Mercoledì 24 Aprile 2024

Formazione e occupazione: parte la rivoluzione degli ITS

Serse Soverini, deputato dem

Serse Soverini, deputato dem

PIÙ DELL’80% dei ragazzi troverà lavoro entro il primo anno dalla fine degli studi. È quanto si prospetta in vista della nuova riforma legislativa degli Istituti Tecnologici Superiori (ITS), che viene votata oggi alla Camera. Presenti in Italia dal 2010, gli ITS sono percorsi post-diploma, alternativi alla laurea, che offrono percorsi di eccellenza ad alta specializzazione tecnologica in 110 diversi poli dislocati sul territorio. Ora modificano però il loro assetto: cambia il nome, che diviene ITS Academy, ma cambia anche la sostanza: aumentano le aree tecnologiche di formazione, che prevedono ambiti tra i quali Efficienza energetica, Mobilità sostenibile, Tecnologie del Made in Italy e Tecnologie dell’informazione e della comunicazione. I nuovi percorsi di studio sono incentrati prevalentemente sullo sviluppo di competenze tecnologiche e sulla transizione ecologica, in linea con le direttive del Pnrr, che prevede per gli ITS lo stanziamento di 1,5 miliardi di euro, non utilizzabile immediatamente ma che verrà diluito negli anni, fino al 2026.

Il nuovo volto degli istituti tecnologici darà inoltre agli studenti la possibilità di aumentare il numero di ore passate dentro alle aziende, così da offrire un contatto che risulti più concreto e diretto con il mondo del lavoro: su un totale di 2.000 ore da svolgere nel biennio, 1.200 saranno di formazione pratica e teorica all’interno degli stessi istituti, e le 800 ore rimanenti saranno dedicate agli stage professionalizzanti, svolti direttamente nelle aziende selezionate. La riforma intende dare più ampio respiro all’esperienza professionale degli studenti, coinvolgendo nell’attività di stage anche aziende internazionali. Altra novità: ci sarà un credito al 30% per le imprese che investono negli ITS, del 60% se l’erogazione avviene in aree con alto tasso di disoccupazione. È stato stabilito inoltre che più del 50% del corpo docente dovrà provenire dal mondo del lavoro e possedere una formazione ed esperienza professionale maturata nel settore da almeno cinque anni. Verranno aumentate le borse di studio per i futuri iscritti e saranno progettati nuovi laboratori e infrastrutture tecnologiche. Quelli già esistenti verranno migliorati e potenziati. Parte del fondo verrà utilizzato anche per intensificare il monitoraggio all’interno degli stessi Istituti, al fine di valutarne l’efficienza e l’operato, e verrà istituito un Comitato Nazionale ITS, per la consulenza.

"Gli ITS sono le scuole del know how, del saper fare – spiega Serse Soverini, deputato dem e ideatore della legge –. Offrono un approccio diverso da quello accademico, ma che non deve essere sottovalutato o posto a un livello inferiore. In Italia c’è ancora lo stigma degli ITS perché la cultura tecnica viene associata alla cultura manuale, ma non è così. Ora gli ITS divengono legge, non sono più solo riconosciuti attraverso decreti ministeriali. Innalzano il proprio rango. Non si tratta di istituti in cui relegare i ragazzi che hanno poca voglia di studiare".

Si tratta di una riforma formativa che supera le mura degli stessi istituti, perché la sua applicazione garantirà un impatto positivo sull’economia dell’intero Paese: "In Italia – continua Soverini – le aziende non investono in tecnologie avanzate perché non c’è personale specializzato che sappia occuparsene. In questo modo ne viene a meno della loro produttività. Per questa ragione dobbiamo investire sempre più nella formazione terziaria. In Germania ci sono oltre 900mila studenti ITS, da noi appena 20mila. Ma ora abbiamo la possibilità di creare una nuova generazione di tecnologi che servono per l’innovazione del Paese".

 

 

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