Mercoledì 24 Aprile 2024

LAUREATE, CON ESPERIENZA, A CACCIA DEL POSTO

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DONNE, laureate e con esperienza. È questo l’identikit di chi cerca occupazione in Italia, che emerge dall’Osservatorio sul lavoro in somministrazione di Jobtech. L’analisi, condotta da gennaio a giugno 2021 su un campione di 60mila utenti attivi sui principali motori di ricerca di lavoro – ha evidenziato la situazione di maggior difficoltà delle donne a trovare un’occupazione. Nel primo semestre dell’anno, infatti, le italiane a caccia del posto sono state il 58% del totale, contro un 42% dei maschi. Più penalizzate nel corso della pandemia – dei 444mila occupati in meno registrati in Italia nel 2020, fa sapere l’Istat, il 70% erano donne – sono state poste in misura maggiore nelle condizioni di cercare un nuovo impiego. Le donne, oltretutto, si rivelano più qualificate degli uomini, perlomeno se parliamo di titoli di studio: il 22,7% delle donne ha almeno una laurea triennale, contro il 16,2% degli uomini; il 63,5% ha un diploma, contro il 58,5% degli uomini. A livello di esperienza, invece, i dati non mostrano significative differenze: mediamente, chi cerca un lavoro oggi ha quattro anni e mezzo di esperienza, in uno o più settori lavorativi.

Nel dettaglio, sono i Millennials a rappresentare quasi la metà del campione di chi cerca lavoro: appartiene a questa fascia d’età il 46% del totale; segue, con il 28%, la Generazione Z. Non mancano, però, gli over 40: appartiene alla Generazione X il 22% e addirittura ai cosiddetti Baby boomer il 4% del totale. La Lombardia è la regione dove si concentra maggiormente la domanda di posti di lavoro: il 25,04% di chi ha cercato lavoro attraverso la rete nel primo semestre dell’anno risiede in questa regione. Rapportando i dati con la popolazione, invece, si scopre che le regioni con la popolazione più attivamente alla ricerca di lavoro sono state Emilia-Romagna, Lombardia e Friuli-Venezia Giulia. Di contro, quelle in cui si è meno cercato lavoro tramite i canali online sono state Calabria, Sicilia e Campania.

Dopo un inizio anno con poche opportunità lavorative per chi era alla ricerca, il semestre si è chiuso con un balzo di +62% delle offerte di lavoro online. Parallelamente, negli ultimi sei mesi si è registrato un calo del 9,6% del numero di persone in cerca di una nuova opportunità lavorativa. Questo divario sembra un paradosso, ma si spiega – secondo l’Osservatorio di Jobtech – considerando le criticità complessive del comparto lavorativo nel primo semestre dell’anno, che ha subito aperture, chiusure, zone rosse e un generale attendismo della forza lavoro. Pochi, in questa situazione, si sono spinti a cambiare laddove già in possesso di un contratto lavorativo, con un saldo negativo della domanda di posti di lavoro a fine semestre.

Non tutti i settori occupazionali hanno reagito allo stesso modo alla pandemia e, oggi, offrono le stesse opportunità di lavoro. Il settore in cui il divario tra domanda e offerta è minore – cosa che implica maggiori possibilità di collocamento – è quello dei call center: molto ricercati operatori telefonici, customer care, inside sales. Bene anche il mondo della contabilità, quello della logistica e quello, in forte ripresa post-lockdown, dell’ho.re.ca, che negli scorsi mesi aveva registrato dei veri e propri scossoni nel rapporto tra domanda e offerta di lavoro. Di contro, è il retail a soffrire maggiormente: qui le persone in cerca di lavoro sono nettamente di più rispetto agli annunci disponibili. Situazione simile per chi punta a lavorare come receptionist: si paga in questo caso la crisi del turismo e degli hotel, soprattutto nelle città.

"Il quadro emerso nel primo semestre dell’anno – commenta Paolo Andreozzi, co-founder e Ceo di Jobtech – è sintomatico di una situazione complessa, in cui le difficoltà macroeconomiche hanno reso meno appetibile l’idea di cambiare lavoro, a scapito del dinamismo del mercato occupazionale. Ci aspettiamo un trend simile anche nel secondo semestre dell’anno: aumenteranno ancora le opportunità di lavoro, perché le aziende che vorranno riprendere appieno le attività avranno bisogno di nuova forza lavoro, ma la domanda si contrarrà ulteriormente, in parte perché assorbita dalle assunzioni e in parte per una generale diffidenza verso il futuro".

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