Giovedì 18 Aprile 2024

Mai più tragedie come il Kursk Nasce alla Spezia la tecnologia per i soccorsi negli abissi del mare

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Anna Pucci

S. STEFANO (La Spezia)

RICORDATE la tragedia del Kursk? Il sottomarino nucleare gioiello della flotta russa del Nord affondò il 12 agosto 2000 nel mare di Barents, a seguito di una esplosione, mentre era impegnato in un’esercitazione militare. A bordo 107 persone di equipaggio. Non si salvò nessuno. Da allora l’attenzione verso il rischio di simili incidenti è salita ed è stata una piccola azienda spezzina a ideare e produrre la tecnologia per i team di primo soccorso adottata dalle Marine Militari di Italia, Gran Bretagna e Australia. «E’ un sistema di comunicazione di emergenza per sommergibili wireless – spiega Carlo Vassale, manager e comproprietario di Telesub Lanterna – che abbiamo sviluppato alcuni anni fa per la Marina italiana e poi fornito anche alle Marine britannica e australiana. Ogni Marina ha un team di emergenza, l’unità che per prima arriva in zona con mezzi aerei, più veloci delle navi, si lancia e crea una base con autogonfiabili. Questo team ha bisogno di un comunicatore aviolanciabile per stabilire un contatto con l’unità in avaria. I sommergibili hanno di default un dispositivo ricetrasmittente d’emergenza ma prima potevano comunicare solo con le unità navali. La novità è che il nostro dispositivo è portatile e aviolanciabile e consente alla squadra di emergenza di avviare le comunicazioni e valutare la situazione».

E’ solo una delle intuizioni sorprendenti che hanno segnato la storia imprenditoriale di Telesub Lanterna srl. La società fu fondata alla fine degli anni ’70 alle Grazie di Porto Venere da Alberto Lanterna, ex dipendente della Marina. Negli anni ’90 il trasferimento nella nuova sede di Santo Stefano Magra. Nel ’97 l’arrivo di Carlo Vassale, che oggi ha 46 anni.

Come ha avviato questa impresa?

«Ero ufficiale di Marina in forza a quello che allora si chiamava Mariperman (armi subacquee) oggi Cssn (centro supporto e sperimentazione navale) – racconta –. Vengo da una famiglia di Marina, mio padre è ammiraglio incursore. Sono entrato come dipendente, nel 2000 sono diventato socio e amministratore e nel 2008, alla scomparsa di Alberto Lanterna, ho dato continuità e nuovo impulso alla società».

In sintesi, di che cosa si occupa Telesub Lanterna?

«Operiamo nel settore delle tecnologie subacquee professionali. Sistemi di comunicazione subacquei, video e illuminazione. Ma anche cavi, connettorizzazioni e cablaggi subacquei per ogni tipo di applicazione, sia off-shore che in-shore. A Fincantieri, per esempio, abbiamo fornito e installato tutta la parte di cablaggio subacquea per i i quattro i sommergibili classe U-212A costruiti e varati al Muggiano della Spezia».

Altre esperienze particolari?

«Lavoriamo anche per aziende del campo off shore. A un cliente italiano che ha progettato e costruito il sistema di varo chiamato “stinger” per una nave posatubi cinese, abbiamo garantito la progettazione e fornitura di tutto il cablaggio subacqueo e curato l’installazione in cantiere a Shanghai e Yantai. Ora la posatubi è in Qatar, dove andremo a fare un altro intervento. Petronas, multinazionale che estrae petrolio e ha affidato a noi la parte di cablaggio subacqueo».

Siete arrivati in Antartide...

«Abbiamo progettato e prodotto sistemi per ripresa ed illuminazione per l’Enea utilizzati nelle campagne antartiche di ricerca utilizzate nella Base italiana Mario Zucchelli, rimasti operativi per 2 anni consecutivi».

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