Venerdì 19 Aprile 2024

L’Europa divisa dalle ricariche Siamo al quinto posto

Migration

L’Europa delle colonnine per le auto elettriche corre a diverse velocità, con enormi differenze tra i Paesi dell’Unione. Lo conferma un’analisi dell’Acea, l’associazione continentale dei costruttori auto. Secondo questa ricerca, la metà di tutti i punti di ricarica per le vetture a batteria nell’Unione europea è concentrata in sole due nazioni, che rappresentano meno del 10% dellaasuperficie continentale: Paesi Bassi (90mila punti) e Germania (60mila). L’Olanda ha un numero di punti di ricarica quasi 1.600 volte superiore a quello di Cipro (in fondo alla graduatoria), che ne ha installati 57. Per raggiungere lo stesso numero di colonnine presenti nei Paesi Bassi bisogna sommare quelle di 23 altri Stati membri. In questa classifica, l’Italia arriva al quinto posto con 23.543 punti di ricarica, secondo Acea (dati alla fine dell’anno scorso). L’Italia è preceduta in graduatoria anche da Francia (37.128) e Svezia (25.197). Tra i meno virtuosi troviamo la Lettonia (420 colonnine), Estonia (385), Lituania (207), Malta (98) e appunto Cipro con sole 57 colonnine. Guardando la carta geografica del continente, salta così all’occhio la divisione in macro aree delle infrastrutture. Basti pensare che la Romania – sette volte più grande dei Paesi Bassi – ha solo lo 0,4% di tutti i punti di ricarica dell’Unione. Acea fa notare come, nonostante il forte aumento del numero di punti di ricarica negli ultimi cinque anni (+180%), il numero totale (307mila) sia di gran lunga inferiore a quanto necessario.

Per raggiungere gli obiettivi di riduzione della CO2 proposti per le autovetture, le vendite di veicoli elettrici dovranno aumentare in modo massiccio in tutti i Paesi dell’Unione e per farle circolare senza intoppi entro il 2030 sarebbero necessari 6,8 milioni di punti di ricarica, ovvero una crescita di oltre 22 volte in meno di 10 anni. La corsa delle colonnine, del resto, rispecchia anche la crescita del parco circolante di auto elettriche. In Europa i più avanti sono i norvegesi, che l’anno scorso hanno superato il 77% di elettriche o ibride plug-in sul totale delle immatricolazioni. Seguono Svezia (33%), Olanda (28%), Finlandia (19%), Danimarca (16%), Germania (14%), Portogallo (13%), Lussemburgo (12%), Francia (11%) Austria e Irlanda (8%). L’Italia è fuori dalla top ten: è quindicesima al 4%, a pari merito con l’Ungheria.

Elena Comelli