Mercoledì 24 Aprile 2024

Manager sempre più digitali per gestire l’innovazione

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LA PANDEMIA ha creato uno shock nel mercato del lavoro, colpendo anche le figure manageriali. Come reagire? La conoscenza dei fenomeni è il pilastro per una decisione efficace, per questo il Centro di Formazione Management del Terziario (Cfmt), in collaborazione con il Centro di Ricerca Crisp dell’Università di Milano-Bicocca, ha analizzato circa 625mila annunci di lavoro pubblicati sul web nel 2021, di cui più di 18mila sono riferiti a manager del terziario, allo scopo di capire cosa cercano le aziende e come l’emergenza sanitaria ha cambiato le loro richieste. Ne è uscito un Rapporto dal quale si evince che il rafforzamento delle competenze digitali dei manager è un requisito indispensabile per gestire l’innovazione delle aziende e per cogliere le sfide di un mercato in sempre più rapida trasformazione.

La ricerca evidenzia anzitutto l’andamento della domanda di manager del terziario, un netto +45% rispetto al 2020 e un significativo -3% sul 2019, ovvero un valore di poco al di sotto del periodo pre-Covid. Un’analisi mensile rivela l’andamento in crescendo del 2021, iniziato con un primo semestre al di sotto del medesimo periodo 2019 (-13%), ma con una performance nel secondo semestre decisamente superiore al 2019, che ha permesso di ridurre il gap al 3%.In particolare, il report evidenzia come l’ultimo trimestre 2021 registri una consolidata ripresa e un andamento che, nelle battute finali, ha registrato un tendenziale di +60% rispetto allo stesso periodo del 2019.

Particolare attenzione è dedicata alla stima della domanda di skill professionali, digitali e trasversali associata alle diverse figure professionali manageriali richieste dalle aziende. L’obiettivo è cogliere puntualmente le esigenze delle aziende e soprattutto identificare i fattori rilevanti delle trasformazioni in atto nel mercato del lavoro. Lo skill rate – indicatore che descrive la rilevanza delle diverse tipologie di skill – evidenzia mediamente valori pari al 48% di rilevanza per le skill professionali, 33% per le skill trasversali e 18% di skill digitali. I dati, pur con alcune diversità, sono in linea per i principali paesi Europei osservati.

In tal senso, l’ultimo report fornisce uno spaccato delle principali competenze richieste (trasversali, professionali e digitali) per macro-settori e settori di maggior presenza degli annunci di lavoro, in accordo con la classificazione delle attività economiche Ateco. Le competenze, così come le professioni, sono classificate in accordo con lo standard classificatorio europeo Esco, che permette di indicare una descrizione del significato di ciascuna competenza osservata.

Lo studio del Cfmt evidenzia inoltre come crescita e sviluppo saranno sempre più guidati dall’innovazione tecnologica. È per questo che le traiettorie in atto di sviluppo di competenze (in particolare digitali e trasversali) diventeranno sempre più importanti per governare i processi di trasformazione aziendali, siano essi legati all’innovazione dei prodotti e dei servizi, di gestione dei processi decisionali e operativi e soprattutto dello sviluppo delle relazioni con la clientela.

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