Martedì 23 Aprile 2024

Tecnologia e natura alleate per salvare il pianeta

Tecnologia e natura  alleate per salvare il pianeta

Tecnologia e natura alleate per salvare il pianeta

NATURA contro tecnologia? è un falso problema. Da un lato, il dilemma è ormai superato, perché la tecnosfera prevale di gran lunga sulla biosfera. Già negli anni Novanta Don Norman, un neuroscienziato dell’università della California, calcolò che l’americano medio incontra ben 20mila manufatti nella sua vita quotidiana, molti di più degli animali e delle piante che sarebbe in grado di distinguere. Le specie catalogate sulla Terra, infatti, sono un milione e mezzo in tutto, contro i 7 milioni di brevetti registratti solo negli Stati Uniti. Dall’altro lato, tecnologia e natura non sono necessariamente nemiche. Fin dalla notte dei tempi, l’umanità ha inventato dei sistemi ingegnosi per farsi aiutare dalla natura a risolvere i problemi della vita quotidiana, senza demolire il paesaggio, come possiamo osservare ad esempio nell’opera di Leonardo. E può continuare a farlo, con le Nature Based Solutions. Si tratta di soluzioni che lavorano di concerto e non in contrasto con la natura per difenderci dall’inquinamento, dalle ondate di calore, dalle bombe d’acqua, dall’impoverimento del suolo e dall’emergenza climatica, che ormai sono i principali problemi dell’umanità.

Le tragiche inondazioni che hanno colpito l’Europa nell’estate del 2021 e la gravissima siccità sulle Alpi di questi ultimi due anni sono stati un chiaro avvertimento di quanto abbiamo bisogno della sua protezione. Mitigare le isole di calore e il dissesto idrogeologico piantando alberi, supportare la gestione delle acque di reflusso trasformando tetti e cortili in aree verdi, favorire la biodiversità, la vita degli insetti e la difesa del suolo riportando alberi, siepi e fiori nei campi devastati dalle monoculture sono tutte azoni basate sulla natura per riparare il degrado dei territori e ripristinare le risorse naturali, da cui dipende, in un modo o nell’altro, circa la metà del Pil mondiale. "Questo è un anno fondamentale per reimpostare la nostra relazione con la natura", ha detto recentemente Antonio Guterres, segretario generale dell’Onu. Per raggiungere i target che ci siamo posti sull’emergenza climatica, sulla biodiversità e sulla difesa del suolo, saranno necessari investimenti per oltre 8mila miliardi di dollari da qui al 2050, secondo le stime dell’Onu. Il che si traduce in uno sforzo di 536 miliardi di dollari all’anno, ovvero circa il quadruplo di quanto già si stia facendo.

Ad oggi, solo 133 miliardi all’anno fluiscono in questa direzione, di cui solo il 14% sostenuto da privati. Il resto è spesa pubblica. "Un numero crescente di aziende sta già sostenendo le soluzioni basate sulla natura, ma è tempo di passare da una nicchia a un movimento più ampio", rileva John Bell, responsabile della Salute del Pianeta nella DG Ricerca e Innovazione della Commissione Europea. Un approccio economico basato sulla natura è complementare a concetti come l’economia circolare e la bioeconomia, ma mentre queste due sono ormai aree ampiamente esplorate, meno attenzione è stata dedicata alle sfide che le imprese basate sulla natura devono affrontare per fornire questo tipo di soluzioni. "La ripresa post-pandemica è una grande opportunità per riportare la natura al centro delle nostre società", si augura Bell. Bruxelles vorrebbe posizionare l’Europa come leader mondiale nel mercato delle Nature Based Solutions, destinato a crescere molto nei prossimi anni. La Commissione Europea, infatti, ha mobilitato la ricerca investendo più di 350 milioni di euro in progetti che puntano sul ripristino degli ecosistemi con soluzioni basate sulla natura.

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