"Macchina dello Stato più digitale Servizi pubblici sullo smartphone"

Pisano, ministra dell’Innovazione: "Il lavoro da casa è un’opportunità, andiamo avanti con il 5G"

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di Claudia Marin

La digitalizzazione dei servizi della Pa come potrà portare benefici a famiglie e imprese?

"Innanzitutto farà risparmiare sempre più tempo a cittadini e imprese – avvisa Paola Pisano, ministro dell’Innovazione –. Ridurrà le file davanti agli sportelli, tenderà a far diminuire i fastidiosi casi nei quali occorre ripresentare a un ufficio pubblico documentazione già fornita a un altro ufficio pubblico. Il mio obiettivo, insomma, è far sì che tutti i servizi pubblici, salvo rare eccezioni, dettate da ragioni di sicurezza o analoghi motivi, possano essere accessibili anche da uno smartphone. Stiamo già andando in questa direzione, ma la macchina dello Stato deve cambiare di più e più in fretta".

Quali i passi in avanti compiuti in questa direzione?

"Quando sono stata nominata ministro, le identità digitali di Spid, il Sistema pubblico per l’identità digitale, erano circa quattro milioni. Abbiamo lavorato e adesso sono dieci i milioni di italiani che con Spid dispongono di credenziali per accedere a numerosi dei servizi già in rete della Pubblica amministrazione. In aprile abbiamo lanciato l’app “Io” alla quale andranno collegati tutti i servizi pubblici on line. Sono già tre milioni e mezzo i cittadini che l’hanno scaricata".

Ora c’è il dl Semplificazioni in via di approvazione: che cosa prevede sul fronte dell’innovazione tecnologica del Paese?

"Molto. Non a caso si chiama “Semplificazione e innovazione digitale”. Ad esempio ho ottenuto che per l’avvio delle procedure con le quali i vari rami della Pubblica amministrazione devono rendere digitali i propri servizi, si indicasse una data: il 28 febbraio 2021. È chiaro che il processo non sarà né breve né lineare. Dalla stessa data Spid e Cie, la Carta d’identità elettronica, diventeranno le sole credenziali per accedere ai servizi digitali pubblici, anche se le vecchie rimarranno valide fino alla scadenza naturale. L’Inps ha annunciato che da ottobre 2020 non rilascerà più suoi Pin".

La didattica a distanza è stata un esito inevitabile nell’emergenza ma quale può essere il lascito strutturale per la scuola italiana?

"Le scuole devono potervi ricorrere ogni volta che non è possibile insegnare con presenza fisica. Devono disporre di una rete di connettività, della banda ultralarga. Ho agito affinché oltre 400 milioni di euro venissero destinati a garantire a numerosi istituti la connessione veloce a Internet, gratuita per 5 anni".

Lo smart working è stato ugualmente uno strumento per continuare a lavorare nell’emergenza ma come può tradursi in un salto tecnologico per il mondo del lavoro?

"Il lavoro agile a distanza è un’opportunità che merita di essere sviluppata quando e come serve, non un valore in sé. Il decreto Semplificazioni obbliga la Pubblica amministrazione a dotarsi di beni e sistemi informatici per consentire ai propri dipendenti l’accesso da remoto. È importante che datori di lavoro e organizzazioni di lavoro negozino per regolamentare questo fenomeno: devono beneficiarne sia i fatturati delle imprese sia l’occupazione e le condizioni dei lavoratori".

Certo, tra didattica a distanza e smart working molte famiglie durante la pandemia si sono trovate in difficoltà.

"Abbiamo introdotto un voucher di 200 euro per permettere alle famiglie di usufruire di servizi Internet veloci. Per le famiglie con reddito Isee inferiore a 20mila euro, abbiamo previsto un contributo aggiuntivo di 300 euro per ricevere in comodato d’uso pc o tablet. La misura partirà nelle prossime settimane".

Il 5G quando sarà realtà?

"Le premesse per la copertura 5G sono già presenti in varie città tra le quali Roma, Milano, Torino, Firenze, Napoli, Bologna. A Monza c’è il primo autodromo d’Europa connesso in 5G. È bene che istituzioni, imprese e cittadini si preparino per tempo ad affrontare questa novità tecnologica ineludibile".

Da più parti si osserva che la partecipazione della cinese Huawei al progetto 5G possa costituire un rischio per la sicurezza nazionale. Come stanno le cose?

"Nulla dovrà avvenire in contrasto con la sicurezza nazionale che ha priorità assoluta. Ma invece di essere ossessionati da questo timore sarebbe utile dedicare la stessa attenzione a sviluppare queste tecnologie nel nostro Paese. Abbiamo tutte le carte in regola per farlo".

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