draghi, insiste nell’ammonire sui rischi delle parole "di troppo" di esponenti del governo, che hanno fatto danni quantificabili in un aumento dei tassi per imprese e famiglie da 20 a 60 punti base in più.

Manovra, ecco perché la Francia può 'sforare'

Dunque, alla vigilia del varo della Nota di aggiornamento al Def, in programma per giovedì (ma con possibilità di slittamento), il confronto nel governo si fa sempre più aspro. E, però, il premier Giuseppe Conte non manca di manifestare fiducia ai tecnici del Mef attaccati da Casalino & co.: al summit di Palazzo Chigi partecipa non a caso il Ragioniere generale dello Stato, Daniele Franco. Certo è, comunque, che tra la linea, prudente, del ministro dell’Economia, che vorrebbe indicare l’1,6% nel rapporto deficit-Pil, e gli alleati di governo, soprattutto i 5 Stelle, che spingono per avvicinarsi alla soglia del 2% (se non addirittura sfondarla) non c’è al momento un compromesso. Mediatori e pompieri sono al lavoro per convincere Tria a osare su un rapporto intorno all’1,7-1,9. Ora, però, anche fissando l’indebitamento programmatico all’1,8% si libererebbe, al massimo, un punto di Pil rispetto al tendenziale, circa 16-17 miliardi, anche se 12,5 servono per sterilizzare gli aumenti dell’Iva. Di certo, non ci sono i 10 miliardi che servono ai grillini per finanziare reddito e pensione di cittadinanza. Il che avrebbe spinto Tria, secondo fonti beninformate, a ipotizzare come contropartita la cancellazione del bonus Renzi da 80 euro: solo che sarebbe un’operazione politicamente a rischio.

Fondamentale, per via XX Settembre, è garantire che il debito continui sul percorso di discesa e il saldo strutturale migliori pur lievemente, o quantomeno non peggiori. Ma per il vicepremier è d’obbligo rilanciare la narrazione grillina: attacchi a Renzi, annunci di una "manovra del popolo", parole anti sistema. Senza contare che è tutta da definire anche la pace fiscale. La Lega va avanti con l’idea di fissare il limite per il ‘saldo e stralcio’ ai debiti fino a un milione. Soglia "inaccettabile" per il Movimento, preoccupato di passare per chi dà via libera a un condono. "Non ci sarà pietà per chi cerca di fregare lo Stato" e nel decreto fiscale di fine settembre, annuncia sempre Di Maio, "verrà previsto il carcere per chi evade".

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