
Sempre più difficile anche per le famiglie fare fronte al crescente rincaro dei prezzi e sempre più nuclei famigliari sono a rischio povertà o esclusione sociale
Roma, 11 aprile 2025 – Secondo i dati raccolti dall'Area Studi Legacoop-Ipsos è aumentata negli italiani la percezione delle discriminazioni di genere e delle disuguaglianze presenti nell'ambito dell'accesso ai servizi sanitari di qualità e alla casa. Diminuisce, invece, la presa di coscienza su tematiche di primaria importanza come l'aumento della povertà, la precarizzazione del lavoro e la mancanza di opportunità lavorative per i più giovani. Salgono, infine, anche le attenzioni relative alle fratture sociali più forti e a un blocco sostanziale dell'ascensore sociale: soltanto 3 italiani su 10 sono convinti che i propri figli possano aspirare a raggiungere una posizione sociale migliore, mentre 6 su 10 si collocano nella zona inferiore della "piramide sociale". Tutto ciò è emerso dal Report FragilItalia "Disuguaglianze sociali e ascensore sociale", realizzato in base a un sondaggio condotto su un campione rappresentativo della popolazione italiana.
Il report
L'indagine in questione pone a confronto la percezione attuale delle principali disuguaglianze sociali con dati risalenti a tre anni fa. Emerge una graduatoria che sottolinea importanti differenze nell'evoluzione della percezione sulle varie problematiche: al primo posto di essa si posiziona l'aumento della povertà (percepito dal 57% del campione intervistato, -4% rispetto al 2022), seguito dalla precarizzazione del lavoro (45%, -3 punti) e dalla mancanza di lavoro e di opportunità per i giovani (terza con il 44%, -10 rispetto all'indagine precedente). Guadagna ben 9 punti percentuali in classifica la percezione di differenti possibilità di accesso ai servizi sanitari di qualità, situata al quarto posto con il 41% delle indicazioni, mentre al quinto troviamo la percezione, invariata al 36%, di una difficoltà di crescita sociale maggiore per chi proviene da famiglie a basso reddito. Aumentano anche le prese di coscienza di problemi come le discriminazioni di genere, riconosciute come problema dal 30% degli intervistati, e le disuguaglianze delle possibilità di accesso alla casa, che hanno guadagnato addirittura un +8% rispetto all'anno precedente. Rispetto al dato medio, infine, è giusto evidenziare come gli under 30 percepiscano una crescita maggiore della mancanza di opportunità lavorative per i giovani e delle discriminazioni di genere. Al contrario, per gli over 65 i problemi maggiori sono legati all'aumento della povertà e alla possibilità di accesso ai servizi sanitari e della casa.
Le fratture sociali
La seconda parte del report si concentra soprattutto sulle fratture sociali più nette, sempre in rapporto all'analoga rilevazione del 2022, e su come si sia rafforzata la percezione della comunità su ognuna di esse. Al primo posto della classifica comanda la netta frattura tra ricchi e poveri, riconosciuta dal 66% del campione, seguita al secondo posto dalla distinzione tra onesti e furbetti (62%) e al terzo posto dalla differenza tra il popolo e le elite (59%). Completano l'elenco le fratture tra lavoro stabile e lavoro flessibile, tra italiani ed immigrati e tra equità e disuguaglianza (appaiate al 49%), tra le tasse e la libertà (al 46%), tra la democrazia e i poteri forti (riconosciuta dal 46%), tra lavoratori e datori di lavoro (45%) e tra diritto alla salute e imposizioni relative alla salute (42%).
La piramide sociale
Per quanto riguarda la collocazione nella "piramide sociale" del paese, relativamente al reddito e alle condizioni di vita, il 41% degli interpellati dal sondaggio dichiara di posizionarsi nella parte superiore: il 34% appartiene al ceto medio (+7 punti rispetto a tre anni fa), mentre solo il 7% si rispecchia nella 'upper class'. Dall'altra parte, invece, il 59% si ritiene appartenente alla parte inferiore della scala sociale. Nello specifico, il 34% si dichiara parte del ceto medio cosiddetto 'in declino', quello del quale fanno parte le persone la cui posizione sociale è in caduta, il 18% (+3 punti rispetto al 2022) del ceto fragile, ovvero coloro che arrivano con difficoltà alla fine del mese, e il 7% nella 'lower class', dove figura chi ha meno del necessario o si sente povero. Soltanto il 5% degli intervistati pensa che la propria posizione sia migliorata, mentre il 38% che sia rimasta la medesima ad un livello medio o alto. Per il 35% è rimasta uguale ad un livello basso o popolare e per il 22% è peggiorata.
Aspettative per i figli
L'indagine riporta, infine, una tendenza generale in peggioramento riguardo alle aspettative di una posizione sociale migliore per i figli in un futuro prossimo. Tra coloro che dichiarano di appartenere al ceto medio, il 32% ritiene che i figli potranno migliorare la propria posizione rispetto alle condizioni della famiglia di appartenenza, il 52% che manterranno la stessa invariata e il 15% che scenderanno più in basso nella scala sociale. All'interno del ceto popolare, si registra un calo di 10 punti in percentuale della presenza di coloro che esprimono aspettative di miglioramento per i figli (che scende dal 37% al 27%). Cala invece di 5 punti, dal 40% al 35%, la quota di chi pensa che i figli potranno mantenere la medesima posizione sociale attuale. Un altro dato che colpisce, tuttavia, è l'aumento di 15 punti percentuali, dal 23% al 38%, di coloro che pensano che i figli scenderanno più in basso rispetto alla posizione sociale della famiglia di provenienza.
"Cresce la percezione delle disuguaglianze"
“Se è vero che il mondo sta cambiando in fretta sotto i nostri occhi – afferma Simone Gamberini, presidente di Legacoop – anche guardando allo stato del nostro Paese conviene chiedersi che mondo si prospetta. Abbiamo recentemente detto che, dopo la chiusura del ciclo post pandemico, si apriva una fase di incertezza; ma molto rapidamente la situazione pare assumere connotazioni negative; e non solamente dal punto di vista economico, dove il Paese è tornato alla crescita zero, ma dal punto di vista sociale. Cresce tra gli italiani la percezione delle disuguaglianze, in particolare riguardo all’accesso a servizi sanitari di qualità, alla casa e alle discriminazioni di genere. Allo stesso tempo, il divario sociale appare sempre più marcato, con un sostanziale blocco dell’’ascensore sociale’. Emerge una società polarizzata, con una ampia maggioranza degli italiani che si colloca nella parte inferiore della piramide sociale, con una forte consapevolezza delle disuguaglianze specialmente nell’accesso ai servizi essenziali. Il dato forse più preoccupante, tuttavia, riguarda le prospettive future se, nel ceto popolare, la quota di chi crede che i figli peggioreranno la propria posizione sociale è cresciuta di quindici punti in soli tre anni. Questi risultati delineano un quadro in cui il senso di immobilità sociale è sempre più diffuso, ponendo sfide nuove e urgenti per le politiche economiche e sociali del Paese. È tempo di approvare un piano nazionale italiano per l’economia sociale”.