Licenziamenti, a rischio 2 milioni di posti

I sindacati in piazza contro la fine del blocco. Trattativa in stallo. Brunetta: serve un patto sociale

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di Claudia Marin

I sindacati tornano in piazza a Torino, Firenze e Bari. Con loro, in un sabato bollente di fine giugno, migliaia di persone. Obiettivo, ribadire il no allo sblocco dei licenziamenti previsto per l’ormai vicinissimo primo luglio e ottenere la proroga del divieto di mandare a casa i lavoratori fino a ottobre. Il fitto pressing delle parti sociali, però, non sembra per ora destinato a spostare in avanti il punto di caduta che il premier Mario Draghi ha individuato attraverso le mediazioni con i partiti di maggioranza: oltre a concedere proroghe selettive ai settori più colpiti dalla crisi e a quelle imprese che hanno vertenze aperte al ministero dello Sviluppo, si può arrivare a tenere conto dei cali di fatturato rilevanti, di più non si può fare.

Mentre dunque il braccio di ferro tra Cgil, Cisl e Uil e il governo appare in stallo, arriva invece un segnale distensivo da parte del ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, che apre alla proposta di patto sociale lanciata da Luigi Sbarra, numero uno della Cisl. "Dobbiamo tenere alta la protezione sui lavoratori – sintetizza Brunetta – ma dobbiamo nel contempo favorire la crescita economica. Questo lo si fa con un grande patto per la coesione come quello che fece Ciampi nel ’93".

Ma la lunga giornata vede in primo piano la corposa mobilitazione sindacale. Lo sblocco dei licenziamenti, spiegano dalle piazze, potrebbe innescare una "bomba sociale". Un rischio "effettivo", riconosce il ministro del Lavoro Andrea Orlando, che assicura: "interverremo in tempo". I tre leader rilanciano le richieste. "È il momento di unire, non di dividere", avvisa il segretario Cgil Maurizio Landini da Torino. "L’uscita da questo blocco può provocare uno tsunami sociale", avverte il segretario Cisl Luigi Sbarra da Firenze. Da Bari il segretario Uil Pierpaolo Bombardieri lancia l’allarme: "A rischio fino a 2 milioni di posti".

E intanto il tempo scorre e manca meno di una settimana all’ora x. Si stringono i tempi per varare il provvedimento salva posti di lavoro, in particolare per le aziende già teatro di profonde crisi, come Whirlpool. Ma in bilico ce ne sono tante altre: al Mise sono aperte 85 vertenze. Si attende dunque il decreto da varare entro mercoledì: tra le righe, anche il rinvio delle cartelle, della Tari e di altre scadenze fiscali.

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