Martedì 17 Giugno 2025
GIORGIO COSTA
Made in Italy

Linea Verde spinge sul pronto e guarda al mercato Usa

L’IDEA ERA BUONA: aggiungere tempo libero alla busta di insalata. Eravamo nel 1991 e la quarta gamma era ai primi...

L’IDEA ERA BUONA: aggiungere tempo libero alla busta di insalata. Eravamo nel 1991 e la quarta gamma era ai primi...

L’IDEA ERA BUONA: aggiungere tempo libero alla busta di insalata. Eravamo nel 1991 e la quarta gamma era ai primi...

L’IDEA ERA BUONA: aggiungere tempo libero alla busta di insalata. Eravamo nel 1991 e la quarta gamma era ai primi vagiti. Nel frattempo l’idea è diventata, insieme ad altro, come vedremo, un business che sfiora i 400 milioni e che si è sviluppato passo dopo passo seguendo ad un passo di distanza le abitudini in cucina prima degli italiani, poi degli europei e ora di quote di popolazione mondiale sempre più vaste visto che ogni giorno 2 milioni di persone nel mondo mangiano i loro prodotti. La famiglia Battagliola aveva le idee chiare ed era partita dai pochi ettari dei terreni di famiglia nella bassa bresciana. Bisognava andare oltre la classica attività contadina e, soprattutto, capire dove stesse andando la società, con le donne sempre più al lavoro fuori casa e una voglia di cucinare che progressivamente scemava. E così, nel 2025, i ricavi si fanno proponendo piatti pronti e freschi, oppure giocando sul fatto che il tempo è poco e anche prepararsi un’insalata (dopo aver fatto la spesa) è troppo impegnativo ed è più facile aprire una busta di foglioline già lavate e pronte al consumo.

Domenico Battagliola (nella foto a lato) e la sua Linea Verde hanno capito, prima del business, dove stesse andando la società e hanno fornito quello che chiedeva: piatti da mettere nel microonde e in 5 minuti mettersi a tavola. "Piatti fatti bene però – spiega l’ad dell’azienda – esattamente come quelli fatti in casa, con il bruciatino nella parte alta della pentola che conferisce alla zuppa un sapore particolare". E che assegna all’azienda un ruolo da leader in Italia del comparto e seconda in Europa con una quota export che ha raggiunto il 50%. Intanto, anche l’azienda si è rinnovata e nel Cda siede anche la seconda generazione Battagliola rappresentata da Andrea e Carlo, insieme al presidente Franco Polotti (nella foto sotto). Nel 2024 il fatturato ha raggiunto si sono innalzati a 378 milioni, in crescita del 5,4% rispetto all’anno precedente. "E nel 2025 cresceremo di un altro 5% con una buona redditività. Il nostro obiettivo è quello di raddoppiare i ricavi entro 3-5 anni, naturalmente non solo con una crescita organica ma guardando anche ad aziende del nostro settore da acquisire". E oltre alle aziende italiane Battagliola guarda con interesse ai mercati dell’Europa e degli Stati Uniti, sì, proprio di quegli Stati Uniti in cui molti vogliono andare a produrre sia per sfruttare le potenzialità di un grande mercato (che sforna piatti pronti da incubo e dove con un po’ di qualità italiana si vince facile) sia per venire incontro alle richieste di un presidente che indubbiamente tende a favorire chi produce in loco.

"Del resto – spiega Battagliola – sono convinto che gli Stati Uniti siano il nostro asso nella manica. In questo momento stiamo avviando un progetto pilota a Montreal, dove inizieremo a produrre i nostri piatti pronti da esportare anche negli Stati Uniti, con l’obiettivo di testare il mercato nordamericano. Poi abbiamo un progetto per realizzare uno stabilimento produttivo o in Ohio o in Pennsylvania. Ci vorrà qualche anno ma ci riusciremo. Sa qual è il mio sogno? Far buttare via agli americani prodotti tipo il “Wedding italian style“, una zuppa che non rende giustizia alla tradizione italiana e alla quale abbinano il nome dell’Italia. Noi sappiamo come fare le zuppe e i piatti pronti: seguiamo i gusti alimentari di ciascuna nazione in cui andiamo a operare e abbiamo la presunzione di poter portare buon cibo dove oggi si mangia spesso in modo approssimativo. Naturalmente partendo da un buon prodotto agricolo che anche negli Stati Uniti non manca".

Resta il fatto che il grosso della crescita avverrà con acquisizioni. "No, non pensiamo assolutamente ad andare in Borsa per trovare capitali. Stiamo investendo in prima persona e sappiamo di poter contare sul supporto di chi condivide il nostro percorso e la nostra visione. Non stiamo cercando fondi di investimento tradizionali, ma partner che credono davvero nel progetto". Il successo – ai ricavi contribuiscono equamente la IV gamma e i piatti pronti – è frutto di ricerca continua e anche delle rilevazioni sensoriali di assaggiatori con sistemi che rilevano il gradimento cerebrale dei prodotti. "Abbiamo mantenuto il posizionamento sul mercato domestico grazie all’enorme lavoro di ricerca e sviluppo, al focus sul servizio e alla nostra capacità di consolidare e stringere nuove partnership con i nostri clienti. Inoltre, abbiamo progettato e messo in pratica importanti attività di co-marketing con altri brand italiani leader nei propri mercati che ci hanno permesso di realizzare prodotti in grado di ampliare e diversificare il nostro target di riferimento. Diversificazione che non è allontanamento dal nostro core: la nuova gamma dei risotti freschi è infatti assolutamente coerente con il sistema di valori che ci contraddistingue e con la nostra promessa al consumatore. Sono infatti freschi, buoni, come fatti in casa".

Tutto nasce in aziende sempre più moderne. "Abbiamo potenziato l’automazione in quello che oggi è considerato uno dei plant più tecnologicamente innovativi della IV gamma, completando il piano di robotizzazione della movimentazione e della logistica interna grazie all’utilizzo di veicoli non guidati (Agv guidati da Qr code) che spostano, su richiesta, casse di verdura per la composizione dei mix richiesti. Non solo, abbiamo avviato un innovativo sistema di biofiltrazione dell’acqua derivante dal lavaggio delle insalate che viene in questo modo destinata all’irrigazione delle serre adiacenti lo stabilimento, in un’ottica di economia circolare e dunque con un forte orientamento alla sostenibilità".