Mercoledì 18 Giugno 2025
REDAZIONE ECONOMIA

Giustizia civile inceppata. L’economia va a rilento

IL FUNZIONAMENTO DELLA GIUSTIZIA civile è un fattore determinante per l’economia di un Paese che vuole crescere. Il funzionamento della...

IL FUNZIONAMENTO DELLA GIUSTIZIA civile è un fattore determinante per l’economia di un Paese che vuole crescere. Il funzionamento della...

IL FUNZIONAMENTO DELLA GIUSTIZIA civile è un fattore determinante per l’economia di un Paese che vuole crescere. Il funzionamento della...

IL FUNZIONAMENTO DELLA GIUSTIZIA civile è un fattore determinante per l’economia di un Paese che vuole crescere. Il funzionamento della giustizia civile in Italia è inceppato da tempo. L’ex Governatore della BCE e Premier Mario Draghi con i fondi del PNRR ha voluto puntare proprio a snellire i procedimenti civili che fino al 2018 duravano mediamente più di 7 anni. Questi non sono certo tempi ragionevoli per dirimere contenziosi che coinvolgono le imprese specialmente adesso che i cambiamenti sono velocissimi. Si fa in tempo a fallire mentre si aspetta l’esito di un contenzioso. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) si propone di ridurre, entro giugno 2026, del 40% la durata media di questi processi rispetto al 2019; e del 90% il numero di processi pendenti a fine 2022 (quelli originati dopo il 2016 per i Tribunali e dopo il 2017 per le Corti d’Appello).

Nonostante le riforme avviate tra il 2019 e il 2023 la durata dei processi è diminuita solo del 17% e sarà difficile raggiungere gli obiettivi fissati. Ma come siamo messi in confronto ad altri Paesi d’Europa e del Mondo? Siamo al 52° posto nel Mondo per l’efficienza della giustizia civile secondo quanto certificato dal World Justice Project, progetto sostenuto anche dalla Commissione Europea, che cerca di misurare i livelli democratici della giustizia, della governance e dello stato di diritto. Sono più avanti di noi nella graduatoria Paesi come l’Uruguay (18°), il Rwanda (29°), il Kazakhstan (35°), la Malaysia (38°). Due sono i fattori che condannano la giustizia civile italiana: le sentenze arrivano con ritardi ingiustificati e per questo siamo agli ultimi posti nel Mondo (107°/142) e non vi è certezza che vengano rispettate e applicate (114°/142). Va meglio per altri aspetti. L’applicazione della giustizia civile nel nostro Paese non è considerata discriminatoria (37°/142) ma neanche tanto influenzata da interventi governativi impropri (49°/142).

Ma quali sono i Paesi virtuosi da cui imparare? Senza dubbio quelli del Nord Europa. La Danimarca è al primo posto seguita da Norvegia, Svezia e Olanda. La Germania è al quinto posto. Fra i Paesi del G7 l’Italia è ultima e fra quelli con maggior reddito è al 40° posto fra 47. Non è sorprendente che Cina (70°) e Russia (80°) stiano peggio di noi. I Paesi con i tempi più veloci, secondo i dati del World Justice Project, sono nell’ordine Singapore, Norvegia, Kazakhstan e Uzbekistan. I meccanismi alternativi di risoluzione dei contenziosi, che in Italia sono nella media globale, funzionano soprattutto nei Paesi Scandinavi. Nel nostro Paese, insomma, senza tempi e applicazione certi delle sentenze non si esce dal tunnel così come la digitalizzazione dei procedimenti e la semplificazione di norme, regole e decreti attuativi, spesso in contraddizione tra loro, sono fattori determinanti.

* Presidente dell’Associazione Italiana Avvocati d’Impresa, fondatore studio Martinez&Novebaci