
La presidente dell’Ance, Federica Brancaccio, durante l’assemblea nazionale dell’associazione, tenutasi ieri a Roma
di Antonio TroiseROMAÈ tempo di archiviare definitivamente la lunga stagione dei tagli e degli interventi emergenziali. Occorre invece puntare su misure strutturali, capaci di offrire una vera prospettiva al Paese. Serve un piano per la riqualificazione energetica, una legge per la rigenerazione urbana da approvare entro un anno e un grande piano casa con un investimento di 15 miliardi di euro. Con una visione a tutto campo, Federica Brancaccio – presidente dell’Ance – ha presentato all’assemblea nazionale dell’associazione, tenutasi all’auditorium di via della Conciliazione a Roma, la sua relazione alla presenza di rappresentanti delle istituzioni, delle parti sociali e di numerosi imprenditori. Un appuntamento centrale per il settore delle infrastrutture, scandito quest’anno dallo slogan: "Il tempo giusto". Sotto i riflettori, i progetti del Pnrr. A poco più di un anno dalla scadenza del 2026, la spesa sostenuta risultava pari al 34%.
Certo, i dati potrebbero essere sottostimati: secondo l’Osservatorio PNRR dell’Ance, infatti, il 60% dei cantieri risulta in corso o già concluso. E ieri, il ministro con delega per il Pnrr, Tommaso Foti, ha fatto il punto sui risultati dell’ottava rata, pari a 12,8 miliardi, non nascondendo un certo ottimismo. Del resto, il suo predecessore – oggi vicepresidente della Commissione UE – Raffaele Fitto ha chiarito che la strada della proroga non è percorribile. Al massimo, si potrà procedere con maggiore flessibilità e alcune rimodulazioni. "Dobbiamo andare oltre il dibattito sulla proroga e concentrarci sugli obiettivi da raggiungere", taglia corto la presidente dell’associazione, insistendo in particolare su alcune richieste al governo: una strategia credibile per la riqualificazione energetica, una legge di "riqualificazione urbana" – dopo 76 tentativi falliti – e un grande piano per rispondere al disagio abitativo, "perché oggi trovare casa è più difficile che trovare lavoro". Senza dimenticare la lotta ai cambiamenti climatici e l’emergenza idrica, fronti sui quali, secondo l’Ance, sarebbe opportuno ripristinare l’unità di missione. Al centro anche il tema dei pagamenti e dei ristori, che registrano ancora forti ritardi: 5 mesi contro i 30 giorni previsti dalla UE. Le aziende sono ancora in attesa di circa 3 miliardi di contributi per il caro-materiali relativi a lavori realizzati a partire dal 2022. Una prima risposta è arrivata in diretta dal ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, che ha annunciato di aver sbloccato almeno 660 milioni di ristori, dopo diverse "peripezie burocratiche". Il leader della Lega ha infine difeso il decreto Salva-Casa, che – a suo avviso – ha contribuito a ridare slancio al mercato immobiliare.