Le priorità del governo. Cresce l’assegno familiare Pane e latte costeranno meno

Vertice di maggioranza sulla legge di Bilancio. Si punta a tagliare l’Iva sui beni primari. Spunta l’ipotesi di tassare le consegne a domicilio per finanziare il commercio di prossimità

Il conto alla rovescia è cominciato. Lunedì (o, al massimo, martedì) la manovra economica arriverà sul tavolo di Palazzo Chigi. Ma i nodi da sciogliere sono molti e nel rush finale potrebbero spuntare molte sorprese. Ieri, il premier Giorgia Meloni, accompagnata dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti e dal suo vice, Maurizio Leo, ha fatto il punto sulle misure con i capigruppo della maggioranza. Una riunione serrata dove c’è stata, da parte dei partiti, una raffica di richieste. Forza Italia avrebbe anche chiesto la detassazione dei contributi per le assunzioni degli under 34 e il taglio dell’Iva sui generi di prima necessità, come pane e latte, sia pure per un anno. Allo studio anche il calmieramento di beni come gli assorbenti.

Il ministro dell’Economia e Finanze Giancarlo Giorgetti, leghista, 55 anni
Il ministro dell’Economia e Finanze Giancarlo Giorgetti, leghista, 55 anni

Insomma, il tradizionale assalto alla diligenza dei conti. Ma Meloni avrebbe tenuto il punto, ha sottolineato le difficoltà del momento e ribadito che il principale obiettivo della Finanziaria sarà la tutela dei redditi bassi, dei giovani e degli anziani. I due terzi dei 30-32 miliardi della manovra saranno destinati al caro bollette. Per tutto il resto la dote è molto ristretta. La parola d’ordine resta quella della cautela.

Rischia di saltare lo "scudo fiscale" per i capitali che rientrano dall’estero comprese le criptovalute. La frenata sarebbe arrivata dal ministero dell’Economia e il tema non sarebbe stato neanche trattato nel corso del vertice. Tutti d’accordo, invece, sulla rottamazione quater e in particolare sulla cancellazione di quelle sotto ai mille euro e il pagamento con mini-sanzione per quelle sopra i 3mila. Sulla ‘tassa piatta’ è previsto l’innalzamento della soglia attuale per gli autonomi (da 65mila a 85mila euro). Sul cuneo fiscale la manovra dovrebbe limitarsi a replicare il taglio di 2 punti introdotto dal governo Draghi, per un costo di 3,5 miliardi.

Poi c’è la stretta sul reddito di cittadinanza. L’idea, condivisa da tutti i partiti, è di eliminarlo entro sei mesi per tutti coloro che risultano "occupabili". Il sostegno andrebbe solo alle fasce più deboli e a coloro che non sono in grado di svolgere alcuna attività. La platea del reddito si restringerebbe fortemente con un risparmio valutato attorno al miliardo. Altre risorse arriveranno dall’aumento della tassa sugli extraprofitti, che dovrebbe attestarsi sul 33%. Per fare cassa si studia anche una tassa sulle consegne a domicilio, escluse quelle alimentari.

Il vero piatto forte della manovra restano gli aiuti contro il caro bollette, partendo dalla base di almeno 21 miliardi in deficit. Con qualche piccola novità rispetto al pacchetto messo a punto da Draghi, come ad esempio l’esclusione dello sconto per la benzina, sul modello della Francia. Ma non mancano le divisioni fra i partiti. Confermati, invece, il bonus sociale e i crediti di imposta per le imprese, con stanziamenti ad hoc per i settori più in sofferenza. Per aiutare le famiglie e sostenere le politiche per la natalità il governo pensa di raddoppiare l’importo dell’assegno unico per i figli, portandolo da 100 a 200 euro per i nuclei con 4 figli e garantire 100 euro in più per i gemelli.

Sul fronte pensioni, per evitare il ritorno della legge Fornero, la soluzione ponte per il 2023 dovrebbe essere una combinazione fra 41 anni di contributi e 62 di età (quota 103). Prevista anche la proroga dell’Ape sociale e dell’opzione donna. Forza Italia continua ad insistere anche sul ritocco delle pensioni minime a mille euro, sia pure per gli over 75 con Isee fino a 15mila euro. Ma la misura costa circa 2 miliardi. Non sono mancate, invece, le frizioni sulla stretta per il superbonus 110% che dal prossimo anno scenderà al 90%. Forza Italia continua a chiedere maggiore gradualità e soprattutto lo sblocco dei crediti incagliati. Ma il Mef frena.