
ARTE DOLCIARIA E CULTURA «Romanengo ha da sempre rappresentato per me un’eccellenza nel panorama gastronomico italiano, un punto di incontro tra arte dolciaria, cultura e raffinatezza», ha sottolineato l’amministratore delegato Violante Avogadro di Vigliano, nella foto a fianco
IL VALORE del tempo e delle cose buone. E’ questa la firma di Violante Avogadro di Vigliano, oggi numero uno, come amministratrice delegata della più antica confetteria d’Italia, Pietro Romanengo fu Stefano, fondata a Genova nel 1780. Violante Avogadro arriva alla guida di Romanengo da Illy Caffè, dopo aver ricoperto ruoli di leadership strategica in aziende come Gucci, Ralph Lauren Home, Montblanc e Roger Vivier. Manager con una profonda sensibilità per l’identità dei brand, porta in Romanengo una visione imprenditoriale ampia e inclusiva, unita a una passione per l’artigianalità, l’innovazione e la sostenibilità. Con un percorso professionale a livello internazionale, riconosciuta da Forbes tra i "100 top managers in marketing and communication", incarna una nuova generazione di leadership, capace di leggere le dinamiche dei mercati in rapida evoluzione con uno sguardo attento allo sviluppo valoriale delle aziende e alla valorizzazione del capitale umano. Il suo ingresso avviene in un momento cruciale per Romanengo. L’obiettivo della manager è quello di è proiettare l’eredità e il savoir-faire di Romanengo nel futuro, mantenendo vivi i valori che la contraddistinguono da quasi due secoli e mezzo, ma aprendosi a nuove sfide, nuovi linguaggi e nuove opportunità, anche sul piano internazionale.
"Romanengo ha da sempre rappresentato per me un’eccellenza nel panorama gastronomico italiano, un punto di incontro tra arte dolciaria, cultura e raffinatezza", dice Violante Avogrado, all’indomani dell’apertura del nuovo Salon de Thé, nel cuore di Genova, accanto allo storico negozio di Soziglia risalente al 1814.
Partiamo dalla storia. Quali sono le vostre origini? "Questa è un’azienda storica, nata nel 1780 ed è la più antica confetteria d’Italia. Oggi è stata acquisita da un imprenditore privato, ma all’interno di Romanengo lavora ancora l’ottava generazione della famiglia, ci sono due nipoti dei primissimi fondatori, che si occupano tuttora della produzione e della qualità. E’ molto importante che Pietro Romanengo ci possa raccontare elementi della storia più recente di Romanengo e che con gli stessi elementi possano diventare nuovo valore per le sfide attuali e future".
Fra le sfide c’è sicuramente anche l’apertura di questo nuovo salone da tè, che ricorda lo stile di un tempo: è così? "Il salone da tè è un omaggio alla cultura europea del gusto e della conversazione, che ben si sposa con l’anima di Romanengo: raffinata, senza tempo, ma sempre attenta al presente. Abbiamo voluto creare un luogo dove ci si possa fermare, riscoprire il piacere di un piatto o di un tè servito con cura, accompagnato da una pasticceria d’eccellenza, immersi in un’atmosfera che parla di bellezza e di cultura. Non è un caso che questo nuovo inizio avvenga proprio qui: Romanengo era già presente in questo palazzo anni fa. La sala che oggi accoglie i nostri ospiti per una colazione, un gelato o un’insalata, un tempo era riservata ai clienti più affezionati. Grandi nomi come Ira von Fürstenberg vi hanno fatto tappa. Oggi, quello stesso salone torna a vivere, rinnovato ma fedele allo spirito originario: accogliere con eleganza, senza fretta, nel segno della nostra tradizione".
Cosa significa per lei guidare questa azienda? "Tento di valorizzare al massimo proprio gli elementi storici e più valoriali, quindi di proseguire con lo stesso spirito della famiglia. La cultura aziendale è fondamentale per innovare: io credo che si costruisca per il futuro partendo dal passato, da quei valori, ma anche investendo nel tempo, nella qualità, sapendo riconoscere le esigenze nuove dei clienti".
Quali sono le esigenze dei clienti? "I confetti sono solo una parte di ciò che fa Romanengo: oggi vengono usati in maniera diversa rispetto al passato, anche se restano un dolce tipico dei momenti di celebrazione, come nei battesimi, comunioni e matrimoni. Romanengo è specializzata anche in gelato e nella produzione di dolci, come cioccolato, marmellate, sciroppi e le sue famose caramelle con infusi di parte di frutto. Ma non solo. Guardiamo anche ai trend, facciamo esperimenti con prodotti meno zuccherati. Ad esempio, anche noi abbiamo sposato il trend del cioccolato amaro, producendo un cioccolato a 76%. Poi abbiamo tirato fuori alcuni prodotti dal passato e li abbiamo riadattati. Dal passato prendiamo il meglio dell’artigianalità, produciamo ancora in quel modo lì, e dai nuovi trend impariamo come sperimentare".
Avete appena inaugurato un salone da té, dicevamo. Nella vita frenetica attuale pare un controsenso? "Vogliamo che questo salone sia un vero e proprio caffè letterario vogliamo che la gente arrivi lì per prendersi del tempo e che oltre al caffè tradizionali trovi anche alcuni dei prodotti di Romanengo più caratterizzanti punto oggi il lusso e prendersi il tempo per se stessi, per stare con gli amici appunto quando siamo nel salotto di un amico non guardiamo l’orologio virgola non pensiamo agli impegni, all’agenda, godiamo del nostro tempo e della compagnia. Questo salone da té nasce con questa idea prendersi del tempo. Tra l’altro in quello stesso spazio la famiglia che ha fondato Romanengo ha sempre ospitato clienti e persone di riguardo e quindi il luogo stesso ci parla della capacità riascoltare di ospitare e di godere del tempo".
Cosa auspica per il futuro? "Intraprendo questo nuovo percorso con entusiasmo e senso di responsabilità. Il mio impegno sarà quello di accompagnare questa straordinaria maison in una fase di evoluzione, dove passato e futuro possano dialogare con coerenza e bellezza, portando a un pubblico sempre più ampio un’esperienza autentica, culturale e profondamente sensoriale".