Martedì 23 Aprile 2024

Salute, cibo e tempo libero Cresce il welfare aziendale

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LA PANDEMIA ha cambiato le priorità dei lavoratori italiani. Che oggi chiedono alla propria azienda un piano di welfare più attento alla salute, all’alimentazione, al bilanciamento vita-lavoro e al sostegno economico necessario per rispondere alle nuove necessità. Ma ha cambiato anche l’approccio delle aziende al tema del welfare, considerato uno degli strumenti più validi non solo per far stare bene i propri dipendenti, ma anche per attrarre nuovi talenti e trattenere quelli già a libro paga. Lo evidenzia la ricerca condotta da Nomisma per l’Osservatorio Cirfood district, alla luce delle conseguenze del Covid-19 e dello scenario attuale della società, che mette in luce i nuovi bisogni degli intervistati in tema di welfare e la capacità delle aziende di rispondere a tali necessità con azioni e programmi che rispondano alle reali esigenze delle loro persone.

Lo studio dimostra come sia aumentata, rispetto al 2019, l’attenzione dei lavoratori verso la propria salute (47%), l’alimentazione (38%) e il tempo da dedicare al supporto dei propri cari (25%). Ciò, di riflesso, ha spinto sempre più persone a considerare utili servizi e strumenti di welfare dedicati alla prevenzione e alla salute (62%), alla conciliazione vita-lavoro (59%) e al sostegno economico (56%), cruciali per rispondere alle nuove necessità. Il 71% dei lavoratori ha dichiarato che l’impresa in cui lavora prevede già dei programmi e servizi di welfare, che includono buoni spesa (47%), servizi di sanità integrativa (46%), previdenza complementare (36%) e di ristorazione aziendale (31%). Servizi presenti ma spesso perfettibili, visti i molti ambiti di miglioramento segnalati dai lavoratori, volti a far sì che tali servizi rispondano sempre più alle reali esigenze dei dipendenti (70%), con un’adeguata varietà (67%) e copertura territoriale dei beni e servizi proposti (67%) e una maggiore facilità di utilizzo delle piattaforme dedicate (58%).

Inoltre la ricerca evidenzia come, ad oggi, l’offerta di questi servizi dal punto di vista dei lavoratori rappresenti un elemento chiave: 8 su 10, infatti, ritengono fondamentale o importante la presenza di un piano di welfare aziendale nella scelta di un nuovo luogo di lavoro. Al contempo, fra i lavoratori che non hanno accesso a piani di welfare aziendale, 9 su 10 sono fortemente interessati ad usufruirne.

Dal punto di vista delle imprese, la ricerca evidenzia come sia cambiato l’approccio e l’attenzione agli strumenti di welfare, oltre al modo in cui essi vengono percepiti dai responsabili delle risorse umane. Un manager HR su due, infatti, dichiara che, rispetto al 2019, è aumentato o molto aumentato l’interesse dei dipendenti a ricevere servizi di welfare aziendale. Oggi, secondo l’indagine, l’83% delle aziende offre già almeno un servizio di welfare aziendale e, in questa direzione, gli intervistati ritengono che l’offerta di un piano di welfare aziendale incida nel migliorare la qualità di vita e promuovere il benessere dei dipendenti (87%), favorire la creazione di un buon clima aziendale (81%), potenziare l’immagine e la reputazione dell’azienda (78%) e offrire ai dipendenti servizi per la salute e la prevenzione (69%).

Tra i servizi di welfare più diffusi quelli relativi alla gestione della pausa pranzo, offerta dal 72% delle aziende coinvolte nell’indagine, perché migliora la qualità di vita e il benessere dei dipendenti (71%), nonché il clima aziendale e il rapporto con i dipendenti (64%), oltre a essere uno strumento che consente di ottimizzare i tempi.

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