Mercoledì 24 Aprile 2024

Licenziamenti, finisce il blocco "Puntiamo su nuovi ammortizzatori"

I ministri pensano a una riforma ma i sindacati sono sul piede di guerra: "Serve una nuova mediazione"

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di Claudia Marin

La prima scadenza del blocco dei licenziamenti per industria, edilizia e grandi imprese di servizi è a un passo: dal primo luglio le imprese potranno avviare le procedure. Ma l’accordo nella maggioranza non c’è e, con tutta probabilità, non ci sarà: dunque il governo non si muoverà e, del resto, come fanno sapere fonti autorevoli, del dossier non si è parlato in consiglio dei ministri. Né a smuovere le acque basterà la mobilitazione di Cgil, Cisl e Uil in programma domani. Da qui l’accelerazione del ministro Andrea Orlando per arrivare a una riforma degli ammortizzatori sociali che possa tornare utile a stretto giro come cassetta degli attrezzi anti-emergenza licenziamenti. Tanto più che i nuovi strumenti potrebbero risultare utili a cominciare dal settore aereo e non solo per la vertenza Alitalia. Del nodo licenziamenti "non abbiamo parlato", spiega Orlando, che rimarca "l’urgenza" di portare a termine la riforma degli ammortizzatori, il cui impatto "riguarda soprattutto gli effetti dello sblocco di ottobre più che quello attuale, per il quale abbiamo previsto anche l’azzeramento delle addizionali" sulla Cig fino a fine anno per le imprese che si impegnano a non licenziare.

La riforma degli ammortizzatori sociali, che è legata al rilancio delle politiche attive con il potenziamento dei centri per l’impiego, della formazione e della ricollocazione, punta a garantire "una protezione universale, estesa anche a chi, sino ad oggi, era escluso da ogni tutela", come più volte rimarcato da Orlando, che ha cominciato a incontrare gli altri ministri interessati, a partire dal ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti. Un incontro in cui i due, insieme con i tecnici, avrebbero condiviso l’impostazione della riforma - passare da un sistema assistenziale a un percorso di formazione e rioccupazione per la maggior parte dei lavoratori - e la necessità di muoversi il più rapidamente possibile. Il Covid, infatti, ha accelerato percorsi di trasformazione industriale che già erano in atto e acutizzato alcune crisi, come quella del settore aereo, che sarà il primo banco di prova dei nuovi ammortizzatori finalizzati al cambio di occupazione. Ma per i sindacati non basta. "Bisogna riallacciare il dialogo e trovare una nuova e avanzata mediazione", incalza il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra. I sindacati chiedono la proroga al 31 ottobre del blocco proprio per far partire la riforma degli ammortizzatori ed evitare altre ricadute occupazionali e "rotture sociali", come ripete il leader della Cgil, Maurizio Landini.

Del resto, molti sono i settori che necessitano di un "paracadute", dal tessile fino al settore aereo, che vedrà i lavoratori incrociare le braccia il prossimo 6 luglio. Certo è che nella pandemia, il ricorso alla Cig fa segnare nuovi record: dal primo aprile 2020 al 31 maggio 2021 sono state autorizzate dall’Inps oltre 5,4 miliardi di ore con causale Covid. E questo, secondo le stime della Uil, ha consentito di salvaguardare circa 2,3 milioni di posti di lavoro: un intervento fondamentale, insieme con il blocco dei licenziamenti per "scongiurare una catastrofe sociale".

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