Green pass obbligatorio, le piccole imprese temono di fermarsi

Se il rischio caos dal 15 ottobre fa paura alle grandi aziende, i nodi più rilevanti riguardano le piccole

Operai al lavoro in una recente immagine d'archivio (Ansa)

Operai al lavoro in una recente immagine d'archivio (Ansa)

Se il rischio caos, con l’obbligo del Green pass al lavoro dal 15 ottobre, fa paura alle grandi aziende, i nodi più rilevanti riguardano le piccole imprese. La regola per le aziende con meno di 15 dipendenti è la seguente: i datori di lavoro potranno ricorrere a un sostituto per un massimo di 20 giorni per rimpiazzare i dipendenti senza certificato verde. E la retribuzione di questi ultimi verrà sospesa sin dal primo giorno di assenza a lavoro.

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Quello che temono i rappresentanti delle piccole aziende è che in molti casi si potrebbero verificare rallentamenti o addirittura blocchi nell’andamento di una catena di lavori. Si pensi ad esempio ai cantieri o alle ditte in appalto: in questo caso le opere, nel caso di un operaio che non possiede il certificato verde, potrebbero seriamente rallentare fino a bloccare tutta la catena di lavoro.

C’è poi chi pensa di installare tornelli mentre altri lamentano l’aggravio di spese che sarà determinato dai necessari controlli. Per Giovanni Bozzini, presidente di Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa della Lombardia una soluzione potrebbe essere "contemplare la possibilità di una comunicazione volontaria da parte del lavoratore della data di scadenza della validità del proprio Green pass".

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