Manovra al rush finale. Maggioranza divisa, salta lo scudo penale. Meloni mette la fiducia

Sul reato di infedele dichiarazione fiscale si consuma lo scontro. Forza Italia era per la linea soft, la premier e Giorgetti hanno detto no. Il bonus ai diciottenni legato all’Isee ma anche al voto di Maturità

Si chiama "infedele dichiarazione" ed è stato l’ultimo oggetto di scontro e di stallo sull’accidentatissimo cammino della manovra. Scontro dentro la maggioranza (con Forza Italia a sostenere lo scudo fiscale penale per il reato indicato e Lega e Fratelli d’Italia a dire no) e con le opposizioni, fino che, a chiudere la partita sono scesi in campo la premier Giorgia Meloni e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti decisi a non far passare l’idea di un governo strizza l’occhio agli evasori totali. Il tutto mentre, di fronte all’ennesima giornata di impasse in Commissione Bilancio alla Camera, è arrivato lo stop del governo, che porrà la fiducia. Secondo quanto stabilito nella serata di ieri dalla conferenza dei capigruppo, infatti, la discussione generale andrà avanti fino alle 11, poi verrà posta la questione di fiducia, con il voto nella tarda mattinata di venerdì. Il termine per gli emendamenti è stato fissato per domani alle 8, quello per gli ordini del giorno alle 10.

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Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti (Ansa)
Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti (Ansa)

Lo scudo penale della discordia

La proposta di introdurre nella manovra il condono per alcuni reati fiscali (quello che viene definito più comunemente scudo penale) spacca la maggioranza e per questo alla fine salta. A determinare la spaccatura, secondo quanto si apprende, sarebbe stata la richiesta del viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto (FI), promotore della misura, di inserire nell’elenco dei reati che avrebbero potuto beneficiare dell’estinzione, anche la "dichiarazione infedele" e non solo l’omessa dichiarazione o l’omesso versamento. Il punto è che al solo ventilare della possibilità, le opposizioni (con Giuseppe Conte e Enrico Letta in testa) sono salite sulle barricate, pronte al massimo dell’ostruzionismo e, dunque, anche al rischio dell’esercizio provvisorio, pur di sbarrare la strada alla misura.

Lo stop di Meloni e Giorgetti

A bloccare l’operazione, però, sono stati direttamente Giorgetti e Meloni. La dichiarazione infedele, infatti, prevede una condotta fraudolenta, praticamente alla stregua del falso in bilancio ed è sembrato troppo insistere. Alla fine si è deciso di farla saltare sostenendo, come detto dal capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti, che si è trattato "della proposta di un singolo", "non condivisa con la maggioranza". Trionfanti le opposizioni per lo scalpo ottenuto, si tratterà di vedere che accadrà nei prossimi mesi. Anche se lo stesso Foti, di fronte alle rimostranze degli azzurri anche per la sua uscita, ha spiegato che "la legge di Bilancio non è lo strumento idoneo per la finalità della misura di cui si parla. Questo non esclude che la norma in questione non sia inserita in un altro provvedimento e che possa trovare adeguata collocazione".

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Il bonus per i diciottenni nella nuova versione sarà di 500 euro con tetto Isee fino a 35mila euro o 100 alla maturità. Mille euro se si soddisfano entrambi i criteri. Possibile il rifinanziamento del bonus psicologo. Mentre i relatori hanno puntato a proporre un tetto agli stipendi dei manager delle banche salvate attraverso l’intervento dello Stato: circa 240mila euro. Tra gi emendamenti anche quello che toglie il divieto di incarichi remunerati della pubblica amministrazione a chi è già in pensione.

L’ultimatum del Mef

Dal Mef è arrivata una provocazione per mandare a tutti il messaggio che se si vuole portare a casa qualche modifica, e qualche bandierina che ogni partito possa poi rivendicare con il suo elettorato, il tempo stringe. Anzi, di fatto è quasi finito. I ritardi dei lavori, che dopo una settimana circa non hanno portato a nessuna approvazione in commissione, avvicinano lo spettro dell’esercizio provvisorio che si cercherà di scongiurare con un voto blindato con la fiducia, che e porterà con ogni probabilità al primo ok venerdì 23 dicembre.