Giovedì 18 Aprile 2024

L’Italia premia Crédit Agricole Profitti a più 71%

Il gruppo bancario in salute anche nei primi tre mesi. L’attività commerciale è tornata ai livelli pre crisi

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di Achille Perego

Dopo il successo dell’opa sul Credito Valtellinese, Crédit Agricole ha presentato ieri i risultati più che positivi del primo trimestre dell’anno. Sia a livello totale di gruppo, con un utile netto reported raddoppiato a 1,754 miliardi e ricavi pari a 9,05 miliardi, sia per le attività nel nostro Paese. Il risultato netto aggregato del gruppo in Italia, guidato dal senior country officer Giampiero Maioli, infatti, è cresciuto del 58% a 230 milioni (83 milioni con un +71% per il gruppo bancario). Crédit Agricole è presente in Italia, suo secondo mercato domestico, con circa 14mila collaboratori e 4,6 milioni di clienti. Creval invece, con la cui acquisizione la "banca verde" è diventata la sesta banca commerciale del nostro Paese, ha 3.500 dipendenti ed è presente in 11 regioni con 355 filiali, più della metà nel Nord, area su cui Oltralpe puntano con grande interesse. E il focus adesso è proprio rivolto all’integrazione dell’istituto valtellinese tanto che non sono previste nuove operazioni di M&A in Italia.

Crédit Agricole intende concentrarsi sul Creval e conta di realizzare la fusione completa il prossimo anno con un’integrazione senza difficoltà nei prossimi mesi. Crédit Agricole Italia controlla il 91,17%. Ora l’obiettivo è il delisting e fino al 21 maggio i soci che non hanno aderito possono ancora vendere le proprie azioni allo stesso prezzo dell’offerta (alzata a 12,5 euro per azione) attraverso la procedura di sell-out. Per il 18 giugno è stata convocata una nuova assemblea Creval per la nomina del board targato Agricole. L’acquisizione è supportata da una forte affinità industriale e culturale tra le due banche e in linea con la strategia di crescita sostenibile di Crédit Agricole Italia che nel primo trimestre ha continuato a mostrare una dinamica attività commerciale tornata ai livelli pre Covid.

Il totale dei finanziamenti all’economia è salito infatti a 78,2 miliardi (+1,6%, con +27% per i mutui) mentre la raccolta totale è arrivata a 276,5 (+14,1%) e il collocamento di prodotti legati al risparmio gestito è cresciuto del 55%. Sul fronte bancario in aumento anche lo stock degli impieghi (+7,2%) e i ricavi (+9,4%, con +12% delle commissioni). È proseguita poi l’attenzione alla qualità degli attivi con l’incidenza dei crediti deteriorati netti sul totale impieghi in ulteriore riduzione al 2,8%.

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