Lunedì 23 Giugno 2025
REDAZIONE ECONOMIA

Welfare, lavoro e crescita. Le sfide dell’invecchiamento

L’INVECCHIAMENTO della popolazione non è solo una questione sanitaria, ma una sfida strutturale che incide su welfare, occupazione e crescita...

L’INVECCHIAMENTO della popolazione non è solo una questione sanitaria, ma una sfida strutturale che incide su welfare, occupazione e crescita...

L’INVECCHIAMENTO della popolazione non è solo una questione sanitaria, ma una sfida strutturale che incide su welfare, occupazione e crescita...

L’INVECCHIAMENTO della popolazione non è solo una questione sanitaria, ma una sfida strutturale che incide su welfare, occupazione e crescita del Paese. Per questo occorre affrontare il tema con un nuovo approccio multidisciplinare, basato su investimenti mirati, innovazione nelle Life Sciences, sviluppo inclusivo e sostenibile. È l’indicazione emersa dalla prima edizione dell’evento di Pfizer “FUTURE - Economia, Longevità e Salute” che ha visto riuniti a Roma esponenti del mondo politico, accademico, scientifico e industriale, invitati a confrontarsi sulle sfide poste dall’invecchiamento della popolazione e dal calo demografico. Dal documento presentato emerge come l’Italia, tra i Paesi più longevi al mondo, debba puntare su una strategia di invecchiamento attivo e sull’attrattività per nuovi investimenti nel biomedicale e farmaceutico.

"L’attuale scenario sociodemografico impone una crescente attenzione al tema della prevenzione da parte delle istituzioni e della politica – ha spiegato il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato (nella foto a sinistra) – Il governo vuole investire maggiormente in prevenzione e promuovere una più ampia consapevolezza tra i cittadini, affinché possano avere una migliore qualità della vita e allo stesso tempo salvaguardare la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale". Secondo i dati Istat, l’età media degli italiani è di 46,8 anni, mentre il numero di over 65 ha raggiunto i 14,5 milioni, ovvero il 24,7% della popolazione. Entro il 2050, l’età media supererà i 50 anni e un terzo del totale avrà più di 65 anni, mentre il rapporto tra popolazione in età attiva e non attiva scenderà da 3:2 a 1:1.

Questa dinamica rischia di determinare un profondo squilibrio tra generazioni, con effetti diretti su produttività, sostenibilità dei sistemi previdenziali, domanda di assistenza e servizi sanitari. Inoltre, l’invecchiamento comporta costi sanitari più elevati. "Oggi – ha continuato Gemmato – l’80% delle risorse sanitarie è destinato alla cronicità, in una popolazione che invecchia rapidamente: abbiamo un tasso di natalità di 1,18, il secondo più basso al mondo dopo il Giappone. Il sistema attuale è nato nel 1978, quando la società era completamente diversa: c’erano più giovani, più famiglie, meno malattie croniche e farmaci molto meno costosi".

"La longevità rappresenta una trasformazione irreversibile della nostra società, che impone una nuova visione delle politiche sanitarie, economiche e sociali – ha aggiunto Daniela Bianco (nella foto al centro), responsabile Healthcare Practice di Teha Group – Costruire una società longeva in buona salute è indispensabile per non avere squilibri economici nel tempo per l’intero sistema economico e sociale del Paese. Per questo serve un cambio di paradigma che metta l’interconnessione tra salute, economia e demografia al centro dell’agenda pubblica, aumentando gli investimenti in prevenzione e innovazione".

"Il tasso di dipendenza degli anziani nell’Ue, oggi al 36,9%, è destinato a crescere fino al 55% entro il 2050, con forti implicazioni per la sostenibilità dei sistemi sanitari e di welfare – ha sottolineato Michele Cecchini (nella foto a destra), responsabile Ocse per la Salute Pubblica – L’Italia, con la sua struttura demografica, sarà tra i Paesi più colpiti da questo fenomeno, che ridurrà la forza lavoro e aumenterà la spesa sanitaria e pensionistica".