
FARE VINO per divertirsi senza nemmeno un ettaro di vigneto. La storia imprenditoriale di Quirico Decordi è di quelle che...
FARE VINO per divertirsi senza nemmeno un ettaro di vigneto. La storia imprenditoriale di Quirico Decordi è di quelle che non si dimenticano, una volta ascoltate. A Motta Baluffi, in provincia di Cremona, ha sede la sua azienda, Vinicola Decordi, che lavora 24 ore al giorno imbottigliando a ciclo continuo su 3 turni. In totale a fine anno le bottiglie riempite saranno oltre 20 milioni con fasce di mercato che vanno dal bassissimo prezzo all’eccellenza servita nei ristoranti stellati; del resto, l’azienda ha oltre 1.000 clienti in più di 58 Paesi grazie a 30 tipi di confezione e tutti i sistemi di tappatura disponibili sul mercato. E lui, Quirico Decordi, 70 anni portati con la leggerezza dell’imprenditore che è innamorato del suo lavoro non è mai stanco di girare il mondo del vino e quello di chi lo compra, ragiona ogni giorno su come farlo rendere a qualsiasi prezzo entri in azienda; e coccola i suoi 50 dipendenti fissi (a cui si aggiungono una ventina di interinali) e guarda ai figli Giulia e Alessandro che lavorano al suo fianco in azienda come continuatori di un progetto di grande interesse.
Nel 2024 Vinicola Decordi ha chiuso i conti con 31 milioni di ricavi (dunque in media poco più di un euro a bottiglia) e poco più di un milione di utile. Quirico Decordi è felicissimo dei suoi risultati economici e attraverso passione, ricerca e innovazione porta in tavola i vini dal basso prezzo al lusso. "Io amo le bollicine – spiega Decordi – e vado a trovare i vini migliori in Oltrepo pavese, ma anche il Lambrusco, e ho la soddisfazione di vedere la mia bottiglia di Lambrusco metodo ancestrale sulla tavola del Pescatore a Canneto sull’Oglio". La mission di Vinicola Decordi è offrire vini frizzanti, spumanti e in generale vini della tradizione vitivinicola italiana nel mercato nazionale ed internazionale. I principi cui l’azienda si ispira sono la duttilità e la versatilità, ovvero la capacità di emergere e differenziarsi dalla concorrenza in qualsiasi livello quali/quantitativo e nel rapporto qualità/prezzo. Nell’ambito di queste linee strategiche di sviluppo improntate ai principi della qualità totale, gli obiettivi della Vinicola Decordi sono: progettare e diversificare le linee di prodotti a seconda del mercato di riferimento, consolidare ed aumentare la quota di mercato, individuare il mercato e le esigenze del cliente e fornire prodotti conformi alle richieste assicurando un servizio di consegna adeguato; ricercare e sviluppare le migliori tecnologie produttive, finalizzate anche all’incremento dell’efficienza nell’uso dell’energia e delle materie prime e alla riduzione degli impatti ambientali sul territorio.
Negli anni a venire Decordi esclude l’ingresso di partner finanziari: "Le aziende, quando entra la finanza, diventano asset da sfruttare. Noi – spiega – vogliamo dare continuità a quello che facciamo e siamo una grande famiglia che prova grande soddisfazione quando le cose vanno bene. Noi vogliamo essere riconosciuti come l’azienda vinicola italiana che, più di tutte, sa coniugare tradizione e innovazione per esprimere al meglio il carattere dei nostri vini nel mondo, differenziandosi per la qualità dell’offerta, per l’accessibilità dei prezzi e per il rispetto dell’ambiente". Non è un caso se l’azienda ha investito oltre 100.000 euro solo nel 2024 nella selezione del personale e ha adottato una gestione orientata al benessere e alla stabilità lavorativa. La qualità di un vino, d’altronde, comincia molto prima della bottiglia. Nel 2024, i costi del personale sono aumentati dell’11,8% rispetto all’anno precedente, segnando un investimento tangibile nel capitale umano. In un mondo che va sempre più verso l’automazione, i robot e l’intelligenza artificiale destinati a sostituire migliaia di posti di lavoro, c’è chi in Italia crede ancora che la vera continuità si costruisca mettendo al centro le persone. Dimostrando che credere nella famiglia, nella comunità e nel lavoro ben fatto si trasformi in fatturato solido, anno dopo anno. E lo fa anche guadagnando pochi centesimi a bottiglia, magari partendo da basi di vino provenienti dalla Spagna o di Muller Thurgau partito dall’Ungheria, ma senza trascurare i grandi vitigni italiani e le loro 300 denominazioni. Questa visione ha portato a una ripartizione equilibrata del fatturato: il 61% proviene dall’estero, con una forte presenza in Germania, Giappone, Ucraina e Portogallo, mentre il restante 39% arriva dal mercato italiano.
La forza di questo approccio sta nella logica dei piccoli numeri distribuiti: "quando costruisci il tuo fatturato su tante quote percentuali, anche minime, in numerosi Paesi, ogni piccolo incremento locale – spiega Quirico Decordi - si traduce in una crescita globale. Basta un modesto aumento delle vendite in ciascun mercato per generare un impatto significativo sul risultato complessivo. È una strategia di lungo termine, robusta e intelligente, che permette di scalare senza dipendere da un singolo Paese e di reggere meglio agli imprevisti doganali del contesto internazionale". A questi risultati si aggiungono investimenti significativi per oltre 3,5 milioni di euro, destinati ad ammodernare e potenziare l’impianto produttivo: nuove autoclavi, sistemi di spumantizzazione, interventi sul depuratore, miglioramento dei sistemi gestionali e digitali. Tutto è pensato per garantire efficienza, qualità e rispetto per l’ambiente. E non è un caso se l’azienda ha usufruito del Credito d’Imposta "Industria 4.0", testimoniando il suo orientamento all’innovazione. Adesso in programma c’è un nuovo capannone industriale da 1800 metri quadrati e una nuovissima linea di imbottigliamento da un milione di bottiglie a settimana. E poco importa se il contenuto costa poco. Tanto il "poco" alla fine fa il "molto".