Mercoledì 24 Aprile 2024

Manovra economica 2020, via libera in Senato. Caos sullo stop a cannabis light

Arriva l'ok al provvedimento in Aula con 166 voti favorevoli e 128 contrari dopo le ultime limature. No anche alla tobin tax e al rinvio della fine del mercato tutelato dell'energia

Abbracci tra i senatori della maggioranza, dopo i risultati del voto di fiducia (Ansa)

Abbracci tra i senatori della maggioranza, dopo i risultati del voto di fiducia (Ansa)

Roma, 16 dicembre 2019 - La manovra economica 2020 ha ottenuto la fiducia al Senato con con 166 sì e 128 no. Al Senato 166 sì rappresentano la maggioranza assolutaIl ddl di bilancio passa ora alla Camera per la seconda lettura. Successivamente il consiglio dei Ministri ha approvato la nota di variazione al bilancio di previsione dello Stato. La riunione è durata pochi minuti.

Stop cannabis light: caos

Il Conte bis mette in cascina il testo della legge di Bilancio, nonostante l'ultimo ostacolo delle 70 modifiche richieste dalla Ragioneria dello Stato e le inammissibilità della Presidenza di Palazzo Madama. Tra queste ce n'è una che ha fatto saltare la mosca al naso alla maggioranza, quella sul limite di Thc non superiore allo 0,5% come soglia entro cui la canapa sativa non può essere considerata stupefacente. Una norma su cui avevano puntato molte i Cinquestelle, che infatti sono insorti arrivando anche a chiedere le dimissioni di Maria Elisabetta Casellati. Posizione non condivisa da tutto il gruppo M5S, che comunque non nasconde "l'amarezza" per la decisione, pur rispettando "l'autonomia della presidente del Senato", come afferma il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà.

Reazioni diametralmente opposta a quella di Matteo Salvini, che invece ringrazia la seconda carica dello Stato "a nome delle comunità di recupero che lavorano in tutta Italia, per aver evitato la vergogna dello Stato spacciatore".

Altre 14 norme escluse

Allargando il campo, la lente della Casellati si è soffermata su altre 14 norme, che alla fine sono state escluse dal maxiemendamento alla manovra. Tra queste il pacchetto di poteri alla Consob per il contrasto alle truffe online voluto da FdI, la Tobin tax sulle transazioni finanziarie, ma anche il rinvio al 2022 della fine del mercato tutelato dell'energia. Escono dalla legge di Bilancio anche le misure sulla nomina di commissari straordinari per lavori infrastrutturali, le assunzioni nelle province, le modifiche allo Sblocca Italia e alla legge annuale sulla concorrenza. Stop pure alle assunzioni nella giustizia amministrativa.

Ancora polemiche intorno alla Plastic e Sugar tax e sulla stretta sulle auto aziendali, ma la somma dell'introito per lo Stato è molto più che dimezzato rispetto ai testi iniziali. In compenso, il governo è riuscito a sterilizzare le clausole di salvaguardia, che avrebbero gravato per 23,072 miliardi sulle tasche degli italiani, con un immediato innalzamento dell'Iva, ma si impegna a farlo anche nel 2021 per una cifra che sale a 20,124 miliardi. La coalizione dovrà prima fare un check a gennaio per capire se c'è una convergenza su temi e tempi. Solo dopo questo giro di orientamento tra Pd, Italia viva, M5S e Leu si capirà se ci sarà una nuova manovra giallorossa o l'inizio di un periodo di forti turbolenze politiche.

Renzi: "Non neghiamo la fiducia ma vogliamo ripartenza"

Matteo Renzi, leader di Italia Viva, intervenendo in dichiarazioni di voto sulla fiducia posta sulla manovra dal governo in Senato, ha detto: "Non neghiamo la fiducia al governo ma chiediamo un cambio di passo affinché il 2020 sia l'anno della ripartenza. La stabilità non può essere immobilismo - ha aggiunto - c'è un problema di crescita. Italia Viva proporrà piano choc per sbloccare i cantieri, o non saremo in grado di far ripartire l'economia di questo Paese". Di orientamento inverso è stato il senatore del M5S, Gianluigi Paragone:  "Con rammarico mi trovo a votare in dissenso, non sono stato eletto per tenere gli italiani ingabbiati in un bilancio imposto dall'Europa. Dentro questa manovra trovo ancora una volta la logica della gabbia di Bruxelles. Quindi, purtroppo, devo votare no".

Gualtieri: "Piccolo miracolo"

"E' una manovra per i lavoratori e le famiglie, che spinge verso l'equità sociale, che favorisce lo sviluppo e contiene un'inedita e ambiziosa scommessa sull'ambiente come volano di crescita sostenibile. Abbiamo evitato l'aumento dell'Iva di 23 miliardi, stanziato 3 miliardi per il taglio delle tasse sugli stipendi, aumentato gli investimenti pubblici, dato impulso agli investimenti delle imprese, sostenuto i comuni con risorse preziose. Tutto questo senza tagliare un euro ai servizi pubblici, che invece rilanciamo a partire dalla sanità e dagli asili nido, e ingaggiando una lotta senza precedenti all'evasione fiscale. Con un governo insediato da pochi mesi, che ha ereditato una situazione difficile, questa legge di bilancio può essere considerata un piccolo miracolo". Lo afferma il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, dopo il via libera alla legge di bilancio in Senato.

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