
LA GUERRA COMMERCIALE a colpi di dazi scatenata dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, oltre a trasformarsi in un...
LA GUERRA COMMERCIALE a colpi di dazi scatenata dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, oltre a trasformarsi in un uragano capace di far crollare con perdite record le Borse di tutto il mondo, potrebbe avere un pesante effetto sull’export del made in Italy. Con i dazi Usa sono infatti a rischio 33mila addetti nella filiera delle imprese manifatturiere impegnate nelle attività di esportazione negli Stati Uniti. In particolare, le micro e piccole aziende, se non cambierà lo scenario geopolitico ed economico internazionale con un raffreddamento della guerra dei dazi, rischiano la perdita di 13mila occupati. È la stima di Confartigianato sul possibile impatto della politica commerciale di Trump sulla nostra occupazione. Nel dettaglio Confartigianato calcola che le nuove tariffe Usa potrebbero far calare di oltre 11 miliardi le nostre esportazioni verso gli Stati Uniti che oggi valgono 64,8 miliardi di euro. Nel 2024 il made in Italy ha conquistato il mercato statunitense soprattutto con i prodotti farmaceutici (+19,5%), alimentari, bevande e tabacco (+18%), apparecchi elettrici (+12,1%), macchinari (+3,7%), gomma, plastiche, ceramica e vetro (+3,2%), legno, stampa e carta (+2,4%). A risentire dei dazi statunitensi sarebbero, in particolare, i settori con la maggiore presenza di micro e piccole imprese nella moda, mobili, legno, metalli, gioielleria e occhialeria che nel 2024 hanno esportato negli Usa prodotti per 17,9 miliardi di euro, con una crescita delle vendite del 3,9% tra gennaio e settembre dello scorso anno. In particolare, aumenti consistenti dell’export si sono registrati per i prodotti alimentari (+24,1%), del legno (+6,4%), dei mobili (+4,2%) e dell’abbigliamento (+3,5%).
Gli Stati Uniti sono il primo mercato nel mondo per 43 prodotti italiani, tra cui alcune produzioni ad alta tecnologia come i macchinari e prodotti con una marcata vocazione artigiana come la gioielleria e oreficeria, l’occhialeria, i mobili, i divani, le pietre tagliate e lavorate, gli articoli sportivi, il vetro e la ceramica artistici, la coltelleria e la posateria e gli strumenti musicali.
La Confederazione ha stilato una classifica delle regioni e delle province più esposte agli effetti dei dazi decisi dall’Amministrazione Usa. Al primo posto la Lombardia con 13.510 milioni di euro (20,5% del totale nazionale), seguita da Emilia-Romagna con 10.754 milioni (16,3%), Toscana con 10.251 (15,6%), Veneto con 7.174 (10,9%), Piemonte con 5.189 (7,9%) e Lazio con 3.344 milioni (5,1%). "La politica dei dazi – sottolinea il presidente di Confartigianato Marco Granelli – non paga per nessuno. Le sfide commerciali si vincono garantendo la libera circolazione delle merci. Vanno sostenuti i processi di negoziazione in ambito europeo per evitare una escalation della guerra commerciale".