Giovedì 25 Aprile 2024

Smart working ideale per il 70% dei lavoratori

Smart working ideale per il 70% dei lavoratori

Smart working ideale per il 70% dei lavoratori

IL RICORSO al lavoro da casa ha comportato alcune difficoltà per più di un lavoratore su due (il 54,2%), secondo il rapporto annuale dell’Istat. In particolare, più di un lavoratore su quattro ha lamentato problemi di connessione a Internet nello smart working e difficoltà di concentrazione, il 23,2% carenze di dotazione tecnologica, il 21,3% scarsità di spazi adeguati in casa e il 23,4% problemi di sovrapposizione tra lavoro e attività personalifamiliari. Lavorare due o tre giorni a settimana da casa rappresenta "il modello ibrido ideale" per il 70%; il 16,6% preferirebbe un utilizzo più sporadico mentre il 13,8% manifesta interesse per un modello più spinto (tutti i giorni o quasi). Complessivamente, nonostante la crescita durante la pandemia, l’Italia mantiene un "divario importante" con il resto dell’Unione europea sul lavoro da remoto. La quota di occupati che affermano di aver svolto il proprio lavoro occasionalmente o abitualmente da casa è cresciuta dal 4,7% del 2019 al 13,6% del 2020 a fronte di una media europea del 20,6%. In particolare, in Italia, la quota di occupati che hanno lavorato da casa solo occasionalmente è rimasta molto bassa (da 1,1% a 1,4% nel 2020, mentre la media Ue è dell’8,6%). Nel 2021, la ripresa delle attività economiche ha portato tuttavia a un ridimensionamento del lavoro agile abituale e all’incremento di quello di natura meno frequente.

Sul mercato del lavoro la pandemia ha avuto un impatto rilevante sia quantitativo (-724mila occupati rispetto all’anno precedente) sia qualitativo, per l’esacerbarsi delle diseguaglianze a sfavore di segmenti di popolazione vulnerabili già alla vigilia dell’emergenza sanitaria. Nel 2020 la crisi ha colpito soprattutto le componenti meno tutelate del mercato del lavoro: il 55,5% della caduta occupazionale ha riguardato i lavoratori dipendenti a termine (-402mila rispetto al 2019), e gli indipendenti (-233mila) mentre tra gli occupati a tempo indeterminato il calo non ha superato le 90mila unità. Nell’Ue27 gli occupati fra i 15 e i 64 anni sono scesi di oltre 3,5 milioni nel 2020 (-1,8% rispetto al 2019). Tra i paesi europei l’Italia ha subito la caduta dell’occupazione maggiore dopo la Grecia (-5,1%) e la Bulgaria (-3,6%), in linea con Spagna e Irlanda (-3,1%) mentre in Francia la diminuzione su base annua è stata dello 0,5%.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro