
L’IDEA È APPARENTEMENTE semplice: mettere in contatto domanda e offerta. Ma Yon, il portale Italiano delle compravendite, appunto, è in realtà una piattaforma online aperta dove vengono inserite, in modo anonimo e consultabile da tutti i visitatori, proposte di vendita e acquisto di aziende, società, quote societarie e azioni. L’idea è nata a Reggio Emilia nel 2012 "agli esordi del digitale", spiega Giorgio Vaccari, fondatore e amministratore delegato di Yon. "Quando siamo nati volevamo dare risposta alle piccole e medie imprese, perché potessero, dal punto di vista dimensionale, rafforzarsi e crescere, per internazionalizzazione, ricerca di capitali e quotazione in borsa. Negli anni abbiamo creato un mercato, nel quale ci sono realtà anche molto piccole o molto innovative che non solo cercano soci o finanziatori, ma anche una struttura industriale nella quale crescere".
È proprio questo l’elemento nuovo del portale, mettere assieme domanda e offerta nel mondo delle piccole imprese – escludendo però bar, ristoranti o spazi fisici, come capannoni o reale estate – e dare al comparto industriale ed economico il meglio dell’innovazione. "Il nostro credo – continua Giorgio Vaccari – è quello di interfacciare piccole aziende innovative a grandi realtà imprenditoriali, perché si possano sposare. Le prime portano innovazione, le seconde organizzazione e struttura". Ogni anno sono oltre 10 le realtà che vengono vendute o comprate tramite il portale, che, essendo online, non ha confini fisici. "Dal 2020 in poi siamo stati cercati da grandi studi di avvocati, da fondi internazionali e banche di medie e grandi dimensioni e siamo passati da un fatturato di 100 mila euro l’anno ad uno di 400 mila. Noi offriamo servizi di intermediazione, ma lasciamo che le due parti agiscano con i propri consulenti di parte, commercialisti, avvocati, senza sostituirci a loro". Quella di Yon è una proposta di intermediazione 4.0 che si avvale del digitale in tutto e per tutto. "Siamo una Amazon delle aziende", dice Vaccari, che prosegue "Abbiano creato due software, uno qualitativo, uno quantitativo, che ci permettono di andare a cercare l’interlocutore più interessante sul mercato. Se abbiamo un’azienda che si occupa di una materia e nessuno coglie l’opportunità, coi software, attraverso il codice Ateco e l’area territoriale, la dimensione potenziale del compratore, altre informazioni, riusciamo ad entrare nelle banche dati pubbliche e trovare aziende. A quel punto tutte sono potenziali compratori. Scriviamo una e-mail personalizzata e questo ci permette di fare goal sempre. Ogni progetto ha almeno un soggetto che inizia una trattativa. Questo in tempo reale. La bellezza di questo strumento sta proprio nel creare un mercato visualizzato in tutto il mondo. Il web e il digitale hanno molta più forza dei canali relazionali tradizionali e soprattutto non hanno confini territoriali o fisici".
Il successo della piattaforma sta proprio in questo, avere investitori o potenziali compratori in tutto il mondo, dall’Inghilterra, alla Nuova Zelanda, passando per l’Italia. Sono 220 mila gli utenti che entrano in piattaforma ogni anno. Nove invece sono le persone che lavorano al progetto. "A loro si aggiungono 6 advisor, che si dividono i progetti per settore merceologico, a seconda delle esperienze professionali. Arrivano tutti dal mondo aziendale. Sanno come pensa l’imprenditore. Una regola che ci siamo dati però è quella di lavorare esclusivamente con società sane e che quindi hanno un potenziale di crescita", aggiunge Vaccari.