Venerdì 19 Aprile 2024

"Abiti di ortica Così la moda cresce in sostenibilità"

"Abiti di ortica  Così la moda  cresce  in sostenibilità"

"Abiti di ortica Così la moda cresce in sostenibilità"

FINO A 70 ANNI FA, a Fanano, un piccolo paese nel cuore dell’alto Appennino Modenese, esisteva una filiera tessile molto importante che è andata perduta nel tempo. A farla rivivere, oggi, è l’azienda ‘Ortika Clothing’ di Luisa Ciocci (nella foto di Lorenzo Prodezza), fondatrice e presidente della startup che crea vestiti che sembrano di seta e sono, invece, ricavati da una pianta da sempre considerata la più umile, ribelle e bistrattata: l’ortica. Nell’antichità, veniva chiamata l’"erba delle streghe", in virtù del potere attribuitole di allontanare le energie negative. L’idea di creare questa realtà nasce da un ricordo di Luisa. Un giorno, sua nonna la fece avvicinare alla pianta tanto temuta e le raccontò che "con l’ortica, questa dal gambo nero, si facevano i sacchi per conservare le vivande e le granaglie durante l’inverno".

La fondatrice di Ortika Clothing si è voluta mettere sulle tracce di questo ricordo e ha scoperto che, proprio a Fanano, esisteva una filiera tessile molto importante che si era esaurita nel tempo. Ha deciso così di riportarla in vita. La fibra di ortica è assolutamente naturale e molto conosciuta in questa zona del modenese dove, fino agli anni Cinquanta, si coltivavano canapa, lino e ortica. Così, il suo brand, utilizzando per la tessitura la fibra d’ortica, grazie alle mani di sarte e artigiane rigorosamente dell’Appennino modenese, produce, dal 2019, moda ecosostenibile, con l’intento di portare all’interno del territorio tutta la filiera produttiva: dalla coltivazione delle materie prime alla realizzazione del filato, dalla filatura dei capi alla vendita, generando occupazione e rendendo appetibile ed attraente una terra da sempre considerata marginale.

L’azienda possiede tre ettari di terra tra i comuni di Fanano e Montese, dove viene coltivata la materia prima, e l’obiettivo è arrivare a sette entro il prossimo anno. La startup vuole recuperare anche le tradizioni dei tessuti di Fanano, dando nuova vita ai disegni propiziatori e di buon auspicio che, un tempo, si trovavano nei corredi degli sposi e che si possono ancora vedere intarsiati nelle vecchie coperte di lana. Presentavano una simbologia precisa e propiziatoria: il quadrato rappresentava la famiglia unita contro le avversità del mondo, il rombo, invece, l’unione tra cielo e terra e il fiume, infine, l’abbondanza. ‘Ortika Clothing’ ha debuttato anche a Bologna, all’Hotel Guercino, nel salotto di Patrizia Finucci Gallo, il più conosciuto in città, con un defilè dell’ultima collezione, riscuotendo molto successo. Il prossimo passo, infatti, è quello di aprire negozi monomarca, uno dei quali troverà casa sicuramente sotto le Due Torri. Ma l’azienda non produce solo abiti. Nel pieno rispetto dell’economia circolare, nulla viene sprecato e, dalle foglie dell’ortica, ricava anche tisane e prodotti per la pelle.

L’ortica, del resto, ha svariate qualità. È antibatterica, traspirante, resistente e lucida come la seta. La migliore, come accertato dagli studi della Scuola Agraria di Roville, in Alsazia, è proprio l’ortica nera, quella che utilizzava la nonna di Luisa Ciocci e che presenta una resa del 35% superiore rispetto alle altre specie di questa pianta. Finora, il progetto di ‘Ortika Clothing’ ha avuto un’accoglienza entusiastica e molte richieste arrivano anche dall’estero. "L’ortica è simbolo di coraggio e marginale e sempre, fin dall’antichità, è stata utilizzata come fibra tessile – spiega la presidente di ‘Ortika Clothing’ – Le divise di Napoleone erano in fibra d’ortica, così come quelle dell’esercito regio italiano fino al 1940".

"Grazie alle conoscenze di oggi – prosegue Ciocci – è possibile raffinare la fibra d’ortica ottenendo una pianta utile a scopi tessili. Così abbiamo iniziato a creare una nostra collezione - che abbiamo chiamato “Dress well for an Ethical Revolution“ – interamente fatta a mano, perfino i bottoni sono realizzati da artigiani del nostro Appennino". E aggiunge: "Il design dei capi viene studiato da un team apposito, ma i nostri abiti hanno delle caratteristiche comuni, innanzitutto la vestibilità. Cerchiamo di evitare, per quanto possibile, il concetto di taglia che, ad oggi, rappresenta una prigione per le persone. Il nostro obiettivo è che non sia il corpo che si debba costringere in un abito, ma l’abito che debba adattarsi al corpo, esaltandone l’unicità che rappresenta uno dei valori della nostra realtà".

L’azienda vuole fortemente valorizzare il territorio e, in quest’ottica, è nato il progetto dell’‘Ortika Fashion Lab’, un atelier di comunità dove strumenti tecnici per il taglio (macchine da cucire, macchina taglia e cuci, tavolo per piano taglio) verranno messi a disposizione degli artigiani locali. Soprattutto, è uno spazio ideato per favorire la nascita e il recupero, attraverso i corsi che verranno organizzati, di nuove professionalità. "La nostra missione – illustra la fondatrice del brand – è rivoluzionare l’ambito della moda sostenibile, apportando elementi innovativi, non solamente nel prodotto finale, ma lungo l’intero processo produttivo, rafforzando l’aspetto umano dell’azienda, per dare spazio allo sviluppo e all’accrescimento del talento di ogni dipendente".

"Offriamo ai consumatori – sottolinea Ciocci –capi di abbigliamento organici, ipoallergenici e di elevato design, realizzati con fibra naturale, ma mantenendo un costo accessibile. Nulla della pianta verrà̀ scartato durante l’intero processo, andando a creare prodotti collaterali, utili al benessere dell’individuo, come le tisane".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro