Martedì 24 Giugno 2025
LETIZIA MAGNANI
Made in Italy

Elba Italy: "Portiamo innovazione e creatività nel mondo"

ELBA ITALY compie 75 anni. Anni che raccontano in realtà modi e usi della cucina negli ultimi due secoli. Sono,...

OBIETTIVI OLTRE CONFINE Nella foto a sinistra Gabriele Garella, ad di Elba Italy. «Oggi progettiamo cucine moderne, ricche di tecnologia e di design, sempre rispettosi del nostro mantra, portare in giro per il mondo il bello dell’artigianato e della creatività italiana»

OBIETTIVI OLTRE CONFINE Nella foto a sinistra Gabriele Garella, ad di Elba Italy. «Oggi progettiamo cucine moderne, ricche di tecnologia e di design, sempre rispettosi del nostro mantra, portare in giro per il mondo il bello dell’artigianato e della creatività italiana»

ELBA ITALY compie 75 anni. Anni che raccontano in realtà modi e usi della cucina negli ultimi due secoli. Sono, infatti, tre quarti di secolo che hanno segnato un cambiamento radicale nel settore degli elettrodomestici, ma anche delle abitudini delle famiglie italiane, dagli anni Cinquanta del Novecento, ai giorni nostri. La storia di questa azienda, infatti, è del tutto legata al boom economico e al made in Italy. "Siamo partiti dalle stufe a legna, negli anni Cinquanta, per poi passare alla produzione di cucine a libera installazione e di elettrodomestici da incasso. Oggi progettiamo cucine moderne, ricche di tecnologia e di design, sempre rispettosi del nostro mantra, portare in giro per il mondo il bello dell’artigianato e della creatività italiana", racconta Gabriele Garella, amministratore delegato di Elba Italy. Elba firma prodotti di eccellenza, diventati negli anni simbolo dei professionisti in cucina, proponendo un design del tutto italiano, con linee essenziali, elegante e materiali di qualità. Negli anni Elba Italy, nota anche per il marchio De Longhi, ha investito moltissimo in innovazione e sostenibilità, ma anche in qualità e nella garanzia che tutto il processo produttivo avviene in Italia.

Come spiega il grande successo del made in Italy in questo settore? "Noi oggi esportiamo il 65% della produzione e questo risultato è dovuto all’aderenza ai nostri valori, design e qualità italiane, ma capacità di adattarci alle richieste dei nostri principali mercati, Medio Oriente e Nord Africa. Hanno delle abitudini in parte diverse dalle nostre e noi sappiamo disegnare la cucina ideale per loro, senza venir meno a qualità ed estetica".

La garanzia per i mercati esteri è che tutto è fatto in Italia? "Proprio così. Noi produciamo 300 mila elettrodomestici all’anno. sono tutti prodotti qui. Forni, piani cottura, cucine. Facciamo tutto nel nostro stabilimento in Veneto".

Lei quando ha iniziato a lavorare in questo settore? "Mi sono avvicinato a questo settore nel 2000, poi sono uscito per qualche anno da questo settore, che però ho sempre amato e ho lavorato nel mondo dei giocattoli, in Clementoni, sono quindi rientrato in questa realtà, occupandomi degli elettrodomestici, in Candy, nel 2017, che poi è stata acquisita Haier, e quindi mi è stato proposto di diventare amministratore delegato di Elba Italy e di gestire questa storica azienda. Mi trovo a Bassano da 12 mesi ed è una esperienza che mi appassiona molto".

Perché? "Perché è estremamente appassionante gestire e valorizzare il made in Italy. In Elba lo facciamo tramite la messa a punto di tre elementi fondamentali: l’innovazione, il design, ovvero la capacità artigianale, e naturalmente la qualità. Questo è anche il motivo per il quale il nostro made in Italy, fatto in questo modo, piace particolarmente al mondo. Il saper fare delle mani italiano, cioè l’artigianalità è un vero plus nei mercati mondiali".

Come è cambiato questo settore negli anni? "Sicuramente è diventato più competitivo, come sappiamo, sono arrivati molti produttori e marchi soprattutto dalla Turchia e dalla Cina, quindi aumentata la pressione sul posizionamento ed è cambiato in questi anni anche l’assetto dei principali gruppi industriali, che si sono mossi acquisendo aziende storiche, magari più piccole, ma assoluta eccellenze. Come è successo anche nel nostro caso".

Cosa cambierà per questo settore se dovesse andare avanti l’ipotesi di dazi imposti dagli Stati Uniti? "Confidiamo sul fatto che i dazi siano solo un’ipotesi utilizzata in questo momento per negoziare sui mercati. Questo ci fa guardare al futuro con fiducia anche perché la fascia Premium, nella quale noi ci collochiamo, sarà sicuramente la meno colpita dai razzi. Negli Stati Uniti gli elettrodomestici arrivano quasi tutti dall’estero, ci sono diverse aziende americane in Messico, ma molte aziende anche europee e italiane lavorano già stabilmente su quel mercato punto anche noi stiamo lavorando su quel mercato".

Diceva prima che i vostri mercati di riferimento restano Medio Oriente e Nordafrica: come mai? "Noi siamo molto apprezzati in quei mercati, ma anche a Dubai, Arabia Saudita. Il made in Italy è molto importante e ci sono partnership fondamentali dal punto di vista economico. È vero che in quell’area del mondo, Israele e Palestina, dove noi esportiamo da sempre, stanno soffrendo per via del conflitto. Ma in ogni caso in tutto il Nord Africa e in gran parte del Medio Oriente abbiamo performance di fatturato molto importanti".

C’è da sempre un derby fra gli elettrodomestici italiani e tedeschi, chi vincerà? "In realtà pochi sanno che l’Italia è uno dei maggiori produttori di elettrodomestici da sempre e va detto che la qualità dei nostri prodotti - non parlo solo di noi, ma in generale dell’Italia - rimane veramente molto, molto alto. Credo, quindi che, rispetto a questo settore, l’Italia non solo abbia qualcosa da dire, ma possa veramente fare la differenza".

Che aspettative ha per il futuro? "Sicuramente stiamo vivendo una fase economica molto critica per l’Italia, con inflazione e costi delle materie prime, ma anche delle tariffe energetiche sempre più alti. Questo settore, come altri del manifatturiero, è sicuramente sotto pressione e quindi è sempre più importante fare scelte giuste, posizionare prodotti e brand in maniera molto trasparente e chiara sul mercato. Ritengo che una delle sfide del futuro sia quella di investire in innovazione, ma anche di far comprendere sempre di più il valore dei nostri prodotti, guardando ad un mercato globale. Se dovessi riassumere con due parole direi che nel futuro ci sono innovazione e internazionalizzazione".