Mercoledì 24 Aprile 2024

"Non solo scarpe Così mettiamo la sostenibilità sotto i piedi"

"Non solo scarpe  Così mettiamo  la sostenibilità  sotto i piedi"

"Non solo scarpe Così mettiamo la sostenibilità sotto i piedi"

RISPONDE AL TELEFONO fra un meeting e l’altro, mentre Milano è in pieno fermento per il Salone del mobile, kermesse che, da anni, celebra il connubio fra design contemporaneo, arte e moda e mette sotto i riflettori temi ‘caldi’ come la sostenibilità. Già, la sostenibilità: la stella polare della startup milanese Acbc (acronimo di ‘Anything can be changed’, letteralmente ‘tutto può essere cambiato’), fondata nel 2017 da Edoardo Iannuzzi (nella foto) e Gio Giacobbe. "Mi sono laureato al Politecnico di Milano con una tesi dedicata al miglioramento della calzatura dal punto di vista della sostenibilità: era il 2010, a parlare di questi argomenti eravamo una sparuta minoranza", racconta Edoardo Iannuzzi, che oggi riveste il ruolo di direttore creativo e responsabile della sostenibilità di Acbc ed è tornato al Politecnico come docente di Moda ecosostenibile. "All’indomani della laurea, mi sono avventurato in una lunga ricerca su tecnologie e materiali, con l’obiettivo di rendere il prodotto più sostenibile: ho applicato i principi dell’eco-design e selezionato con attenzione i materiali con cui comporre la calzatura del futuro".

È nata così, nel 2017, la ‘Zip shoe’, la scarpa con la zip, formata da una suola e da una tomaia, separate e congiunte con una cerniera impermeabile, capace di girare a 360 gradi. Presentata su una piattaforma di crowdfunding e immediatamente definita la scarpa più sostenibile al mondo, permette di acquistare una sola suola e di cambiare stile quando lo si desidera, modificando solamente la parte superiore. "Il prodotto può essere disassemblato, riparato e successivamente riciclato: in una sola parola, diviene circolare", sintetizza Iannuzzi. La startup Acbc comincia il suo percorso e nel 2020 viene selezionata dal noto programma di accelerazione B-Heroes perché ritenuta tra le più promettenti d’Italia, con un elevato potenziale di innovazione.

"Avevamo già sviluppato diverse creazioni (soprattutto sneakers) con il nostro brand", prosegue Iannuzzi, "ma dopo l’esplosione del Covid ci siamo resi conto che il mercato aveva bisogno, più che di un nuovo marchio, di nuove soluzioni e tecnologie in grado di aiutare il settore moda a realizzare un obiettivo assai ambizioso: ridurre le emissioni di anidride carbonica del 50% entro il 2030. Per raggiungere questo traguardo, è necessario applicare un metodo scientifico che permetta di misurare le emissioni prodotte da ciascun capo dall’inizio alla fine, ovvero da quando viene disegnato e progettato fino al termine del suo ciclo di vita".

D’accordo con il socio Gio Giacobbe, amministratore delegato di Acbc – con un passato da general manager di importanti maison di moda – Iannuzzi sposta il focus della startup su consulenza e sviluppo di servizi: una scelta vincente, poiché oggi l’azienda vanta almeno 50 collaborazioni con colossi della moda, tra cui Diadora, Baldinini, Pinko, Msgm, Missoni, Save the Duck, Piquadro. "Se ci fossimo limitati a produrre sneakers col nostro marchio avremmo avuto un impatto limitato; grazie al coinvolgimento di tanti altri brand e alla condivisione delle nostre competenze riusciamo ad amplificare notevolmente l’impatto benefico sul pianeta", spiega ancora il co-fondatore Iannuzzi. "Acbc è diventata punto di riferimento per tutte le aziende del settore calzaturiero che intendono migliorare il proprio livello di sostenibilità: non è più solo una questione di ‘greenwashing’ (‘ambientalismo di facciata’, strategia di marketing finalizzata ad attrarre l’interesse dei consumatori più attenti all’ambiente, ndr), ma di guardare al futuro con maggior consapevolezza e preoccupazione".

Poco più di un anno fa, Acbc è diventata azienda B corp (Certified B corporation), prima realtà italiana a ricevere questa importante certificazione nel settore delle calzature: le aziende B corp si impegnano, infatti, a rispettare rigorosi standard per garantire un impatto positivo sui propri dipendenti e, più in generale, su società e ambiente, conciliando economia e profitto con etica, sostenibilità e benessere. "Oggi, grazie a partnership sempre più trasversali, non produciamo più solo sneakers, ma calzature di ogni genere, borse e occhiali. E, in occasione del Salone del Mobile, facciamo il nostro debutto nel food, grazie a una nuova collaborazione con Alpro, il marchio degli yogurt e bevande vegetali", dice Iannuzzi. Mercoledì scorso, infatti, le due aziende hanno organizzato un evento in un noto locale di Milano, durante il quale è stata analizzata l’impronta di carbonio di un cappuccino e spiegata ai presenti la differenza d’impatto ambientale tra un cappuccino tradizionale e uno vegano.

L’entusiasmo con cui Iannuzzi riferisce i risultati raggiunti in pochi anni dalla startup lascia intuire che non è certo finita qui, anzi: "i nostri uffici sono a Milano e Parigi, i distretti produttivi in Veneto e nel Pesarese, attualmente il nostro team comprende 35 persone. Ma cresceremo ancora, abbiamo posizioni sempre aperte. Nel 2022 abbiamo chiuso un fatturato pari a 13 milioni di euro: per il 2023 l’obiettivo è superare quota 20 milioni".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro