Giovedì 25 Aprile 2024

"Gli ostili? Sono utili"

Il gioco "Your change canvas"

Il gioco "Your change canvas"

Parola chiave: ostili. Sono le persone che, all’interno, delle organizzazioni si oppongono ai cambiamenti. Essendo, spesso, persone competenti e con esperienza, però, possono essere utili proprio a raggiungere gli obiettivi ai quali si oppongono. "Solo che quasi tutti i processi di change management non se ne occupano, se non per dire che vanno tolti di mezzo. Io, invece, li prendo in considerazione", ragiona Alessandro Lotto, 50 anni, padovano, laurea in ingegneria in Italia in change management in Gran Bretagna, temporary manager con otto direzioni generali alle spalle, Un percorso cominciato da saldatore ossiacetilenico e arrivato, oggi, a mettere a punto un processo per gestire i i team e le fasi di cambiamento – siano innovazioni interne all’azienda, siano passaggi generazionali –, costruirne un “gioco“, seguendo i principi della gamification, e a portarlo sul mercato come Your Change Canvas.

Ingegnere, chi sono gli ostili e perché possono essere utili in un processo di cambiamento?

"Ogni cambiamento provoca resistenze e divide le persone. Ci sono gli alleati, quelli che stanno nella loro comfort zone e aspettano di vedere come va, quelli che stanno in silenzio e gli ostili. Questi ultimi sono quelli che possono determinare il fallimento del processo, ma anche quelli che, grazie alle domande che pongono, alle loro competenze, al loro essere ostile, sono perfetti per portare alla luce ciò che non va nei processi proposti. Ovviamente, entro i limiti perché se un ostile rimane tale, va necessariamente depotenziato".

Nel suo metodo ci sono 15 carte per attraversare 45 punti della vita aziendale, capire quale sono le debolezze dal punto di vista delle persone, individuare le priorità e impiantare un piano d’azione. Perché ha usato la gamification’?

"La gamification, termine che non amo ma è chiaro, consente di far toccare con mano, concetti e processi che sono frutto di anni di studio e di esperienze. è molto efficace".

Le sue carte hanno un lato b, che lei chiama lato ombra. Ha a che fare con gli ostili?

"No, non proprio. è il lato ombra di ogni scelta che il team è chiamato a compiere. Vedere solo il lato potenziale e ignorare il lato oscuro può portare a fallire. Prendiamo il caso degli indicatori economici: sono utilissimi, per esempio, per dare un senso di urgenza capire dove si sta andando, ma se diventano una fissazione, possono portare fuori strada. Il fuoco sacro dell’imprenditore è il motore di quello che fa ogni giorno, ma può diventare anche un limite. Tutte le scelte possono essere giuste e tutte possono essere sbagliate. Meglio esserne consapevoli".

Cambiamento, trasformazione, innovazione, sono i mantra del momento. A cosa bisogna stare attenti?

"Alle botole. Nessuno te lo dice, ma io, da manager, sono caduto in tutte e questa esperienza l’ho messa nel Canvas facendone un processo che ho costruito durante i lockdown e ricordandomi sempre quello che per anni, tutti i giorni, mi diceva la goccia di saldatura che avevo di fronte: cambiare si può".

 

 

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