Venerdì 13 Giugno 2025
MADDALENA DE FRANCHIS
Made in Italy

Dai rifiuti bio una nuova terra. Lo sguardo green di Tersan Puglia

UN’INTUIZIONE O MEGLIO UN’IDEA visionaria quella, a metà Anni ’70, di Silvestro Delle Foglie, presidente di Tersan Puglia: trasformare i...

UN’INTUIZIONE O MEGLIO UN’IDEA visionaria quella, a metà Anni ’70, di Silvestro Delle Foglie, presidente di Tersan Puglia: trasformare i...

UN’INTUIZIONE O MEGLIO UN’IDEA visionaria quella, a metà Anni ’70, di Silvestro Delle Foglie, presidente di Tersan Puglia: trasformare i...

UN’INTUIZIONE O MEGLIO UN’IDEA visionaria quella, a metà Anni ’70, di Silvestro Delle Foglie, presidente di Tersan Puglia: trasformare i rifiuti organici in un fertilizzante naturale e prezioso per l’agricoltura. Oggi, dopo vent’anni di ricerche, il valore agronomico di Bio Vegetal – il primo biofertilizzante certificato Bioagricert in Puglia con microrganismi vivi in grado di rivitalizzare i suoli agricoli – viene apprezzato e riconosciuto dagli oltre 3.500 clienti dell’azienda in quattro continenti. Con oltre 60 dipendenti, un fatturato di circa 20 milioni di euro, esportazioni di Bio Vegetal in una dozzina di paesi (in particolare in quelli che si affacciano sul Mediterraneo e del Medio-Oriente), raddoppiate nel 2024 sia nelle quantità (3.000 tonnellate) che nel valore, Tersan continua a puntare sulla circolarità della sua attività e sull’agricoltura rigenerativa, da sempre al centro della vision aziendale. Proprio in questo ambito Tersan Puglia ha appena avviato un progetto innovativo per trasformare i residui di lavorazione delle filiere agricole in risorse preziose per le colture, l’ambiente e la rigenerazione della terra.

Da dove nasce e come si sviluppa il progetto “Filiere circolari”?

"L’idea nasce dalla consapevolezza maturata in questi anni di quanto gli scarti organici, se correttamente trattati, rappresentino una risorsa preziosa per una fertilizzazione biologica dei terreni in grado di favorire produttività e tutela del suolo. Lo facciamo da cinquant’anni trattando la Forsu che proviene da decine di Comuni pugliesi; dunque, perché non cercare sinergie nell’agroalimentare? E così abbiamo iniziato da una delle eccellenze della nostra regione, ovvero l’olio, avviando la collaborazione con Assoproli Bari, una delle più grandi organizzazioni di produttori di olio extra vergine di oliva a livello europeo. Tersan provvederà al trattamento del fogliame accumulato durante le fasi di raccolta delle olive e produrrà un fertilizzante biologico da destinare agli stessi campi. Un doppio vantaggio quindi per i produttori agricoli che vengono supportati nella gestione degli scarti di produzione e possono beneficiare di un fertilizzante biologico in grado di migliorare la resa agricola".

L’impegno in una crescita sostenibile è anche alla base della certificazione B Corp di Tersan Puglia, prima azienda di compostaggio in Europa a ottenere la prestigiosa certificazione (al momento le ‘B Corp’ sono poco meno di 10mila nel mondo e circa 330 in Italia). Cosa rappresenta per voi essere una B Corp?

"È stato un percorso lungo e avvincente quello che ci ha portato a ottenere la certificazione come azienda rigenerativa, ovvero che nello svolgimento delle proprie attività, restituisce al pianeta e ai propri stakeholder più valore economico, sociale e ambientale di quanto ne assorba. Un risultato importante che coinvolge attivamente i nostri stakeholder, dai dipendenti ai fornitori, fino ad allargarsi all’intera comunità".

In che modo questa certificazione impatta concretamente sulle comunità?

"Durante il percorso di certificazione sono stati creati all’interno di Tersan i comitati ‘B Corp senior’ e ‘B Corp junior’, che supportano il management aziendale nello sviluppo di progetti sul territorio improntati all’economia circolare. Tra le iniziative avviate nel 2023, anno in cui è iniziato il percorso di certificazione mi piace ricordare “Vita alla terra”; in breve, doniamo il nostro Bio Vegetal a cinque cooperative agricole del territorio che, a loro volta, mettono gratuitamente a disposizione i prodotti ottenuti dai terreni fertilizzati a realtà del terzo settore, che riforniscono comunità o mense sociali. Il progetto “Dalla comunità alla terra, dalla terra alla comunità”, invece, prevede un vero e proprio baratto tra il nostro Bio Vegetal e i prodotti ortofrutticoli ottenuti dalle terre di una cooperativa agricola, che doniamo a tutta la comunità aziendale. Un circolo virtuoso che mira a diffondere tra i dipendenti la cultura di una corretta alimentazione, destinando loro un benefit frutto del loro impegno".

Quali sono i progetti per il futuro?

"Continuiamo a rivolgere la nostra attenzione verso l’agricoltura rigenerativa e l’economia circolare. Abbiamo in animo di espandere la rete di collaborazioni sia con le aziende agricole che con le aziende di trasformazione dei prodotti agricoli del territorio, non solo per promuovere pratiche sostenibili e rafforzare ulteriormente l’impatto positivo delle attività a livello ambientale e sociale, ma anche per creare filiere virtuose basate su principi di circolarità e condivisione".

Il filo conduttore di questi programmi, presenti e futuri?

"Al centro di questi programmi di rigenerazione c’è la salute dell’uomo. Una alimentazione sana è data da un cibo sano, un cibo sano nasce su un suolo sano. Per garantire una “terra sana” è necessario nutrirla con fertilizzanti idonei. Il nostro fertilizzante biologico, ricco di microrganismi preziosi per il suolo, risponde a questa esigenza. Continuare su questa strada significa per noi consolidare il nostro ruolo come pionieri nell’agricoltura rigenerativa".

Biofertilizzante, ma anche biometano dal trattamento dei rifiuti organici.

"Sì, nel 2022 abbiamo avviato il primo impianto in Puglia di conversione della Forsu in biocarburante che immettiamo nella rete gas nazionale. Una nuova energia pulita, sostenibile e rinnovabile che deriva dalla digestione anaerobica della parte liquida di biomassa ottenuta dal trattamento dei rifiuti organici. L’impianto, realizzato con un investimento di circa 18 milioni di euro, è in grado di produrre quasi due milioni di metri cubi annui di biometano, un ulteriore tassello verso un’economia sempre più circolare".