NIENTE PIÙ TUFFI nella piscina di papà per gli studenti californiani che tornano a casa dal college, come Dustin Hoffman nella famosa scena del Laureato nel 1967. Non perché i tuffi non vadano più di moda, ma perché le piscine californiane sono sempre più vuote. Le ondate ricorrenti di siccità stanno costringendo milioni di persone a fare i conti con la crisi del clima, che rischia di mettere la parola fine al sogno americano dell’eterna crescita, tanto che diverse città del selvaggio West, già da anni hanno cominciato a bloccare tutti i nuovi progetti residenziali e a rimandare indietro i nuovi arrivati, condannando i paesi più piccoli a morte certa per mancanza d’acqua.
Lo stesso sta succedendo da quest’estate anche nel Sud della Francia. La graziosa città medievale di Callian è stata la prima a fermare l’afflusso dei proprietari di seconde case, che negli anni hanno installato in questa cittadina di 4000 abitanti oltre mille piscine private. Le piscine sono diventate uno dei temi più critici in questa "guerra per l’acqua" in corso fra turisti e residenti, fra cittadini e agricoltori. La Francia, seconda solo agli Stati Uniti, ne ha ben 3,4 milioni, ma i Comuni dove la siccità colpisce più duramente hanno cominciato a imporre limiti al loro riempimento, mentre altri impediscono tout court di installarne di nuove. Il sindaco di Callian, François Cavallier, è ancora più radicale: dice che l’afflusso di proprietari di seconde case deve fermarsi, altrimenti si rischia di prosciugare la città.
"Bisogna dissuadere le persone dal venire qui, è irresponsabile attirarle qui e poi rimanere senz’acqua", sostiene. In Provenza, la prolungata siccità ha costretto i sindaci di nove città a prendere misure drastiche, come il divieto di costruzione di nuove case e piscine per cinque anni. Misure che gettano ombre nere sull’industria turistica, che sostiene l’economia ma grava sulle scarse risorse idriche nel periodo più caldo dell’anno. Nell’Ardèche, altri 22 Comuni hanno bloccato le nuove costruzioni per limitare i consumi di acqua. L’Europa è il continente più colpito dalla crisi, visto che si sta surriscaldando a velocità doppia rispetto alle medie globali: nel 2022 ha registrato una temperatura media di 2,3 gradi centigradi più alta rispetto ai livelli pre-industriali, e il 2023 potrebbe diventare l’anno più caldo di sempre, grazie alla combinazione di El Niño e del surriscaldamento del pianeta. Elena Comelli