Venerdì 13 Giugno 2025
GIORGIO COSTA
Made in Italy

L’universo Biolab per vegani, vegetariani e tanti flexitariani

FACEVA l’operaio e costruiva sedie, Massimo Santinelli. Quando era ora di pranzo un problema di salute lo costringeva a mangiare...

FACEVA l’operaio e costruiva sedie, Massimo Santinelli. Quando era ora di pranzo un problema di salute lo costringeva a mangiare...

FACEVA l’operaio e costruiva sedie, Massimo Santinelli. Quando era ora di pranzo un problema di salute lo costringeva a mangiare...

FACEVA l’operaio e costruiva sedie, Massimo Santinelli. Quando era ora di pranzo un problema di salute lo costringeva a mangiare diverso dagli altro con riso e strani legumi, una dieta che gli aveva con consigliato un farmacista di fiducia e che lo aveva avvicinato alla cucina macrobiotica fatta di tofu e seitan. E così, piatto dopo piatto, ha iniziato a pensare di cambiare vita e di fare di quella sua "strana" alimentazione un nuovo lavoro.

Era il 1991, l’economia tirava e le banche prestavano denaro senza troppa parsimonia; così Santinelli decise il grande passo della partita Iva e creò le premesse di una Biolab che ha fatturato 22 milioni di euro nel 2024, mettendo a segno una crescita del 30% sull’anno precedente, dà lavoro a 170 dipendenti, esporta in 30 Paesi e si articola sulla base di 5 stabilimenti produttivi tutti collocati nell’estremo lembo orientale d’Italia a due passi dalla Slovenia, da cui provengono tanti dei lavoratori Biolab.

"L’espansione oltre l’Europa è frenata principalmente da vincoli logistici legati alla natura refrigerata dei prodotti, ma la direzione intrapresa è chiara: presidiare bene il mercato europeo e continuare a investire in innovazione", spiega l’ad Massimo Santinelli (nelle foto). Che aggiunge: "Non avrei mai pensato ad una crescita così impetuosa ma abbiamo intercettato un momento in cui la cultura alimentare sta cambiando e noi andiamo incontro all’esigenza sia dei vegetariani puri sia dei tanti flexitariani che magari in frigorifero hanno il pollo ma tengono anche prodotti a base vegetale che sono sempre più gradevoli e hanno perso quel senso di alimento ‘punitivo’ che avevano un tempo".

Il core business si concentra sulla produzione di affettati vegani, una categoria in espansione che incontra il favore di un pubblico sempre più vasto. Biolab fin dall’inizio ha abbracciato la linea dell’agricoltura biologica e della filiera corta: gran parte dei suoi ingredienti arrivano infatti dall’azienda agricola bio di proprietà e da altri coltivatori del Friuli Venezia-Giulia che seguono i medesimi principi.

Grazie a questa scelta nel 1993 ha iniziato a collaborare con Ecor, distributore biologico proprietario dei negozi NaturaSì e CuoreBio. Nel 2010 ha promosso il Festival Vegetariano, che ha visto l’arrivo di più di 5.000 persone a Gorizia. Un successo superiore alle attese, che ha convinto l’amministrazione comunale a cambiare il nome della strada nella quale si trova la sede in "Via dei Vegetariani". Una crescita che si è articolata anche sulla base di acquisizioni.

Nel 2017, un passo simbolico molto importante, ha rilevato l’ex macello comunale di Gorizia e, grazie a un radicale rinnovamento, lo ha trasformato in uno stabilimento, il terzo dell’azienda che porta il cibo dalla tradizione alla rivoluzione vegetale, un made in Italy particolare ma in grande espansione in grande espansione e che si contraddistingue per la sua creatività. Ma anche per il suo andamento economico. "Il mio obiettivo è di raggiungere i 50 milioni di ricavi in 5 anni e le premesse ci sono tutte vista la crescita importante che stiamo già vivendo in questa prima parte del 2025 con un +30% sullo scorso anno – spiega Santinelli – e anche con una buona redditività che si colloca tra il 5 e il 7%. Il nostro mercato è prevalentemente indirizzato verso la Gdo europea e il restante viene gestito attraverso i negozi specializzati del gruppo Ecor come ad esempio NaturaSì".

Stanno andando bene anche i prodotti a marchio proprio (Biolab e Viveg) ma a fare la parte del leone restano ovviamente le private label della grande distribuzione che valgono circa il 75% di quel mercato. Ma l’azienda cresce anche per via di nuove acquisizioni e per il momento, precisa Santinelli, "benché siamo corteggiati da fondi di investimento non ne sentiamo il bisogno, tanto meno pensiamo ad una quotazione in Borsa. Per ora, riusciamo a far fronte ai nostri impegni con il supporto del sistema bancario e con la ricchezza che l’azienda crea". Con un portafoglio ordini per il 2025 già in crescita del 20% e una presenza commerciale in oltre 30 Paesi – con un bilanciamento tra mercato italiano ed estero – l’azienda dimostra una proiezione internazionale solida, pur mantenendo una forte base nazionale. La recente acquisizione della Brendolan, nel gennaio 2025, testimonia una strategia industriale ben congegnata e l’investimento di circa 3 milioni di euro è stato orientato all’espansione delle capacità produttive senza stravolgimenti strutturali. Lo stabilimento rilevato, già attrezzato per la lavorazione alimentare, è stato adattato per la produzione e l’affettamento dei prodotti vegani del gruppo, mantenendo l’intero impianto produttivo, macchinari inclusi.

Infine il settore "ittico". Tra i più assidui consumatori ci sono proprio gli italiani che, secondo un recente studio di Api (Associazione Piscicoltori Italiani), nel 2022 hanno portato in tavola ben 29 chili di prodotti ittici pro capite, a fronte di una media europea di circa 25 (dati Ismea ed Eumofa).

Per rendere l’idea, basti pensare che, se l’Italia dipendesse solo dal pesce delle proprie acque, non ne troverebbe più già a fine marzo, mentre un cittadino europeo dovrebbe farne a meno ‘solo’ dai primi di luglio. Chi si impegna a consumare meno pesce potrà contare su gamberetti plant based Biolab, un prodotto a base vegetale, primo nel suo genere in Italia, che richiama il gusto e la forma del crostaceo ma che ha il vantaggio di avere un impatto ambientale nettamente più basso. L’azienda ha inoltre pronti altri due prodotti che richiamano il pesce: Vegan Fishy Burger e Vegan Thuna che saranno presto sugli scaffali dei supermercati italiani, anch’essi con il nome Alterna Sea. I gamberetti sono prodotti dalle alghe, mentre gli altri prodotti sono prevalentemente a base di mais, tofu, e proteina dei piselli.