Mercoledì 24 Aprile 2024

Grandi dimissioni? Gli italiani: no, grazie

Tra i lavoratori italiani il pragmatismo vince sulla tentazione delle dimissioni al buio

Tra i lavoratori italiani il pragmatismo vince sulla tentazione delle dimissioni al buio

GREAT RESIGNATION? NO, GRAZIE: tra i lavoratori italiani il pragmatismo vince sulla tentazione delle dimissioni al buio per cercare un impiego più gratificante o per fare altro. È quanto emerge dal 5° Rapporto Censis-Eudaimon sul welfare aziendale, realizzato in collaborazione con Eudaimon, leader nei servizi per il welfare aziendale, con il contributo di Credem, Edison e Michelin. Il 56,2% degli occupati in Italia, si legge, non è propenso a lasciare il proprio lavoro, nella convinzione che non troverebbe un impiego migliore. La percentuale sale al 62,2% tra i 35-64enni e al 63,3% tra gli operai. È vero che nei primi nove mesi del 2021 si registrano 1.362.000 dimissioni volontarie, con un incremento del 29,7% rispetto allo stesso periodo del 2020. Ma proprio nel 2020, quando a causa del Covid il mercato del lavoro si era paralizzato, si era verificato un picco negativo di dimissioni: solo 1.050.000 nei primi tre trimestri, ovvero -18,0% rispetto al 2019.

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Si conferma però, secondo il Censis, un trend di più lungo periodo di crescita delle dimissioni legato all’aumento della precarietà dei rapporti di lavoro. Anche se ‘Great Resignation’ fa paura, tuttavia l’82,3% dei lavoratori (l’86,0% tra i giovani, l’88,8% tra gli operai) è insoddisfatto della propria occupazione e ritiene di meritare di più. Le retribuzioni, inoltre, non crescono da troppo tempo: Il 58,1% dei lavoratori ritiene di ricevere uno stipendio non adeguato al lavoro svolto. Pensando alla propria occupazione, il 68,8% dei lavoratori si sente meno sicuro rispetto a due anni fa.Nell’ultimo biennio, poi, il 66,7% dei lavoratori (il 71,8% tra i millennial) ha vissuto uno stress aggiuntivo per il lavoro e il 73,8% teme che in futuro dovrà fronteggiare nuove emergenze lavorative. Per colmare il deficit di motivazione dei lavoratori le richieste alle aziende sono chiare: Il 91,2% dei lavoratori vorrebbe retribuzioni più alte, l’86,5% più servizi di welfare aziendale su ambiti come la sanità e l’assistenza per i figli, il 75,2% un maggiore supporto nel rispondere ai bisogni sociali quali la non autosufficienza di un familiare, la previdenza, l’istruzione dei figli. Intanto aumentano le imprese che puntano sugli strumenti del welfare aziendale. Per il 62,5% di un panel di responsabili delle risorse umane di grandi imprese il welfare aziendale è una priorità e il 71,9% si dice pronto ad attivare servizi ad hoc per informare nel merito i lavoratori e rispondere ai loro bisogni.

 

 

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