
UN POS per accettare i pagamenti, un registratore fiscale e un software gestionale: oggi aprire un bar o un negozio...
UN POS per accettare i pagamenti, un registratore fiscale e un software gestionale: oggi aprire un bar o un negozio significa mettere assieme dispositivi e tecnologie che spesso non dialogano tra loro. A meno che non si scelga Qromo, la startup fondata da Francesco Basile, 30 anni, milanese, ex enfant prodige della tecnologia, divenuto imprenditore. Nata nel pieno della pandemia del Covid 19, Qromo è apparsa sulla scena offrendo una piattaforma "tutto in uno" che consente di gestire con la tecnologia un punto vendita in modo autonomo, economico e digitale, curando ogni aspetto dell’attività, dai pagamenti all’inventario. "Non siamo solo un semplice fornitore software, siamo un partner digitale per le attività commerciali", spiega Basile. "Abbiamo un sistema proprietario, non ci appoggiamo a terze parti e tutto passa per la nostra piattaforma".
In altre parole, attraverso la soluzione creata da Qromo un esercente può emettere scontrini, accettare pagamenti da smartphone, gestire menù, prenotazioni, fare analisi sul proprio business e persino attività di marketing attraverso i dispositivi digitali. Il telefonino di nuova generazione o il tablet si trasformano inoltre in Pos e registratori di cassa, grazie al sistema tap to pay che permette di saldare il conto avvicinando il proprio smartphone a quello dell’esercente. La vera rivoluzione è dunque nella semplicità: esiste infatti un sistema di self onboarding dove in pochi passaggi, in autonomia, l’esercente carica i propri dati aziendali e in meno di dieci minuti diventa operativo con un Pos per ricevere i pagamenti abilitato sugli iPhone e i dispositivi Android, con un menù digitale aggiornabile in tempo reale e una reportistica dettagliata per tenere sotto controllo l’intera gestione del punto vendita.
Con un costo medio di 50 euro al mese, Qromo permette dunque di integrare in un solo strumento ciò che, a detta di Basile, oggi richiederebbe fino a 10 fornitori diversi e oltre 10mila euro all’anno di spesa. Il fondatore della startup milanese sottolinea come l’innovazione creata dalla sua azienda sia pensata per ridurre i tempi di attesa dei servizi e perfino le code alla cassa. Attorno al nocciolo duro dei servizi hi-tech, Qromo propone una gamma di strumenti complementari: ordinazioni e pagamenti direttamente dal tavolo tramite QR code, sistemi di prenotazione a distanza che comunicano con la cucina e perfino un modulo di marketing digitale. Tutto collegato, tutto integrato. "Anche per avere questi servizi complementari, un ristoratore dovrebbe rivolgersi a 8 o 9 fornitori diversi. Noi li abbiamo riuniti tutti in un unico ecosistema", continua ancora Basile. Qromo annovera tra i propri clienti realtà di rilievo e ha conquistato location importanti come fiere (tra cui Milano e Rimini), stadi dalla Serie A come lo Juventus Stadium fino a sport come basket e volley, grosse catene di ristorazione e prestigiose venue culturali come il parco scientifico ComoNExT Innovation e il Museo Immaginario Scientifico di Trieste, solo per citare qualche esempio. I servizi della startup milanese non si limitano però al settore della ristorazione: il sistema è stato pensato infatti anche per l’intero mondo retail, cioè per tutte le attività che hanno a che fare col mondo del commercio al dettaglio.
Nel primo anno di attività commerciale, la startup ha generato quasi un milione di euro di fatturato, un traguardo che il suo fondatore considera notevole visto che i servizi sono stati lanciati per la prima volta nel 2024 dopo anni di test, condotti veramente sul campo: "Per capire davvero le esigenze di un ristoratore, mi sono addirittura comprato un bar a Milano e ci ho lavorato per un anno", racconta Basile. Il suo feeling con la tecnologia, invece, iniziò da bambino: "Ho tre fratelli molto più grandi di me che usavano il computer quando ero ancora piccolino: li studiavo, li osservavo, li seguivo e posso dire di essere cresciuto con il pc in mano". E così nel 2007, non appena suo zio gli portò un iPhone dagli Stati Uniti, Basile era già in grado di "craccarlo" e renderlo funzionante anche in Italia, benché nel nostro Paese gli smartphone fossero ancora degli oggetti misteriosi un po’ per tutti.
Da lì in poi il suo legame con l’hi-tech divenne via via più saldo: a soli 12 anni sbloccava gli iPhone comprati all’estero per un negozio di telefonia di Milano dove si servivano molti clienti vip, pochi anni dopo collaborava già con aziende come Ferrero, per la quale ideò lo speaker a forma di Nutella, dotato di tecnologia Bluetooth. Senza dimenticare la sua parentesi in Cina, dove visse due anni e mezzo, constatando come nel lontano Oriente i pagamenti digitali, soprattutto con i dispositivi mobili, avessero già fatto passi da gigante rispetto a noi. In tutto il mondo, però, l’innovazione sembra avere ormai la strada spianata. "Le nuove generazioni pagano con carta già a 12 anni. Quando apriranno un’attività commerciale o diventeranno consumatori adulti non vorranno usare strumenti vecchi. Vorranno soluzioni come la nostra", dice ancora il fondatore di Qromo.
Ora, dopo l’avvio in Italia, nel mirino c’è l’espansione all’estero in decine di paesi stranieri dopo che sono già stati effettuati test in Spagna, Germania e in altri mercati europei. Ma nel mirino ci sono anche mercati extra Ue come gli Stati Unit e gli Emirati Arabi. La startup ha raccolto capitali in due round di finanziamenti per oltre 1 milione di euro. Un primo round si è chiuso nel febbraio del 2023, ha portato a Qromo circa 360 mila euro di risorse, oltre che le competenze di molti investitori provenienti da grandi aziende come Tucano, Rothschild & Co, Mediaset. Un secondo round di investimento, chiuso il 31 gennaio 2024, ha portato un aumento di capitale di circa 800 mila euro e a una valutazione dell’azienda di circa 8 milioni.