L’azionariato di Generali è sempre più italiano

L’azionariato di Generali è sempre più italiano

L’azionariato di Generali è sempre più italiano

Il Leone di Trieste non molla la presa su Banca Generali, che resta un asset importante per il Gruppo. Non a caso punta a sviluppare l’asset (di cui detiene il 50%) all’interno del perimetro del gruppo. La compagnia assicurativa lo mette nero su bianco nelle risposte ai soci in vista dell’assemblea di bilancio che si terrà il 28 aprile prossimo.

Nel dettaglio, un socio ha chiesto se il gruppo assicurativo avesse mai preso in considerazione l’ipotesi di cedere una quota di maggioranza della controllata o se ci fossero delle trattive per procedere in questo senso. Da settimane si rincorrono rumors su una possibile nuova stagione del risiko bancario italiano che potrebbe coinvolgere anche Banca Generali. In particolare è tornato in auge un eventuale matrimonio tra Banca Generali e Mediobanca. L’ultimo in ordine di tempo a tifare per questa unione è stato Massimo Doris, ad di Banca Mediolanum, che qualche giorno fa si era detto favorevole a questo matrimonio. "Avrebbe senso per il Gruppo, visto che sarebbe integrata una rete nell’istituto", aveva detto il top manager, ricordando anche che Mediobanca "è molto forte su un target di clientela alto e ha Chebanca! posizionata sul target medio-basso. Le manca la via di mezzo, che potrebbe essere rappresentata appunto da Banca Generali". La famiglia Doris è azionista di Piazzetta Cuccia con il 3,4%. Sempre dalle risposte date ai soci emerge che per il Leone di Triste le "acquisizioni eo le cessioni rappresentano un modo per creare valore per tutti gli stakeholder, in maniera disciplinata e in linea con i criteri finanziari, strategici e culturali definiti nel piano strategico". Proprio per questo nell’orizzonte dell’attuale piano triennale, "abbiamo previsto tra 2,5 e 3 miliardi di flussi cumulativi di cassa disponibile da impiegare in operazioni di capital redeployment, con preferenza per l’M&A".

Dalla Relazione sul governo societario e gli assetti proprietari del Leone, intanto, emerge che gli azionisti di Generali sono sempre più italiani, che superano la quota del 70% dal 65% di un anno fa. Un altro 28% è riconducibile al resto del mondo (contro il 33% dell’anno scosrso). I maggior azionisti (Mediobanca, Caltagirone, Delfin e Benetton) contano il 33,8%, il retail il 23% (l’anno scorso era al 22,48%) e gli istituzionali il 30,94% contro il 35,11% del 2022.

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