Venerdì 18 Aprile 2025
REDAZIONE ECONOMIA

Obiettivi Esg. In Italia la logistica è pronta, l’Europa no

CONFLITTI E INCERTEZZA geopolitica sono stati al centro del convegno promosso da Economia Pulita, nella sede del Parlamento Europeo: "Un...

APPELLO ALLE ISTITUZIONI Sostenibilità e governace devono essere al centro del dibattito politico ed economico. Da qui l’invito di Economia Pulita e di Federtrasporti alle istituzioni nazionali ed europee. L’80% delle aziende che acquistano logistica ha già avviato progetti di transizione ambientale e chiede di fare altrettanto agli altri attori della filiera

APPELLO ALLE ISTITUZIONI Sostenibilità e governace devono essere al centro del dibattito politico ed economico. Da qui l’invito di Economia Pulita e di Federtrasporti alle istituzioni nazionali ed europee. L’80% delle aziende che acquistano logistica ha già avviato progetti di transizione ambientale e chiede di fare altrettanto agli altri attori della filiera

CONFLITTI E INCERTEZZA geopolitica sono stati al centro del convegno promosso da Economia Pulita, nella sede del Parlamento Europeo: "Un nuovo paradigma di logistica sostenibile alla luce delle norme che regolano il settore e la filiera". La logistica, d’altra parte, è fondamentale anche nell’intento di riconvertire in chiave green parte dell’economia nostrana. "In un contesto industriale e finanziario di estrema fragilità ed incertezza, la politica europea ed italiana è chiamata a sostenere un percorso lineare delle imprese verso la sostenibilità, evitando di passare da stringenti obblighi e tempi non compatibili con le piccole e medie imprese italiane, ad un rinvio incerto, con il rischio di inutili costi in capo alle imprese che avevano già iniziato un percorso di compliance", dice Alessandro Servadei (nella foto a destra), presidente di Economia Pulita. Economia Pulita nasce dalla visione di un gruppo di professionisti ed accademici, esperti in scienze aziendalistiche, giuridiche e della comunicazione, a cui si sono aggiunte le nuove professionalità dell’ingegneria ambientale. Formazione, informazione, lobbying e servizi di consulenza personalizzata per una reale transizione ambientale e sociale delle imprese italiane, nel rispetto delle normative europee e domestiche, attraverso l’adozione dei primari valori etici dei fattori Esg. Sostenibilità e governance devono essere al centro dell’agenda politica, ma anche economia del Paese.

"Il settore della logistica e del trasporto merci in Italia vale circa 135 miliardi di euro l’anno, con un’incidenza sul Prodotto interno lordo nazionale del 8,2%", aggiunge Antonello Fontanili (nella foto in basso), direttore di Uniontrasporti. "Ma nel settore – continua – si verifica il 17% di tutti gli infortuni mortali sul lavoro, la produzione di un terzo dei gas climalteranti emessi dai trasporti e quasi metà degli ossidi di azoto e delle polveri sottili addebitate al solo trasporto su strada. Bastano questi numeri a definire l’urgenza di proseguire con più vigore il percorso verso una maggiore sostenibilità ambientale e sociale con obiettivi rendicontati e certificati in maniera trasparente".

Stando i dati dell’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano – Osservatorio diretto da Damiano Frosi (nella foto a a sinistra) – l’80% delle aziende che acquistano logistica ha già avviato progetti di transizione ambientale e chiede di fare altrettanto agli altri attori della filiera. Il 57% dei fornitori di logistica sta rispondendo con l’utilizzo di almeno 4 tecnologie diverse per la sostenibilità ambientale, mentre è ancora in salita l’allineamento sulla sostenibilità sociale e di governance. L’associazione di categoria da anni conduce un monitoraggio scientifico in ciascuna provincia sulle performance delle infrastrutture logistiche, energetiche e digitali e indagini, interpellando le aziende dei vari distretti territoriali e produttivi, per fare emergere le loro richieste, esigenze, problematiche. In una recente ricerca, condotta nella Regione Friuli Venezia Giulia, che, per le sue ottime performance nel settore delle infrastrutture, della logistica e dell’intermodalità, è stata assunta a valido benchmark nazionale, emergono le persistenti difficoltà nella transizione digitale e verso la sostenibilità ma anche, contemporaneamente, l’esigenza di proseguirla e incentivarla. Infatti, l’87% degli operatori sono almeno parzialmente d’accordo nel ritenere la sicurezza nella logistica e nel trasporto merci un elemento cruciale sul quale investire e il 75% vede nelle condizioni di lavoro un elemento di forte criticità. Il mondo della logistica, e dei trasporti in particolare, soffre di una carenza di personale. Oltre un’azienda su due dichiara di non trovare personale. Per tutte, inoltre la sostenibilità ambientale nella logistica e nel trasporto merci è un elemento cruciale per la tenuta, anche economica, dell’intera filiera distributiva. Sebbene ancora l’88% delle aziende non sia in grado di stimare la propria impronta carbonica.

Quanto al seguire protocolli o certificazioni di logistica sostenibile o sistemi di gestione ambientale, energetica o di salute e sicurezza sul lavoro, nel Friuli Venezia Giulia a farlo oggi è il 50% delle imprese, tutte caratterizzate dall’avere più di 50 dipendenti. Tuttavia, a livello sia regionale sia nazionale emerge ancora una contenuta propensione a fare investimenti per migliorare le proprie performance di sostenibilità. Il 45,5% delle imprese interpellate (media nazionale) non ne ha fatto alcuno negli ultimi tre anni, con punte superiori al 50% in alcune regioni (Toscana 59,1%, Friuli Venezia Giulia 55%, Lazio 53,5% ). Se non li ha fatti è perché il 31% di loro ritiene che la sua attività non richieda interventi oppure, il 29,2%, non vi intravede vantaggi rilevanti per la sua impresa. Chi invece li ha fatti si è indirizzato prevalentemente verso la realizzazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile (22,2%) e l’acquisto di mezzi a basso impatto ambientale (20,6%) e di nuovi materiali più sostenibili (12,2%). Ora la sfida Europea è anche sulle norme.

Le modifiche proposte dalla Commissione europea e dal Consiglio Ue nel pacchetto Omnibus alla direttiva Csrd, quella che prescrive a una più ampia platea di imprese di redigere una rendicontazione di sostenibilità, rendono più incerto l’attuale quadro normativo e potrebbero compromettere il percorso virtuoso di tutte le filiere industriali, compresa quella della logistica. Un settore responsabile di un quarto delle emissioni nocive e non esente da altre situazioni di gestione aziendale poco sostenibili: tutti elementi che la direttiva e il legislatore nazionale puntano a sanare.