BULLFROG, L’INSEGNA di barbershop (e linea di prodotti e accessori per il grooming maschile) quest’anno raggiunge il traguardo dei dieci anni di storia, con 300mila tagli di capelli effettuati complessivamente. Un’avventura imprenditoriale nata dal coraggio di Romano Brida (nella foto sopra), 52 anni, founder e Ceo, e della moglie Anna Maria Negri, cofounder. Ex mago della consulenza, Brida sentendosi come la rana della famosa metafora del filosofo e linguista Noam Chomsky (e Bullfrog, "Rana Toro", è anche il nome scelto per il brand) ha deciso a un certo punto di scommettere su qualcosa di diverso.
Com’è nata questa avventura imprenditoriale?
"Mi occupavo del settore “finance“, la crisi del 2008 aveva colpito duro, non vedevo grandi prospettive e a livello di carriera non potevo andare oltre. La lampadina si è accesa dopo un periodo “sabbatico“ trascorso a New York. Nel senso inglese del termine: non un anno di ferie ma l’ideazione di un progetto legato a un nuovo perimetro di competenze".
L’idea, all’apparenza semplice ma a cui fino ad allora non aveva pensato mai nessuno, è quella di contaminare l’inconfondibile “concept“ strutturato dei leggendari barbershop newyorkesi con l’anima creativa e molto latina della barberia italiana.
L’intuizione è nata negli Usa, ma il primo passo è stato a Milano. Una scelta che le ha portato fortuna?
"Il primo barbershop lo abbiamo aperto nel 2013 in zona Isola a Milano e abbiamo assunto un barbiere direttamente dal Canada. Per importare competenze anglosassoni e nuove procedure basati su tempi e metodi. La formula del mix originale funziona molto bene, complice anche la cultura degli hipster che reso di nuovo alla moda la cultura della barba folta".
Un successo che ha immediatamente destato l’interesse del gruppo Percassi già pronto fin dall’anno successivo, nel 2014, ha rilevare la maggioranza della compagine societaria. Nel 2020 la sfida più dura, con le restrizioni da pandemia a cui il gruppo ha reagito accogliendo trasformazioni importanti.
Come avete fatto a resistere?
"Dapprima l’emergenza Covid e in seguito la gestione della ripresa hanno modificato il nostro approccio al retail. Nel 2019 i negozi di proprietà pesavano il 59 per cento del giro di affari mentre oggi la distribuzione esterna ai negozi proprietaricompreso l’e-commerce rappresenta il 70 per cento del totale".
Il post-Covid, congiunto agli effetti del conflitto tra Russia e Ucraina, ha impattato sui processi di produzione ma non ha impedito una nuova espansione. Tanto che oggi Bullfrog conta, fra proprietari e franchising, nove negozi in Italia e cinque all’estero (Zurigo, Monaco di Baviera, Nizza, Cipro e Muscat in Oman), e una rete di distribuzione sempre in costante crescita, grazie all’intuizione di supportare la tendenza in crescita senza sosta del self care maschile.
Dalla cura della barba a quella di tutto il corpo?
"La cura di se stessi negli ultimi anni è diventata una vera e propria esigenza per gli uomini. In totale abbiamo cinquecento rivenditori in tutta Europa, per un catalogo che conta più di cinquanta referenze. I prodotti per la barba nell’ultimo anno sono cresciuti del 44 per cento, i prodotti hair care del 40 per cento, lo skin care (lanciato nel 2019) e le fragranze, registrano più 20 per cento", dettaglia il Ceo. Fra negozi e la rete distributiva internazionale il giro d’affari quest’anno dovrebbe attestarsi a 6 milioni di euro".
E per il futuro?
"Un progetto importante riguarda i flagship store di Milano e Zurigo che diventeranno dei veri e propri hub, dei negozi multifunzione in cui avviene anche la gestione dell’e-commerce. Altra area di investimento la formazione, con la riorganizzazione dell’Accademia, lanciata già dal 2014, che erogherà corsi sia indoor, nei barber shop di proprietà, sia outdoor, nelle strutture dei clienti".
Come si svilupperà?
"Ci focalizziamo sui corsi di specializzazione, dalla parte tecnica, come taglio e rasatura, alla fotografia professionale e all’impiego dei social media, competenze necessarie per la gestione dell’attività professionale in rete".
La prossima sfida?
"Sul versante retail è in programma lo sviluppo di nuovi canali digitali di vendita sia B2C, ad esempio Amazon e Zalando, sia B2B come Ankorstore. In parallelo lavoreremo al coinvolgimento di una rete sempre più estesa di distributori e rivenditori.
Investimenti significativi riguardano, infine, la formazione. L’obiettivo è la riorganizzazione dell’Accademia, che erogherà corsi sia indoor, nei barber shop di proprietà, sia outdoor, nelle strutture dei clienti. Ci focalizziamo sui corsi di specializzazione, dalla parte tecnica, come taglio e rasatura, alla fotografia professionale e all’impiego dei social media, competenze necessarie per la gestione dell’attività professionale in rete".