Intesa dice addio agli assegni. È la prima banca a eliminare i blocchetti: le alternative

In questi giorni l'istituto bancario sta inviando mail a clienti e correntisti illustrando l'iniziativa alle prime fasi

Cambiano i tempi. Cambiano le abitudini. E gli ormai desueti assegni bancari sono pronti ad andare in ‘pensione’: la prima banca che inizia a rottamarli è Intesa, che in questi giorni sta informando parte dei suoi correntisti sul cambiamento in arrivo, in quanto già a partire dall'8 maggio non saranno più utilizzabili.

Un assegno (Foto di repertorio Ansa)
Un assegno (Foto di repertorio Ansa)

Meno carta più app

I pagamenti digitali e le app per il trasferimento di denaro hanno infatti provocato, con grande rapidità, la fine di un’era in cui il ‘caro vecchio libretto’ era ancora molto gettonato: secondo le statistiche nell’ultimo anno le operazioni fatte con i foglietti di carta degli assegni ammonterebbero a meno dell’1%. Una quota che negli ultimi anni è scivolata sempre più in basso (nel 2013 il livello era intorno al 5%) e che ormai va verso l'azzeramento.

Mail ai correntisti

Un cambiamento forse prevedibile, ma che ora si fa sempre più concreto. Così, l’istituto di credito piemontese sta inviando già da giorni a correntisti e clienti delle mail in cui spiega il perché di questa decisione. “Molti clienti non usano praticamente più gli assegni cartacei – dicono da Intesa Sanpaolo –. Abbiamo offerto loro una modalità alternativa di pagamento, digitale, quindi più immediata, ed anche più coerente con le scelte Esg. Ovviamente a parità di condizioni economiche”.

Si paga online

La scelta si inserisce in un fisiologico processo di evoluzione tecnologica, alla luce del quale la clientela tende a privilegiare strumenti di pagamento più immediati. Soprattutto durante un’era storica in cui molte azioni quotidiane sono state rivoluzionate grazie a strumenti innovativi, colmando le distanze e accorciando i tempi. Se la percentuale di transazioni effettuate tramite assegni si approssima a zero, viceversa, cresce infatti sempre più la quota di pagamenti con carta, ormai oltre il 60% del totale.

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