Bruxelles, 21 novembre 2023 – L’Unione europea non promuove la manovra finanziaria dell’Italia. Secondo il parere della Commissione pubblicato oggi sul documento programmatico italiano, la legge di Bilancio – per com’è adesso – “non è completamente” in linea con le raccomandazioni del Consiglio Ue, in materia di crescita della spesa, ma non solo. Non si tratta di “una bocciatura”, precisa il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni, ma di “un invito alla prudenza”. Che costringerà comunque il Tesoro a rivedere i conti.
Perché l’Italia non rispetta le raccomandazioni Ue
Le raccomandazioni Ue indicavano di limitare la crescita della spesa all’1,3% del Pil. In base alle ultime previsioni Ue per l’anno prossimo, la percentuale sarà pari allo 0,9%. Dunque, inferiore alla soglia. Tuttavia - spiegano i tecnici di Bruxelles - le stime attuali della spesa primaria netta finanziata a livello nazionale nel 2023 sono superiori a quanto previsto al momento della raccomandazione (dello 0,8% del Pil)".
"Spesa per Superbonus superiore alle attese nel 2023”
Colpa del Superbonus. Le previsioni d'autunno 2023 della Commissione hanno rivisto al rialzo l’impatto sul deficit del 2023 a seguito di un utilizzo della maxi agevolazione superiore al previsto. Interventi legislativi modificano poi la natura dei crediti d'imposta, il che implica che essi non abbiano alcun impatto previsto sulla spesa del 2024. Nella sostanza il peso debitorio è stato scaricato sul 2023, sgravando i conti del 2024, grazie anche all'interpretazione fornita da Eurostat sui crediti pagabili. Finisce che “il conseguente tasso di crescita della spesa nel 2024 sarebbe superiore al tasso di crescita raccomandato, dello 0,6% del Pil”.
“Risparmi in materia di caro energia non sono utilizzati per il deficit”
Non sono le sole riserve espresse dalla Commissione sulla finanziaria. L’Ue critica il governo per non aver utilizzato i risparmio dal taglio dei sussidi contro il caro energia per ridurre il deficit. "Secondo le previsioni della Commissione, tenendo conto delle informazioni contenute nel Dpb (Documento programmatico di bilancio ndr), le misure adottate per mitigare l'impatto economico e sociale dell'aumento dei prezzi dell'energia dovrebbero essere attenuate entro la fine del 2023, con un impatto di riduzione del deficit nel 2024 dell'1% del Pil. Tuttavia, i relativi risparmi non è previsto che siano pienamente utilizzati ridurre il disavanzo pubblico", si legge nelle raccomandazioni.
“Misure fiscali limitate nel tempo”
Non solo. In materia fiscale l’Italia non avrebbe fatto abbastanza. Le misure previste dalla manovra economica dell'Italia "non affrontano" il problema dell'erosione della base imponibile, sottolinea la Commissione Europea. E sono “limitate nel tempo”. Nell'ottobre 2023, ricorda l'esecutivo Ue, il governo "ha adottato un decreto legislativo che prevede un primo passo attuativo nella riduzione della tassazione sul reddito per i redditi medio-bassi, unendo il primo e il secondo scaglione fiscale con un'aliquota fiscale più bassa e rivedendo le detrazioni fiscali sui redditi superiore a 50mila euro, che al momento è legiferato solo per l'anno 2024. Questi interventi, compresa la revisione delle detrazioni fiscali, hanno una portata piuttosto limitata e non affrontano l'erosione della base imponibile, che è stata ulteriormente ridotta lo scorso anno con l'estensione del regime fiscale forfettario per i lavoratori autonomi".
Promossi e bocciati
Dunque cosa succede? La Commissione invita l'Italia a "tenersi pronta ad adottare le misure necessarie nell'ambito del processo di bilancio nazionale per garantire che la politica fiscale nel 2024 sia in linea con la raccomandazione". Il governo Meloni insomma è chiamato a limare i conti nell’ultima versione della manovra che dovrà essere approvata entro fine anno. Non è l’unico. L'Italia fa parte del gruppo di nove Paesi dell'eurozona 'rimandati', assieme ad Austria, Germania, Lussemburgo, Lettonia, Malta, Paesi Bassi, Portogallo e Slovacchia. Rischiano di non essere proprio in linea invece Belgio, Finlandia, Francia e Croazia. Promossi in sette: Cipro, Estonia, Grecia, Spagna, Irlanda, Slovenia e Lituania.
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