"LA PIRATERIA DIGITALE si nutre della scarsa consapevolezza dei cittadini che non hanno piena coscienza dei danni enormi provocati da questa attività illegale", ha detto qualche mese fa il sottosegretario all’Editoria, Alberto Barachini, presentando uno spot contro la pirateria digitale. Secondo alcuni studi, il danno della pirateria in termini di Pil si aggira oltre 700 milioni di euro, con circa 10 mila posti di lavoro messi a rischio. "Oggi la proprietà intellettuale sembra aver perso valore, tutto è a portata di click e tutto è immediatamente disponibile" sottolinea Maria Pia Nucera, Presidente Associazione Dottori Commercialisti (ADC Nazionale). Sulla scena ha ormai fatto irruzione l’Intelligenza Artificiale. Ed è un attore ingombrante: "Da una parte agevola il contrasto alla pirateria informatica e la protezione della proprietà intellettuale – spiega Nucera – , dall’altro apre non pochi temi sull’utilizzo delle fonti da parte di questa innovazione tecnologica". Ad esempio: chi detiene i diritti d’autore di un testo creato dall’IA sulla base di informazioni liberamente consultabili? E di conseguenza: chi può essere ritenuto responsabile di pirateria informatica? "Sarà questa, insieme alla regolamentazione, la grossa sfida da affrontare", conclude Nucera. Il tema sarà oggetto del congresso autunnale dell’Associazione Dottori Commercialistiive per mitigare il fenomeno in futuro.
Le strategie che i dottori commercialisti possono adottare per contrastare la pirateria informatica e la violazione della proprietà intellettuale vanno dalla consulenza e assistenza legale e normativa, all’azione educativa in azienda, fino agli audit interni per identificare e mitigare i rischi, all’implementazione di misure di sicurezza informatica, e alla collaborazione con le autorità competenti.
"In un mondo digitale in continua evoluzione, diventa sempre più importante per noi professionisti aggiornare costantemente i nostri clienti – spiega Fabio Porcellini, Dottore Commercialista-Revisore Contabile e CEO di NatLive, scaleup innovativa leader in soluzioni avanzate per la salvaguardia dei contenuti multimediali online su piattaforme OTT –. La gestione del copyright sul web richiede una regolamentazione specifica per affrontare le sfide legate alla pubblicazione, condivisione e utilizzo delle opere creative online". Nel frattempo, le soluzioni virtuose sono comunque sempre possibili: "La piattaforma Natlive – prosegue Porcellini – è stata progettata per agevolare il rispetto del fair use, consentendo un uso lecito delle opere a fini come la critica, la ricerca, l’insegnamento e il commento e garantendo ai creatori il controllo sui loro contenuti multimediali: si impegna a preservare la proprietà intellettuale degli autori, fornendo strumenti avanzati di gestione dei diritti digitali (DRM) e adottando licenze creative commons, quando opportuno".
"Il fenomeno della pirateria negli ultimi decenni ha assunto una rilevanza molto preoccupante – dice Tino Cennamo, presidente di Fipi (Federazione Internazionale Proprietà Intellettuale) e Docente Master Università Luiss –. Le soluzioni non dovrebbero essere quelle di fermare uno sviluppo inarrestabile di questo trend oppure inasprire sanzioni di poca efficacia, bensì agire sull’aspetto educativo. La nostra Associazione Fipi e i Master della Luiss si sforzano di sensibilizzare il pubblico, e i giovani in particolare, sul loro ruolo di ‘Prosumer’ anziché meri consumatori passivi che cercano la convenienza ad ogni costo. Paragonerei questa educazione culturale a quanto successo sul tema dell’inquinamento: all’inizio argomento quasi trascurato, ma cresciuto nel tempo tanto da coinvolgere le nostre coscienze e responsabilità".