DA UN LATO i danni climatici, dall’altro quelli economici. Con l’avvicinarsi del picco della domanda, i mercati del gas e del petrolio diventano sempre più volatili. In questi giorni il prezzo del gas, per la terza volta in un mese, è impazzito a causa degli scioperi negli impianti di liquefazione in Australia. Il Paese è uno dei maggiori esportatori nel Far East – dalla Cina al Giappone – e lo stop alla trasformazione del metano in Gnl (per trasportato via nave) provoca balzi dei prezzi arrivati, in agosto, anche a toccare rialzi del 20 per cento. In settembre gli scioperi – per il rinnovo dei contratti e aumenti salariali – sono ripresi e sui mercati europei le contrattazioni hanno toccato la scorsa settimana sbalzi anche dell’11 per cento in un giorno. Si tratta di effetti speculativi, che non hanno a che fare con i consumi, vista la stagione calda e la domanda stabile. Gli investitori scommettono sull’effetto psicologico: nel caso di scioperi prolungati, la domanda asiatica è destinata a crescere per mancanza di materia prima e questo porterà le grandi economie dell’area a prenotare navi da altri Paesi produttori, influenzando anche il mercato europeo.
In realtà, è da agosto che i prezzi del gas continuano a muoversi sull’ottovolante, perché quando sembra che gli accordi siano più vicini alla firma, le quotazioni immediatamente si sgonfiano. Ma questo non ha impedito alle bollette di salire, come si è visto nell’ultimo aggiornamento (comunicato lunedì 4 settembre), in cui le tariffe sono salite del 2,8%. In parallelo, stanno aumentando anche le quotazioni del greggio, grazie a un taglio di quasi un milione di barili al giorno decisa a luglio dall’Opec, per spingere in su i prezzi. In generale, la volatilità dei mercati dei combustibili fossili, spinti anche dalle incertezze legate all’invasione russa dell’Ucraina, è destinata a continuare anche l’anno prossimo. È il quadro tracciato dalla Commissione europea nel "Summer 2023 Economic Forecast", con le previsioni sull’andamento dell’economia per i prossimi mesi.
L’economia europea, evidenzia Bruxelles, "continua a mostrare una certa resilienza di fronte ai formidabili shock che ha subito negli ultimi anni, ma ha perso slancio". Sebbene i prezzi dell’energia siano diminuiti nei primi mesi del 2023, non si prevede che continuino a diminuire nel 2024. Semmai riprenderanno a salire, sull’onda del caro-petrolio. E. Co.