Giovedì 25 Aprile 2024

Sprint sulla manovra economica 2020, tensione tra Pd e M5s

La maggioranza trova l'intesa sulle partite Iva, ma litiga su Radio radicale. E Gualtieri rilancia: va fatta una riforma dell'Iva

Il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri (LaPresse)

Il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri (LaPresse)

Roma, 31 ottobre 2019 - L’ultimo braccio di ferro è sui fondi per Radio Radicale, 8 milioni di euro, una dote difesa a spada tratta dal Pd ma che il leader dei Cinque Stelle, Luigi Di Maio, vorrebbe destinare ai terremotati. Parole che hanno fatto di nuovo ritornare lo spirito 'barricadero' del Movimento, un modo per esorcizzare la sconfitta elettorale in Umbria e rilanciare il suo ruolo nel partito. Un arroccamento che fa infuriare gli alleati di governo anche se a tutti sembra assurdo far saltare una manovra da 30 miliardi per un capitolo che vale solo 8 milioni di euro. Alla fine si arriva a un compromesso: l’emittente continuerà a ricevere i fondi ancora per qualche mese, fino alla nuova gara per la concessione del servizio prevista nel 2020. Fumata bianca anche per l’altra grana sul tavolo del governo: i nuovi vincoli per le partite Iva fino a 65mila euro. Anche qui vincono ai punti i pentastellati che riescono ad eliminare quasi completamente la stretta messa a punto dal ministero dell’Economia. 

Niente stangata per chi affitta e compra casa

La lunga maratona a Palazzo Chigi si chiude solo a tarda serata, dopo due vertici serrati fra i partiti della maggioranza, con il premier Giuseppe Conte a fare da mediatore e il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, impegnato a far quadrare i conti. Parola d’ordine, sfoltire dall’impianto tutte le norme che possono dare fiato alle critiche dell’opposizione, e soprattutto, di Salvini, che parla di un esecutivo di ’manette e di tasse’. Ma la partita non è affatto terminata. Molti nodi saranno sciolti durante il cammino parlamentare della legge di Bilancio. La conferma arriva dal leader dei pentastellati, Luigi Di Maio: "La manovra ci soddisfa ma la miglioreremo in Parlamento". Più duro il renziano Luigi Marattin: "Proveremo a eliminare o ammorbidire tutte le cosiddette microtasse e presenteremo emendamenti per cancellare Quota cento". 

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Soddisfatto, invece, il premier che confida di avere fra le mani finalmente il testo definitivo da inviare alle Camere entro la settimana: "In questa manovra ci saranno meno tasse, meno burocrazia, meno evasione fiscale. Il Paese riparte con più soldi per famiglie, lavoratori e imprese". Sulla stessa linea anche il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri che ospite ieri sera a 'Porta a Porta' guarda già avanti: "Abbiamo rimesso l’Italia in carreggiata. Dopo la legge di bilancio apriremo il cantiere della riforma fiscale, che riguarderà l’Iva e l’Irpef".  Insomma, volti distesi al termine di una due giorni fitta di incontri e di riunioni. Ieri, a dare lo sprint alla legge di Bilancio, i nuovi ritocchi decisi di comune accordo: dalle spese sanitarie (farmacie e ticket) detraibili anche col contante all’obbligo delle auto elettriche o ibride per i nuovi acquisti della pubblica amministrazione fino alla cancellazione dell’aumento delle imposte di registro sulle compravendite immobiliari e all’inserimento – nel passaggio parlamentare – della norma a copertura finanziaria necessaria all’aeroporto di Forlì. Ora, i riflettori si spostano in Parlamento. E il percorso non si presenta per nulla facile.

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