Martedì 16 Aprile 2024

Il Covid aiuta la formazione Torna il lavoro in presenza

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FORMAZIONE ibrida e sincrona, con tanta voglia di tornare in presenza. Focus su new management skill, personal development e leadership, accanto alla ripresa delle competenze tecniche che necessitano di aggiornamenti. Il reperimento di fondi per finanziare la formazione e la ricerca di nuovi contenuti e modalità formative sono tra le principali attività a valore aggiunto cui la funzione HR vorrebbe dedicare maggiore attenzione. Sono le principali indicazioni emerse dalla ricerca ‘Training modalities & outsourcing trends’, realizzata da Cegos Italia e condotta su un campione di addetti HR di 230 aziende italiane, il 50% delle quali con sede nel Centro Nord e il 40% con un numero di dipendenti compreso tra i 101 e i 500. La pandemia ha reso le organizzazioni più consapevoli dei rischi e dei danni che alcuni gap formativi possono generare, tanto che rispetto al 2020 il 18% in più delle imprese ritiene la formazione ancora più strategica (49% dei rispondenti contro il 31% del 2020); inoltre sono in calo le aziende che hanno deciso di sospenderla rispetto alla rilevazione precedente (7% contro il 10% del 2020). Per garantire efficacia ed efficienza, si preferisce un apprendimento ibrido, con alternanza e mescolanza di metodologie che tengano in considerazione esigenze, time management, effort ed engagement. La responsabilità della formazione è sempre più equamente distribuita tra azienda e lavoratori (entrambe le voci hanno ottenuto il voto più alto, 3,76 in una scala da 1 a 5).

Gli intervistati si dichiarano piuttosto soddisfatti della formazione digitale utilizzata dal 2021 rispetto agli obiettivi perseguiti con una preferenza importante nella scelta di soluzioni sincrone, webinar (88%) e virtual classroom (78%), in grado di garantire scambi e interazioni. Il face to face rimane la modalità più utilizzata (81%) e apprezzata con la più alta soddisfazione per le aziende (55%). New management skill (57%), personal development (54%) e diffusione della leadership (47%) sono i contenuti ritenuti più urgenti, seguiti da sostenibilità e inclusione al 36%. Un terzo delle aziende continuerà ad investire in remote working e collaboration a sostegno delle politiche di agile working sempre più diffuse.

Passando agli aspetti gestionali della formazione in azienda, il 30% dei rispondenti afferma di non riuscire a gestire le proprie priorità e anche chi ci riesce ammette di non farlo sempre in maniera ottimale, probabilmente a causa di sovraccarico di attività eo sottodimensionamento. Potendosi concentrare sulle attività ad alto valore aggiunto, gli addetti HR hanno indicato il reperimento di fondi per la formazione, l’approfondimento di nuovi contenuti e modalità formative e la pianificazione della formazione, rispettivamente al primo, secondo e terzo posto.

"L’emergenza sanitaria ha rafforzato l’importanza di formare le persone e la convinzione che lavorare in emergenza non sia una soluzione sostenibile per incrementare le performance – commenta Emanuele Castellani (nella foto), Ceo di Cegos Italia – Al tempo stesso il lavoratore assume un ruolo sempre più centrale nel proprio processo di crescita professionale. Per affrontare i cambiamenti in atto, possedere competenze trasversali è imprescindibile, tanto che oggi le soft skill sono diventate vere e proprie power skill per qualunque ruolo; ma la responsabilità di accrescerle è condivisa tra azienda e singolo lavoratore".

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