
LA TRAPPOLA DEL PRESENTE CONTINUO Secondo Stefano Volpato a sinistra. ), direttore commerciale di Banca Mediolanum, le persone sono immerse in una sorta di presente continuo, che impedisce loro di immaginare sé stesse fra 30 anni. E di occuparsi di sé in previsione della terza età
STEFANO VOLPATO, DIRETTORE commerciale di Banca Mediolanum, ama spesso ascoltare e narrare le storie di vita. Per lui che guida una rete di consulenti finanziari, "i ricordi vanno raccontati, perché così diventano una storia e noi esseri umani dalle storie impariamo". Tra i racconti che Volpato ha ascoltato di recente, c’è n’è uno che lo ha colpito molto: riguarda un vecchio amico, Antonio, che ha perso da poco la mamma. "Aveva 91 anni e ha guidato fino a 89, una fortuna per la sua età. Ma non è questo che mi ha colpito. La mamma di Antonio", dice Volpato, "si faceva dei regali nonostante l’età, un nuovo piumone, dei bicchieri. E quando il figlio andava a trovarla un po’ in disordine gli chiedeva sempre se avesse bisogno di qualcosa. Ho ancora i brividi a ripensare alla frase di Antonio. Mi disse: io le ho donato un po’ del mio tempo ma lei mi ha regalato la sua autonomia e la sua indipendenza".
Bellissima storia. Me la racconta perché l’edizione di quest’anno del Salone del Risparmio avrà come tema centrale la longevità? Sta diventando dunque un argomento importantissimo anche per chi si occupa di finanza e investimenti?
"La longevità è la notizia del secolo, pare che vivremo 20 anni in più rispetto al 1948. Ma l’allungamento della vita media ci deve trovare preparati, per esserlo dobbiamo comprenderne l’impatto. Sono in corso dei cambiamenti striscianti, perché lenti ma inarrestabili, che stanno disgregando tre tipi di welfare su cui abbiamo sempre contato: previdenziale, sanitario e familiare. Il tema della denatalità e quello della longevità torceranno sempre più un sistema previdenziale già in sofferenza. Nel 2050, gli italiani con meno di 24 anni saranno circa la metà degli ultra65enni. Senza dimenticare, che la longevità avrà forti implicazioni anche sulla sanità, perché vivere più a lungo richiede giocoforza maggiori prestazioni sanitarie. Se già pre-Covid una prestazione su due era pagata dagli italiani di tasca propria, è difficile immagine un’inversione di rotta. Il terzo welfare, nella nostra Italia, è sempre stato importantissimo, mi riferisco a quello familiare. Mia mamma viveva con i nonni e con gli zii e c’era una forte solidarietà. Ai nostri giorni si contano 1 virgola e qualcosa di figli per donna e si assiste, mi passi il termine, a una delocalizzazione dei figli. Sempre più giovani vivono all’estero o lontani dai genitori, difficilmente li potranno assistere quando saranno anziani. Inoltre, un terzo delle famiglie è unipersonali. È chiaro che quella forma di solidarietà e sostegno familiare viene a mancare. Per cui la longevità è un’ottima notizia, ma deve trovare delle risposte puntuali in uno scenario complesso che richiede la nostra attenzione".
Come si fa?
"Per prima cosa dobbiamo prendere coscienza dei condizionamenti dei nostri bias cognitivi, o equivoci se vogliamo semplificare".
Cosa significa?
"Intendo dire che spesso le persone sono immerse in una sorta di presente continuo, che impedisce loro di immaginare sé stessi fra 30 anni, o meglio di avere contezza delle discontinuità con cui dovranno confrontarsi. Questo significa che quando abbozzo una sorta di pianificazione a 30 anni le persone smettono di ascoltare. Scatta un meccanismo inconscio che le porta a pensare che si stia parlando di un’altra persona, non di noi stessi da anziani. È una resistenza naturale".
Come si supera?
"Con l’acculturamento, con l’approfondimento, con l’oggettivazione, attraverso un percorso virtuoso che porti le persone a ragionare su tutti i risvolti possibili che la vita ci metterà di fronte. Le persone spesso hanno contezza dei loro progetti, dell’aspirazione a comprare una casa al mare. Ma se il sogno non si realizza non ci saranno impatti sulla loro vita. Se, al contrario, non si eliminano le fragilità, meglio conosciute come rischi, l’impatto può essere devastante. Allo stesso modo arrivare impreparati ai propri bisogni, alle scadenze certe della vita come il pensionamento, espone la persona al rischio di perdere la propria autonomia finanziaria, di dover dipendere dai propri cari, a discapito della propria libertà e dignità".
A questo serve la consulenza finanziaria?
"Un consulente finanziario può aiutare le persone a cambiare prospettiva, a uscire dal presente continuo in cui sono immerse, per vedere il film della propria vita, non un solo fotogramma. Questo ragionamento ci aiuta a mettere gli elementi nelle giuste caselle e a distinguere ciò che è risparmio da ciò che non lo è".
Cioè?
"Un investimento a 3 o 5 anni per, ad esempio, la ristrutturazione della casa, è un consumo differito. Il risparmio, quello vero, è il capitale investito nel lunghissimo termine, dove si collocano i bisogni di vita. Pianificare con saggezza il futuro ci consente di arrivare nel miglior modo possibile a soddisfare il maggior numero di bisogni, raggiungendo l’indipendenza finanziaria. I 1.600 miliardi ancora depositati sui conti correnti degli italiani, ovvero un terzo della loro ricchezza finanziaria, sono una scelta di pura inefficienza che non ci possiamo più permettere. Eppure, basta un esempio numerico per capire quanto sia premiante l’investimento nel lungo periodo nel settore più performante tra tutte le soluzioni possibili, il mercato azionario".
Ci spiega?
"Prendiamo il valore 100 euro in un arco temporale di 30 anni. A causa dell’inflazione, per avere oggi una cifra con lo stesso potere di acquisto di allora dovremmo detenere una somma di 188 euro. Chi avesse investito quei 100 euro in obbligazioni oggi avrebbe un capitale di 376 euro e avrebbe protetto il proprio potere di acquisto. Ma chi quei 100 euro li avesse investiti sul mercato azionario oggi si ritroverebbe una somma di 1.170 euro, un capitale 12 volte più alto del valore iniziale. Nel lungo termine il mercato azionario cresce sempre. Perché rappresenta l’economia reale".