Le bollicine made in Italy resistono per il brindisi di Natale e Capodanno

Previsioni in linea con lo scorso anno

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di Lorenzo Frassoldati

Natale e Capodanno molto diversi dal solito, la socialità quasi azzerata, ma ci saranno sempre le bollicine per brindare durante le Feste, ma con un occhio in più al portafoglio. E quindi più acquisti con la logica qualitàprezzo, meno esterofilia (quindi meno champagne) e spazio all’offerta ormai davvero smisurata di bollicine nazionali.

Con in testa il Prosecco fino alle più raffinate proposte di ‘metodo classico’ (rifermentato in bottiglia con lunga sosta sui lieviti) che ormai arrivano da tutte le aree del Paese, non solo dai territori classici come Franciacorta, Trentodoc, Alta Langa, Oltrepò Pavese. Anche nell’anno del Covid i consumi di bollicine durante le Feste saranno in linea con lo scorso anno, almeno stando alle stime dell’Osservatorio UIV (Unione Italiana Vini)-Ismea. I volumi venduti complessivamente terranno in positivo (273 milioni di bottiglie, +1,3% sul 2019) di cui quasi 74 milioni in Italia (-2,3%), per un totale su scala globale di oltre 1,6 miliardi di calici made in Italy alzati. I prezzi (effetto Covid) sono calanti, per cui Uiv-Ismea segnalano un calo complessivo del 9% tra domanda interna ed estera. Il segretario Uiv, Paolo Castelletti, sottolinea "la grande versatilità delle bollicine italiane, in grado di reagire con più elasticità alle dinamiche di mercato" ma mette in guardia anche "da inaccettabili condotte speculative riscontrate lungo le catene commerciali off e on line".

Complessivamente a Natale e Capodanno si stapperà un po’ meno (-2,8%) ma soprattutto per effetto del calo degli sparkling d’importazione (-12,5% meno del 5% del totale), con lo spumante italiano a -2,3%. Va meglio l’export tricolore, in crescita del 2,7% con quasi 200 milioni di spumanti italiani prossimi al consumo. Secondo le stime Uiv-Ismea, le prossime feste varranno circa il 35% delle vendite annuali di sparkling in Italia, grazie alle vendite in Gdo e nei canali off-trade che terranno a galla un mercato del fuori casa in coprifuoco. Alla fine dei conti comunque il comparto delle bollicine nazionali subirà un calo di fatturato di oltre il 12%, pari a circa 199 milioni di euro. Guardando ai numeri dell’anno 2020, Uiv-Ismea valutano una produzione totale di spumanti tricolore più o meno ai livelli dello scorso anno, a 776 milioni di bottiglie a fronte di un mercato d’importazione che non arriva a 10 milioni di pezzi (-12,5%).

L’incidenza dell’export a volume supera il 73% e quest’anno ha premiato soprattutto le denominazioni Doc o Igt export oriented, mentre quelle a metodo classico, il cui mercato è più indirizzato all’horeca italiana, hanno avuto maggiori problemi. Il Prosecco Doc intanto conferma le sue quote di mercato con un +1,6% degli imbottigliamenti nei primi 11 mesi del 2020, conseguito grazie ai maggiori acquisti nella gdo e al debutto del Prosecco rosé che ha generato da solo circa 13 milioni di bottiglie in poco più di un mese e mezzo. Da segnalare la new entry degli spumanti dell’Etna metodo classico, base Nerello mascalese, con una produzione di oltre 160.000 bottiglie nel 2020 (+ 30% rispetto al 2019).