Venerdì 20 Giugno 2025
MADDALENA DE FRANCHIS
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Dal device al paziente: la tecnologia per rilanciare la sanità

È CONSIDERATA IL "CUORE PULSANTE" del settore. Non è un caso dunque che l’Emilia-Romagna si stata scelta per il lancio...

DISPOSITIVI MEDICI: QUI 500 AZIENDE In Emilia-Romagna è forte la concentrazione di imprese dei dispositivi medici: oltre 500 aziende, non solo grandi gruppi, ma anche piccole e medie realtà produttive e startup. Un contesto dinamico di relazioni tra imprese e ricerca, interscambi di produzioni e tecnologie

DISPOSITIVI MEDICI: QUI 500 AZIENDE In Emilia-Romagna è forte la concentrazione di imprese dei dispositivi medici: oltre 500 aziende, non solo grandi gruppi, ma anche piccole e medie realtà produttive e startup. Un contesto dinamico di relazioni tra imprese e ricerca, interscambi di produzioni e tecnologie

È CONSIDERATA IL "CUORE PULSANTE" del settore. Non è un caso dunque che l’Emilia-Romagna si stata scelta per il lancio della prima tappa del progetto “Insieme per un Paese in salute”. Un’iniziativa nata per celebrare i 40 anni di Confindustria Dispositivi Medici, l’associazione che riunisce le imprese del comparto che rappresento. Anniversario che pone l’accento sulle eccellenze territoriali, sul legame con i distretti produttivi e sulla collaborazione con le associazioni del sistema Confindustria. Una ricorrenza che vuole anche essere l’occasione per riflettere, insieme a clinici, istituzioni e pazienti, sul SSN che vogliamo, sull’impatto che il nostro comprato può avere non solo sul benessere dei pazienti, ma anche sull’efficacia e l’efficienza dei sistemi sanitari, nonché sul lavoro dei medici, sull’offerta di tecnologie in grado di affrontare le sfide sanitarie di oggi e soprattutto di domani.

L’iniziativa “Insieme per un Paese in Salute” nasce quindi per raccontare un settore che genera ricchezza per il Paese e che, ogni giorno, innova, immettendo sul mercato dispositivi che migliorano la qualità della vita delle persone e offrono ai medici tecnologie insostituibili per la prevenzione, la diagnosi, la cura e la riabilitazione. È importante riflettere sul fatto che non c’è atto medico oggi che non coinvolga almeno un dispositivo medico e che in un ospedale, piccolo o grande che sia, sono i dispositivi medici, oltre naturalmente ai farmaci e al personale, a determinare la qualità e l’efficacia delle cure.

Il settore in 40 anni ha fatto passi enormi e le imprese hanno dimostrato una enorme capacità di resilienza. Ma non solo, si tratta di un comparto fortemente orientato all’innovazione: dai pacemaker agli ecografi, dai test diagnostici alle protesi ortopediche e agli ausili, fino alle tecnologie di telemedicina e alle terapie digitali, le imprese italiane dei dispositivi medici stanno guidando la rivoluzione tecnologica nel settore della salute. Grazie a innovazioni come la stampa 3D, le nanotecnologie, l’intelligenza artificiale e la medicina personalizzata, i dispositivi stanno diventando strumenti sempre più intelligenti e interconnessi, capaci di migliorare esiti clinici e ridurre i costi per i sistemi sanitari in una logica di sostenibilità economica e sociale.

L’Emilia-Romagna è un simbolo di questa eccellenza industriale e sanitaria: il 10,8% delle imprese italiane del settore si trova qui, e queste danno lavoro al 13% degli occupati su scala nazionale. Complessivamente, il comparto in Italia vale 19 miliardi di euro tra importazioni ed esportazioni, con circa 4.648 aziende. Tuttavia, ciò che rende questa regione davvero speciale non sono solo i numeri, ma la straordinaria concentrazione di competenze professionali che attraggono talenti e investimenti, generando un ecosistema unico per l’innovazione e lo sviluppo tecnologico.

Il distretto biomedicale di Mirandola, noto come la "Silicon Valley italiana del biomedicale", è il polo d’eccellenza che riunisce tutte queste peculiarità, considerato il più importante in Europa e il terzo al mondo dopo quelli di Minneapolis e Los Angeles, ospita aziende leader nella produzione di dispositivi medici monouso e apparecchiature per settori chiave come emodialisi, cardiochirurgia, anestesia e rianimazione. La sua forza risiede anche nelle collaborazioni con università e centri di ricerca, che contribuiscono a fare di questo distretto un punto di riferimento globale. Le competenze professionali qui presenti sono il vero motore dell’innovazione.

In Emilia-Romagna, il 48,2% degli occupati nel settore ha una laurea, il 3,4% un dottorato e quasi il 9% lavora in ricerca e sviluppo. È proprio questa concentrazione di talento a rendere il territorio così attrattivo anche per le grandi imprese, che vedono in queste competenze un valore strategico per il proprio sviluppo. Ma è qui che nascono anche le idee e da esse start-up e Pmi innovative che sono diventate realtà industriali solide e uniche.

Oggi il settore dei dispositivi medici sta vivendo una trasformazione epocale. La digitalizzazione e l’intelligenza artificiale stanno cambiando il volto delle tecnologie, trasformandole da strumenti diagnostici a piattaforme intelligenti per la raccolta e l’analisi dei dati. Questo richiede nuove competenze, che spaziano dal machine learning alla cybersecurity, fino al design di interfacce utente. Stanno emergendo nuove figure professionali, come i clinical data manager, essenziali per tradurre i dati raccolti in valore per i pazienti.

Non dobbiamo dimenticare, però, l’importanza delle competenze trasversali. In un settore così complesso, saper collaborare in team interdisciplinari, comunicare efficacemente e adattarsi al cambiamento è ormai indispensabile. Anche la parità di genere sta diventando un fattore chiave: negli ultimi cinque anni, la presenza di donne in posizioni apicali è cresciuta del 75%. Questa diversità porta a risultati migliori in termini di innovazione e resilienza organizzativa.

Le sfide del settore non possono essere affrontate da soli. Per guardare al futuro, è necessario rafforzare la collaborazione tra imprese, istituzioni e mondo accademico. Solo attraverso questa sinergia possiamo progettare percorsi formativi adeguati, rispondere alle evoluzioni del settore e preparare le nuove generazioni. Le competenze professionali non sono solo una leva competitiva, ma il fondamento di un futuro sostenibile e orientato al paziente.

Confindustria Dispositivi Medici, a 40 anni dalla sua nascita, rinnova il suo impegno in questa direzione: vogliamo contribuire a costruire ponti tra territorio, istituzioni, imprese, clinici e pazienti, per valorizzare un settore che è motore di innovazione e ricchezza per il Paese.

* Presidente di Confindustria Dispositivi Medici